“Splendi come vita”: tutto cicatrizza a nostra insaputa per le protagoniste di Maria Grazia Calandrone

by redazione

Si conoscono molte cose con l’intelligenza umana: i segreti dell’universo, i meccanismi neurobiologici, neurofisiologici e neurochimici che stanno alla base del funzionamento cerebrale, ma altrettanto determinante per il sentire dell’uomo, è la conoscenza delle emozioni dai sentimenti dagli affetti alla vita emotiva:quell’alfabeto delle emozioni, che in splendi come vita è un’esplosione di gioia, tristezza, malinconia, speranza.

Mi piace descrivere “Splendi come vita” di Maria Grazia Calandrone come la ricerca di senso, di tempo, proustianamente di tempo perduto, che è il tempo interiore, ma al tempo stesso un tempo esteriore, è un tempo apparentemente perduto in quanto legato al passato, ma sempre vivido, attraverso la memoria della figura della madre, laddove presente e futuro sono il racconto della figlia narrante. Il tempo è l’orizzonte delle emozioni, ma è anche quello del senso, ossia di ciò che la scrittrice prova e rivive: la sua trepidante immaginazione, la sua fantasia, la sua malinconia. Le emozioni che evaporano dal romanzo sono friabili, delicate,impalpabili e rugiadose,così da trasformare qualsiasi esperienza emozionale, del passato e del futuro,in un’esperienza senza confini, pascalianamente senza intermittenze del cuore,senza interruzioni, in breve: emozioni colorate. Tutta la narrazione di Maria Grazia, come viene chiamata la protagonista del romanzo dalla madre, all’interno stesso del percorso narrativo, sprofonda in un tempo indifferenziato, in un girotondo esistenziale, alla ricerca del tempo del senso della vita,che trasuda sin dalle prime pagine dell’opera. Bellissimo questo passaggio della scrittrice che così dice: “La vita ci ignora, ignora soprattutto i pregiudizi e l’ovvio. Tutto cicatrizza, a nostra insaputa”.

Ed ancora si sofferma quando affronta gli squarci esistenziali dicendo Le ferite si aprono e si chiudono , come valve nel profondo del mare della dimenticanza, gli episodi sommersi lampeggiano, mentre la nostra superficie agisce, compra una giacca di velluto liscia di color granata,e ne fa benzina. Le parole miliari ritornano ad abitare gli spazi interiori del racconto , MADRE_VITA e sono quelle che ricordano tutto ciò che non sappiamo di ricordare le affidiamo alla memoria. per poi dimenticare, ancora e ancora, e ripassare il raschietto sulla cera dei giorni.”In conclusione E per dirla con le parole di Marcel Proust in La ricerca del tempo perduto,

“Il vero viaggio di scoperta, come questo libro pullulante di un arcobaleno di colori emozionali, non consiste nel trovare nuovi territori,ma nel possedere altri teneri occhi, e vedere l’universo attraverso gli occhi di un altro, di centinaia d’altri: di osservare il centinaio di universi che ciascuno di loro osserva, che ciascuno di loro rappresenta.

Maria Titty Gambatesa

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