Seconda fase, quella del voto, per le “Storie digitali” di Informatici Senza Frontiere, progetto di inclusione e divulgazione tecnologica

by Alesssandra Nenna

Se c’è un collante, uno spazio dove i sensi possono trovare un dialogo, quasi certamente in quel luogo anche l’arte troverà facile domicilio. Una prospettiva cara all’iniziativa “Storie digitali”, il concorso per racconti da ascoltare promosso dall’organizzazione no profit Informatici senza frontiere e ideato da Emanuela Ferri, appartenente alla delegazione pugliese coordinata da Chiara De Felice.

Il progetto è nato per raccogliere storie “dal basso” ispirate al connubio tecnologia e pandemia che potessero ispirare l’arricchimento dell’allestimento della mostra Sensoltre, appuntamento che, a partire dal 2013 è stato riccamente partecipato dal pubblico al punto da divenire itinerante per tutta Italia.

“Storie digitali” dallo scorso 10 aprile è entrato nella seconda fase del proprio percorso, quella relativa al voto dei racconti selezionati e disponibili per la lettura e l’ascolto, su una sezione apposita del sito. Ventotto le storie selezionate la cui principale novità è che possono essere ascoltate grazie all’applicazione Strillone, scaricabile gratuitamente. Strillone, ideata e messa a punto sempre da ISF, è nata col proposito di fornire a non vedenti o ipovedenti un supporto per l’audio-lettura di quotidiani e altri contenuti testuali. Nel tempo hanno trovato spazio su Strillone anche fiabe e, ora, i racconti del concorso.

“Abbiamo notato – dice la Ferri – che l’iniziativa legata ai racconti ha fatto incrementare i download dell’applicazione; circa cento nell’ultimo mese. Questo fa supporre che in tanti, anche e soprattutto normodotati, abbiano optato per l’uso del sintetizzatore vocale nonostante questo restituisca una voce alquanto meccanica. Sicuramente ha contribuito la curiosità di conoscere i racconti attraverso questa modalità di lettura, ma credo che si sia scoperta funzionale e utile anche a persone anziane che fanno fatica a leggere caratteri piccoli sul display di un telefono. Non trascurabile è anche l’idea di un evidente risparmio di tempo quella di farsi leggere qualcosa mentre si è occupati in altre faccende. Sarebbe bello poter implementare l’offerta delle testate giornalistiche disponibili perché al momento c’è solo Repubblica. Tra l’altro le incombenze tecniche sarebbero gestite dai nostri collaboratori di ISF”.(1)

Che si voglia confrontarsi o meno con Strillone, sarà sufficiente cliccare il seguente link per concedersi una lettura variegata tra ben ventotto racconti e scegliere i propri tre preferiti. (https://www.informaticisenzafrontiere.org/storie-digitali-i-racconti-da-ascoltare-e-votare/?fbclid=IwAR1I9YZjWW8PJQJqNGzj0_eOIk7P7bIsSSXjrCzqvb_UldqccjPnAoDMtlc

“È stato interessante scoprire – continua Emanuela Ferri – come diverse persone normodotate abbiano avuto difficoltà nell’usare Strillone perché ci hanno contattato privatamente per riuscire a muoversi all’interno dei menu. Abbiamo quindi creato e condiviso sulle nostre pagine un video esplicativo. Ciò consente una riflessione a margine importante, ovvero che tutto dipende dalla esperienza personale e che ogni qual volta il contesto conosciuto cambia, è necessario reimparare. Allora dovremmo qualificare diversamente anche i cosiddetti “normali” perché chi si è saputo destreggiare meglio in questa situazione sono gli altri, le persone che solitamente sono in difficoltà. Significa dunque che la realtà pone in temporaneo disagio qualcuno che rispetto a una data situazione ha poca conoscenza”.

Sarebbe bello se questo momento storico riscrivesse le categorie mentali. Ed è forse in parte possibile addentrandosi in quei ventotto racconti, che è come provare a entrare in case altrui attraverso finestre digitali che si aprono verso l’interno, su una storia privata che però, da più vicino, ha riguardato e riguarda tutti. Perché ciascuno di noi, da esperto o profano, ha dovuto confrontarsi con la tecnologia durante la chiusura pandemica. Per molti ha significato creare nuove opportunità e occasioni di confronto. Un mondo privato che si connette al sentire di tutti. Qualcuno ha parlato di tecno affetto come residuo di umanità che permette di non scivolare via da una lezione su Zoom su cui si è rimasti gli unici partecipanti. Si descrive poi una donna, madrelingua inglese che si ritrova a insegnare la lingua a dei ragazzi disabili senza averlo mai fatto prima, divenendo lei stessa spettatrice di magiche sessioni di danza tenute da una ragazza non vedente, o di lezioni di cucina e art attack. Segue una mamma malata di assenza di ricordi che viene riprodotta in loop da suo figlio che ne ha registrato il ballo finale. Ancora, ma non ultimi, i diari di “vicinanza sociale” e per contro la difficoltà, o la sfida, in un mondo che cerca di restare connesso h24, di imparare a essere in solitudine come momento di crescita e riscatto. Storie semplici, a volte descritte con ironia, dove prima che la cura della parola, c’è quella dell’emozione che forse stride con la voce metallica che la riproduce. L’invito è cercare di conoscerle tutte.

Sarà possibile votare le “Storie digitali” fino alla fine di maggio, Giornalmente, sulle pagine social di ISF, viene presentata a rotazione una coppia di racconti. Le tre storie che avranno maggiormente entusiasmato i lettori e ricevuto più voti, saranno tradotte in quadri tattili, ovvero sculture arricchite di dettagli in 3D materici come legno, juta, stoffa o sabbia. Le opere saranno realizzate come nelle precedenti edizioni di Sensoltre dall’artista autodidatta Giovanni Pedote, in arte Giope. Ogni quadro sarà poi accompagnato da un testo recitato che rielaborerà i racconti e li correderà di sottofondo sonoro. La fruizione della mostra sarà, come nel passato, rigorosamente a occhi chiusi guidata solo attraverso le mani affinché emerga e sia vissuta in toto l’esperienza artistica e sensoriale.

  1. Le testate eventualmente interessate possono contattare la persona di riferimento all’indirizzo mail dino.maurizio@informaticisenzafrontiere.org o, in alternativa scrivere a segreteria@informaticisenzafrontiere.org

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