Rupi Kaur scrive innanzitutto di se stessa. Al centro dei suoi componimenti c’è sempre l’io, parla sempre in prima persona: vedo, vivo, sento, ascolto, possiedo. Racconta l’amore ma anche il disamore, racconta abbandoni e promesse spezzate, il tormento dell’attesa e la rabbia della solitudine, ma poi urla al mondo che si sopravvive
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