“NIKETCHE Una storia di poligamia” di Paulina Chiziane e il vincolo di disagio e sottomissione delle donne in Mozambico

by Agnese Lieggi

La poligamia è una rete da pesca lanciata in mare.

La poligamia è un ululato solitario alla luna piena.

La poligamia è una processione di spose, ognuna con il suo manicaretto per nutrire il signore…

Ci sono diversi modi di fronteggiare una difficoltà personale, soprattutto se si tratta di una condizione che annega la sensibilità individuale e collettiva. Ce lo insegna Paulina Chiziane, all’interno del suo NIKETCHE Una storia di poligamia, edito da La Nuova Frontiera, traduzione dal portoghese in lingua italiana a cura di Giorgio de Marchis.

Quella della nostra autrice è una penna acuta, che mette a disposizione un radicale, ironico e intenso modo di affrontare la tematica della poligamia vissuta dal punto di vista femminile. Paulina apre le porte della cattedrale del suo io, per condividere un’ esperienza che la scuote profondamente affidando ai suoi lettori una speranza. La poligamia vissuta in Mozambico, ieri ma ancora oggi nasconde una visione diffusa e malcelata dell’amore che arriva nelle società falsamente monogame come forma coraggiosa di condivisione, invece nella realtà concede all’uomo una condizione di scelta e libertà e alla donna un vincolo di disagio e di repressione. Bisognerebbe approfondire le varietà sociali e tutto ciò che ne deriva, prima di creare falsi miti ideologici sull’argomento, per riuscire ad adottare un modello di parità amorosa e sociale.

Paulina Chiziane, descrive la trama familiare di Rami, donna del sud del Mozambico. La protagonista/narratrice si ritrova tradita e scambiata con altre quattro donne, assoggettata alla pratica poligama del marito Tony. Rami si mette in viaggio per conoscere le altre mogli del marito e con sorpresa trova nella casa di ciascuna delle sue rivali qualcosa che nel suo rapporto coniugale le è proibito: passione e amorevolezza. In casa di Julieta, per esempio, trova una fotografia alla parete che la ritrae con il marito, in una pubblica esibizione d’amore. Uno dopo l’altro, gli incontri tra Rami e le altre mogli, si svolgono in maniera violenta, le donne combattono con le unghie e con i denti, come femmine in difesa del proprio maschio, fino al punto in cui, al primo incontro con Luisa, la terza moglie di Tony, le due finiscono in prigione. Solo allora Rami riesce a rendersi conto che, in effetti, la sua solitudine è condivisa anche dalle altre mogli ed inizia così a fondare una vera e propria relazione con loro che sfida i luoghi comuni e il sistema, instaurando una vera e propria relazione di sorellanza.

Niketche (parte del titolo del libro) è il nome di un danza tradizionale originaria della provincia di Zambezia, un titolo che probabilmente Paulina Chiziane inserisce come elemento di luce, che anticipa già il senso di un certo tipo di scrittura carica di creatività mozambicana in quanto ad inventiva e ad oralità stilistico-espressiva. Infatti, la sua struttura testuale e linguistica, nonché i simboli inseriti al suo interno, mantengono vivo il legame con la narrazione orale e con le principali caratteristiche della cultura e della scrittura africana, come per esempio la miscela di umorismo, gli elementi soprannaturali, la satira, i continui riferimenti ai miti tradizionali, la bellezza femminile come fatto culturale e la denuncia sociale. Come lettore ti ritrovi immerso totalmente in Mozambico in un circuito di elementi così caratterizzanti e specifici, che Niketche, diventa un racconto in grado di trasmettere i modelli, il contesto culturale e socio-politico africano vissuto da Rami e Tony, lontano dai canoni estetici più occidentali.

Chi è Paulina Chiziane? Una delle voci più intense e originali del panorama letterario in lingua portoghese, esponente della letteratura africana, ha ricevuto nel 2021 il prestigioso Premio Camões (premio  istituito dal governo del Brasile e del Portogallo nel 1988, attribuito agli autori che hanno contribuito all’accrescimento del patrimonio letterario e culturale della lingua portoghese). Cresciuta nella periferia di Maputo, ha studiato all’Università Eduardo Mondlane. Inizia la sua attività letteraria nel 1984, pubblicando racconti su diverse riviste mozambicane. Durante la guerra civile ha collaborato con la Croce Rossa Internazionale in alcune delle zone più colpite dal conflitto. Nel 1990 ha pubblicato Balada de Amor ao Vento. Con Niketche. Una storia di poligamia ha vinto il prestigioso premio José Craveirinha, assegnato dall’Associazione degli scrittori mozambicani al miglior romanzo dell’anno. Le sue opere sono state tradotte in molte lingue, tra cui il francese, lo spagnolo, il tedesco e l’italiano.

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