Open Space, tra scienza e arte: la cultura diventa esperienza nella scuola di periferia

by Germana Zappatore

In un momento difficile per i quartieri di periferia delle città capoluogo, poter costruire reti con le realtà del territorio, permette di creare alleanze importanti finalizzate alla realizzazione di percorsi culturali per i bambini e i ragazzi. L’obiettivo è concretizzare tra loro e la conoscenza ponti importanti per contrastare la povertà educativa culturale e sociale.

È accaduto che la rete sia diventata realtà a Foggia, città di Quarta Mafia travolta dal fenomeno delle baby gang, tra l’Istituto comprensivo Santa Chiara Pascoli Altamura di Foggia, la Regione Puglia col Dipartimento Turismo Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio, Polo Bibliomuseale, il Comune di Foggia, l’Aps Mira, la Piccola Compagnia impertinente, la Scuola del Fumetto, la Cooperativa Louis Braille, l’Associazione Giovani Unesco, la società astronomica pugliese e The Lunar Society scienza spaziale.

Il progetto Open Space, viaggio nel mondo della scienza spaziale e dell’arte, rientra nell’ambito Mibac Cultura Futuro Urbano e durerà otto mesi, trasformando il quartiere della scuola Altamura, il Candelaro (uno dei più noti rioni in cui vivono le famiglie di alcuni boss di mafia) in un palcoscenico e in serie di laboratori, sede di mostre ed eventi capaci di dare nuova visibilità e vita ad un luogo disagiato.

Il progetto è centrato sulla Scuola secondaria di primo grado, l’anello più debole della scuola italiana, ma secondo la dirigente Mariolina Goduto la scuola secondaria inserita in un Istituto comprensivo ha un altro percorso di vita, perché entra in un contesto di sperimentazione, di collegamento con i due gradi precedenti, di continuità.

“Il lavoro di prevenzione inizia molto presto- rimarca a bonculture insieme all’assessora comunale alla Pubblica Istruzione Claudia Lioia– noi non possiamo intervenire sulla fase dell’adolescenza, bisogna intervenire quando i bambini sono molto piccoli con azioni di legalità, ma intendendo questo termine come un concetto molto ampio, perché nella legalità c’è tutto: ci sono le competenze sociali, c’è la solidarietà, la cooperazione e la voglia di stare insieme. Questo progetto del Mibac ci dà questa opportunità, si chiama: scuola attiva la cultura. È un concetto che mi è piaciuto già a partire dal nome, perché difficilmente la scuola viene riconosciuta come una agenzia culturale, ma solo come un’agenzia formativa. È intesa solo come luogo di trasmissione dei saperi dalla gente comune. Questo bando è giocato invece su un bellissimo presupposto: le città cambiano soltanto a partire dalla promozione culturale e la scuola è l’agenzia che promuove la cultura. Ci hanno chiesto di incidere su un quartiere complesso e abbiamo scelto naturalmente il Candelaro, che è più di un quartiere, ci abitano 20mila abitanti. Vogliamo rompere i pregiudizi e purtroppo ne abbiamo ancora moltissimi. E invece qui i genitori sono molto presenti e collaborativi. Il bando è giocato sull’idea di partecipazione civica e sull’idea di un collaboratorio, ossia un posto in cui la gente si ritrova per ascoltare, non come sono gli organi collegiali che non servono a niente, ma per partecipare, per coinvolgere e per far fare le esperienze. Qui si faranno esperienze, eventi, laboratori, mostre, spettacolo teatrali, visite di musei, il tutto mettendo in stretto collegamento i minori con gli adulti. Gli adulti impareranno attraverso le esperienze dei bambini, chiamando la gente alla co-progettazione, ad esserci e a capire bene, a comprendere, dibattere e partecipare”.

Il Candelaro è un quartiere che ha voglia di rivalersi e la scuola Altamura è molto ampia e bella all’interno. Arte e scienza, ci saranno laboratori di pittura murale e di astronomia, in un viaggio che collegherà il sapere scientifico con quello narrativo, per due linguaggi che si scopriranno trasversali.

“La cultura fa evolvere le città- prosegue la dirigente- la cultura se la trasmetti fai poco, se la fai vivere fai molto. E si fa vivere attraverso l’esperienza. Ecco perché le attività laboratoriali per noi sono il nucleo del progetto e di tutti i nostri progetti. Open Space si può intendere in maniera fisica e in maniera simbolica: il plesso sarà aperto in orari extracurriculari, al sabato e alla domenica, quando si possono avere i genitori. Ci saranno genitori che non sono mai entrati in un museo: organizzeremo le visite al museo insieme agli attori che interpreteranno i musei e daranno l’opportunità di viverlo non come un luogo distate, complicato, destinato solo ad alcuni intellettuali, ma con l’uso del corpo, della gestualità, della voce aiuteranno tutti a giocare e ad intenderli come luoghi di esperienza. Ci saranno delle mostre, la produzione di libri tattili in 1000 copie, con un’azione di documentazione. Si parte dalla co-progettazione e faremo capire ai genitori quanto è importante stare insieme ai ragazzi”.

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