L’intento non è raccontare l’autismo, ma piuttosto il processo che porta alla comprensione dell’altro, il percorso di conoscenza tra due persone unite all’inizio “soltanto” da legami di sangue. Ma anche proporre una riflessione sull’esser genitori, che mette in gioco anche il ruolo dell’inquieta mamma, interpretata con grazia da Valeria Golino.
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