Gli zingari bitontini adoperavano anche un particolare linguaggio, poi ereditato dai Truscianti, che utilizzavano per comunicare tra loro nel corso delle loro numerose azioni criminali, quando i componenti della banda dei Pulcinella, per non farsi riconoscere usavano travestirsi con questa maschera.
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“Tutto è Pulcinella nel tuo teatro”, dice Zeffirelli ad Eduardo, “a Napoli c’è il teatro della vita, ogni personaggio ha il suo palcoscenico, e ogni avvenimento diventa drammatico e universale”: universale sarà un aggettivo che tornerà spesso nella loro conversazione per spiegare la maschera di Pulcinella e forse anche Napoli, città dai mille volti che racchiude tutti i tipi umani.