“Sant’Elia, dopo San Nicola, è il secondo santo più venerato in Russia. Stiamo cercando nell’interland di Mosca delle cittadine, simili a Peschici per ampiezza, che abbiamo il culto di Sant’Elia e che possano gemellarsi con noi”
Peschici
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La festa della “Vergine di Loreto” si celebra (tempo permettendo…) il lunedì successivo alla Pasquetta. E’ tradizione preparare graziosi dolci come i “can’strillë”, a forma di cestelli con un uovo in mezzo, e altre specialità come i “panettelle” e i “culace“.
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Fino agli anni Sessanta, a Peschici si rappresentava un’antica “sceneggiata” i cui personaggi venivano interpretati sempre dagli stessi attori. La tradizione che sembrava scomparsa con loro, recentemente è tornata a rivivere
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Il culto dei morti è sempre stato sentito a Peschici. Tale rispetto veniva esternato non solo con il lutto ma soprattutto con la preghiera; e si pregava per i defunti specialmente in questa chiesetta. La Congrega del Purgatorio, detta anche della Morte, vi celebrava la Settèna dei morti cioè sette giorni di preghiere per i morti.
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Turismo
L’imprenditore Matteo D’Amato, una vita nel turismo a Peschici e un sogno che rincorre da 40 anni
A due passi dalla spiaggia di Peschici sorge una delle strutture alberghiere più gettonate e ricche di storia del Gargano, l’Hotel D’Amato con circa 80 camere e 20 nuovissime suite. L’albergo ha uno stile mediterraneo, due piscine, ampi spazi all’aperto e basta soffermarsi qualche minuto al suo interno per restare colpiti non solo dalla cura dei dettagli negli arredi ma anche dalla cordialità dell’accoglienza e da un livello professionale alto. L’intervista a Matteo D’Amato
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Nella precarietà dell’esistenza, la morte era un evento da preparare per tempo. Passati i quarant’anni, la donna cuciva il corredo “specifico” per sé e per il proprio compagno, poiché non si poteva mai sapere… «nu cunte, na càuse», meglio evitare di farsi trovare impreparati ed esporsi ai pettegolezzi della gente! Ogni anno, l’insolito corredo veniva lavato durante la “luscìa”: doveva essere sempre bianco e profumato di serpillo. «Nun putesse mai sirvì!»: era questo l’augurio che passava di bocca in bocca, mentre i vari capi di lino e di cotone, impreziositi da orli a giorno e da ricami, venivano lavati ed asciugati.
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Tutti i peschiciani si avvicendano ad onorare il santo e, come una volta, strofinano un fazzoletto che serve a tergere la fronte, il viso e il collo al parenti malati (ma anche ai sani) per auspicarne la guarigione o la preservazione dai mali grazie all’intercessione di Sant’Elia
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Nel marzo 1968 Ignazio Silone pubblica L’avventura di un povero cristiano con una dedica emblematica: «La solita storia».…
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Durante il rastrellamento del 3 febbraio 1945 Vincenzo fu ucciso in combattimento presso Pollone (Biella) insieme al fratello Antonio.
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1 chilo di farina 00 350 grammi di zucchero 250 ml di vino bianco 200 ml…
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