Tutti dentro al Game, ma leggiamo ancora i libri

by Antonella Soccio

Chi sono queste famose élites? In un articolo di Repubblica dell’11 gennaio 2019, che è già letteratura, lo scrittore Alessandro Baricco ha provato a rispondere. 

“Il medico, l’insegnante universitario, l’imprenditore, i dirigenti dell’azienda in cui lavoriamo, il Sindaco della vostra città, gli avvocati, i broker, molti giornalisti, molti artisti di successo, molti preti, molti politici, quelli che stanno nei consigli di amministrazione, una buona parte di quelli che hanno in casa più di 500 libri: potrei andare avanti per pagine, ma ci siamo capiti. I confini della categoria possono essere labili, ma insomma, le élites sono loro, quelli umani lì”.

Nel suo ultimo libro edito da Einaudi, The Game, Baricco espone con grande efficacia, anche didascalica e pedagogica in certi punti, l’isolamento cieco delle élite e l’immobilismo culturale di chi fa informazione, a tutto vantaggio della nuova élite tecnologica ed ingegneristica californiana, che nei decenni ha trasformato le istanze di libertà e di democrazia diretta del ’68 in un gigantesco immaginario visuale, tramutato in tante app.

La complessità emerge sulla superficie degli schermi sotto forma di icone. In un gioco continuo, di connettività e di second life, che lo scrittore chiama “oltremondo” e che include tutti i connessi in un rinvio perenne di like, di premialità e di istantanea dopamina data dai post. Lo smartphone è una protesi. Faccia-schermo, polpastrelli-complessità. Anima-immagine. Sentimenti inconsci profondissimi-immediatezza cristallizzata in un istante.

Il Game è una prosecuzione dell’economia della conoscenza, teorizzata anni fa da Toni Negri.

Gli utenti o meglio i cittadini sono caratterizzati da molte connessioni interpersonali, sono molto informati e costantemente aggiornati sulle novità, i più attivi, riconosciuti dagli altri come “leader” sono gli influencer, si sa. Persone che hanno la capacità di causare un effetto, indurre un cambio di comportamento e spingere risultati misurabili online.

Il libro è un utile strumento per comprendere anche come il Game determini i cambiamenti politici. Senza ricorrere alle fake news, anche tutte le dinamiche delle community, dai tavoli alle sagre del programma pugliesi, fino alla piattaforma Rousseau che altro sono se non dei meccanismi ludici in cui l’esperienza si trasforma in momento di socializzazione giocosa?

Da un lato, la vecchia élite e dall’altro la nuova. Una di fronte all’altra, ben riconoscibili. “Paciosa e un po’ imbolsita, agée, irrimediabilmente piena di sé e ancora potente, la prima. Vagamente artificiale, fredda, quasi impersonale, sicura di sé ma presa alla sprovvista, la seconda. Neanche si può dire chi abbia vinto: è come chiedersi se è più forte l’aquila o il ghepardo”, è la bellissima descrizione di Baricco, quando ripercorre l’audizione di Mark Zuckerberg al Senato degli Stati Uniti.

La élite del Game sono quelle che hanno trasformato la post esperienza in una versione intelligente del multitasking. Le nuove élite si muovono bene nel mondo virtuale, caratterizzato dalle tecniche del gioco. Sono velocissime nel movimento intellettuale e sono di rado capaci di comprendere le cose ferme, perché non le vedono.

Bellissima una delle tante liste di Baricco. Che fanno le nuove élite? L’autore elenca innumerevoli caratteristiche ed impegni. Citiamo i migliori:

“Ha lasciato il lavoro in banca per fare il panettiere. Non si è mai pentito”. “Lavora nell’editoria digitale. Legge ancora i libri”.  

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