Alture e coste, il Fai in Capitanata sceglie l’archeologia e l’ambiente per le Giornate d’Autunno

by Antonella Soccio

Ben di senso è privo chi ti conosce,

Italia, e non t’adora

Vincenzo Monti

Sabato 12 e domenica 13 ottobre torna il weekend dedicato alla bellezza, targato Giornate Fai d’Autunno, la cui edizione 2019 è dedicata all’Infinito di Giacomo Leopardi. 700 luoghi del nostro Paese inaccessibili o poco valorizzati da scoprire attraverso occhi nuovi e prospettive insolite saranno riaperti e ridonati col Fai.

La Capitanata in Puglia è terra ricca di ambienti diversi e suggestivi, comprendendo i monti più alti della Puglia, la grande pianura e le splendide coste. La sua antica storia, in questo itinerario, si snoda nelle zone d’altura, che siano sul mare (Monte Saraceno) o nell’entroterra (Castelluccio Valmaggiore e Valle del Celone). Ma l’ambiente, in pieno spirito FAI, è anche la salvaguardia delle specie rare e della biodiversità vegetale, e qui il percorso ci porta al Vivaio Forestale di Borgo Celano.

Partner dell’organizzazione di quest’anno, per la provincia di Foggia, sono il Consorzio di bonifica del Gargano, il Museo della Valle del Celone, il Centro arte e tradizioni popolari di Mattinata.

In Capitanata

Ad illustrare le iniziative questa mattina la Capo Delegazione di Foggia, la dottoressa Gloria Fazia, alla presenza di rappresentanti degli enti patrocinanti e del direttore Pasquale Bloise del Museo della Valle del Celone.

“Abbiamo scelto tre luoghi uno diverso dall’altro che hanno in comune la zona d’altura e la zona di mare, partiamo dal mare a Mattinata dalla necropoli di Monte Saraceno per poi recarci in paese alla Farmacia Sansone, dove c’è una raccolta centenaria di materiale archeologico ed etnografico. Ci spostiamo poi a Castelluccio, dove c’è un museo inaugurato che raccoglie materiali in scavi occasionali e programmati. E poi arriviamo a Borgo Celano dove c’è un vivaio della biodiversità del Gargano. Ci avvaliamo della collaborazione di associazioni e di tecnici del Consorzio per la Bonifica del Gargano”, ha spiegato Fazia.

Il contenitore della Valle del Celone nasce nel 2011 in occasione di uno scavo per la realizzazione di un metanodotto e delle relative indagini archeologiche preventive e presenta una sezione archeologica che comprende la necropoli Masseria Festa del VI-V secolo a.C. e la villa rustica e sepolcreto di Vigna Masci VI-VII sec.d.C., con frequentazione medievale e una naturalistica.

Nelle due giornate sarà visitabile a cura dell’Associazione Arte e Tradizioni Popolari l’insediamento di Monte Saraceno appunto, inserito su un promontorio a sud di Mattinata, con 400 tombe a fossa scavate nella roccia con sezione trapezoidale. In esse i defunti erano seppelliti in posizione fortemente rannicchiata. Le tombe, spesso a deposizione plurima, erano caratterizzate dalla presenza di segnacoli esterni, sculture lavorate in pietra calcarea a forma di scudo o di testa.

Sempre a Mattinata l’evento del weekend sarà la Collezione Sansone, esposta in gran parte nell’omonima Farmacia di Mattinata, nella via principale del paese, che conserva reperti di carattere storico, archeologico ed etnoantropologico. Oltre 4000 i pezzi da collezione che il compianto dottor Matteo Sansone, ha raccolto incentivando la ricerca archeologica e divulgandone il valore. Vi sono custoditi buona parte dei reperti provenienti dalla necropoli di Monte Saraceno, ma ci sono anche stele daunie, vasi dauni e apuli e utensili litici. La parte antropologica ed etnologica è ricca di migliaia di oggetti provenienti dalla vicina Monte Sant’Angelo e da Mattinata. Nelle masserie e nei casolari sono stati recuperati oggetti e testimonianze della cultura contadina. Inoltre non mancano la statuaria di San Michele e i tipici gioielli popolari.

Infine, un tuffo nel Gargano interno a Borgo Celano, con la visita al Vivaio Forestale della sede storica del Consorzio di Bonifica Montana del Gargano, nel comune di San Marco in Lamis. Istituito in collaborazione con l’Ente Parco Nazionale del Gargano, il Vivaio Forestale per la conservazione della biodiversità vegetale del Gargano è finalizzato alla produzione di piante autoctone per rimboschimenti, ingegneria naturalistica, recupero di siti degradati e per la tutela di specie fruttifere in via di scomparsa (frutti antichi).

Tra le iniziative speciali, previa prenotazione e con mezzi messi a disposizione dal Consorzio di Bonifica Montana del Gargano, si terranno inoltre escursioni per visitare alcuni interventi contro il dissesto.

Nel resto della Puglia

Nella Bat da non perdere con la collaborazione della Pro Loco di Margherita di Savoia e della Cooperativa di Comunità “Margherita” Impresa Sociale, il museo della salina di Margherita di Savoia, articolato in più sezioni. L’allestimento museale, realizzato nel 2007 in un vecchio magazzino del sale, racconta il territorio integrando il punto di vista socio-storico-geografico con quello tecnico-scientifico. Le quattro sezioni raccontano storie di donne e di uomini, di acque e di terre. Storia di un eterno, doloroso contendere, tra i salinari e queste due entità. Nelle due giornate verrà proiettato un film-documentario dal titolo “La vita della laguna” a cura di Salvatore Giannino.

Sempre nella Bat saranno visitabili la Torre Pietra a Margherita, Santa Maria degli Angeli dei Greci a Barletta.

In terra di Bari è un’occasione da non perdere la visita all’architettura conventuale dei Cappuccini a Molfetta, mentre è suggestivo il percorso delle stradine del piccolo quartiere dell’antica Giudecca di Conversano. La documentazione storica di atti notali del notaio Jacopo de Sire Goffredo attesta la presenza in Conversano di una comunità di Ebrei sino alla prima metà del XVI sec. Nel Regno di Napoli fino ai primi del ‘500 gli Ebrei furono tollerati, ma nel 1503 il re Ferdinando il Cattolico li obbligò a portare un segno rosso sul loro abito e l’anno successivo li espulse. In Conversano il ricordo della “Giudecca” rimase a lungo, tanto che se ne fa menzione nel Catasto provvisorio murattiano sino al 1815: dagli atti in esso riportati si può ragionevolmente ritenere che la “Giudecca” di Conversano si trovasse in una zona in quartiere aggregato alla città dalla fine del Cinquecento rinchiusa tra via Stefano Martino, ad angolo con via Signorella, via San Gaetano e Rampavilla.

Magico lo scenario della campagna di Monopoli, dove è possibile apprezzare un frantoio, ipogeo, il cui periodo di attività sembra potersi collocare tra il XIII e il XVI secolo. Il frantoio fu realizzato all’interno di grotte scavate nel tipico tufo locale, che pare abbiano avuto una fase di vita precedente, ma anche una funzione diversa, collocabile tra X e XI secolo.

A Gravina la Fondazione “Ettore Pomarici Santomasi” che si trova nel cuore della città antica in un palazzo seicentesco, ospita, nei due piani che lo costituiscono, il museo, la biblioteca, l’archivio storico e le sale di lettura.

A Lecce sono aperte l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, il Tempio di Tancredi, il Museo Ebraico Jewish Museum e Sant’Oronzo fuori le Mura.

A Brindisi Palazzo Montenegro e la Cripta basiliana di Santa Maria della Nova ad Ostuni

Nel tarantino la Pineta Regina di Marina di Ginosa, il Piano nobile di Palazzo Stola, l’ipogeo di Palazzo Stola e l’ipogeo di Palazzo Spartera.

In particolare il piano nobile di Palazzo Stola è una esperienza da vivere. Esso contiene alcuni reperti di valore storico inestimabile come, forse, una delle porte che ornavano la famosa villa Santa Lucia del Capecelatro. Due autentici e inediti tesori d’arte ornano le volte dei due saloni posti uno di fronte l’altro. In uno, un dipinto su tela, è impressa la firma del suo autore: Domenico Carella e la data di esecuzione 1770. Siamo negli anni che caratterizzarono la presenza a Taranto del famoso artista francavillese anche in altri palazzi nobiliari come palazzo Pantaleo e palazzo Fornaro. Il soggetto iconografico, poco diffuso, è tratto dal Vecchio Testamento e rappresenta “Giuseppe e la moglie di Putifarre”; l’altro dipinto invece ha come soggetto “Il Giudizio di Paride”.

Se si è nel tarantino, non si può non fare un salto a Metaponto. È aperto il parco archeologico, situato a nord di Metaponto Borgo, che comprende il santuario urbano, parte dell’agorà, il quartiere artigianale per la produzione delle ceramiche (kerameikos) e il grande asse viario nord-sud (plateia) su cui s’imposta l’intero impianto urbano. Nell’insieme sono riconoscibili le tracce di una notevole quantità di monumenti che hanno segnato la vita civile e religiosa della colonia, dalle fasi iniziali della sua fondazione fino alla conquista romana avvenuta nel III secolo a.C.

Per informazioni e contatti

https://www.fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/

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