Non amava essere al centro dell’attenzione, eppure il suo sorriso, la sua professionalità ed i modi semplici e garbati hanno conquistato per sempre i cuori di chi l’ha conosciuta e dei colleghi giornalisti di Capitanata con cui ha collaborato. Il 6 ottobre 2015, esattamente quattro anni fa, non ancora quarantenne se ne andava in punta di piedi Anna Castigliego, un’eccezionale e caparbia ragazza che aveva il cuore intinto nell’inchiostro.
Maria Teresa Valente
Maria Teresa Valente
Giornalista pubblicista dal 2000 esercita anche l’attività di mamma full time di due splendidi bambini: Vanessa e Domenico. E' nata e cresciuta a Manfredonia (FG), sulle rive dell’omonimo Golfo, nelle cui acque intinge quotidianamente la sua penna e i suoi pensieri. Ha diretto diversi giornali di Capitanata, tra cui, per 10 anni, Manfredonia.net, il primo quotidiano on line del nord della Puglia. Ha pubblicato articoli ed interviste per diverse testate digitali e cartacee, sia locali che nazionali. Lavora come giornalista freelance, ufficio stampa per eventi e consulente di comunicazione. E' laureata in Lettere Moderne ed è appassionata di storia. Non ha ancora deciso se vorrebbe rinascere nei panni di Oriana Fallaci o in quelli di Monica Bellucci. Nel frattempo indossa con piacere i suoi comodissimi jeans, sorseggiando caffè nero bollente davanti alla tastiera mentre scrive accompagnata dalla favolosa musica degli anni ‘70 e ‘80.
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Infermiera: bisturi, Guns n’ Roses e poi Linkin Park”. Siamo nella sala operatoria del reparto di Chirurgia Toracica dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. A parlare, rivolgendosi ad una solerte e concentrata collaboratrice, è, direttore dell’Unità Operativa Complessa
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Nei vari numeri del bollettino vi si trovano narrate con enfasi e ‘ardore’ le storie di diversi manfredoniani che giovanissimi sono caduti in guerra divenendo eroi in patria. Vi è Michele Spagnuolo, morto in Africa; il cannoniere Giovan Battista Cataleta, deceduto in servizio sulla torpediniera “Climene”.
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“La città non può essere passiva”, ha rincarato la dose Saverio Russo, prendendo ad esempio la chiusura durata ben cinque anni del Museo Nazionale Archeologico di Manfredonia, l’unico dell’intera Capitanata, e di cui ben pochi si sono lamentati, lasciando passare come fosse qualcosa di normale ciò che invece è stato di una gravità sbalorditiva.
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“Il gioco del potere non vuole spettatori”, ha svelato sibillina. E siamo tutti costantemente controllati per poter essere ricattati.
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MusicaStorie
Charlotte Corday, l’assassina dal viso d’angelo che ispirò il capolavoro del musicista manfredoniano Bellucci
Il preludio di “Carlotta Corday” fu eseguito per la prima volta a New York il 14 settembre 1913. Un pezzo di storia francese, che trasposto in un eccelso componimento musicale riscosse enorme successo oltreoceano, divenendo dunque anche un gioiello italiano
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“Le stele, tali singolari monumenti, databili fra l’VIII e il VI secolo a. C., documentano attraverso un linguaggio per immagini, lo sviluppo autonomo della civiltà daunia”
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La storia non si fa con i se e con i ma, però chissà cosa sarebbe stata Manfredonia senza l’Enichem, senza il porto industriale per servire un’area industriale mai decollata che oggi cade letteralmente a pezzi, e senza quei nastri d’oro balzati sui media nazionali per un incredibile giro di tangenti che gli valse appunto il dorato appellativo
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Uno dei suoi ricordi più belli è quando nei primi anni ’70 tiene un concerto in piazza Duomo a Manfredonia: in prima fila i suoi compagni di scuola e le loro famiglie. “Per me erano come dei fiori lì davanti al palco”, racconta con un’emozione ancora palpabile. E in quella città dov’è cresciuto, Manfredonia, Nicola ha i suoi ricordi più dolci e cari: le prime cotte, i compagni di vita e di una vita, e le seppie, che sua moglie Agnese, mi dice, ha imparato a pulire come una manfredoniana!
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Arte
“Ich liebe Manfredonia”. Lettl, l’artista tedesco simbolo della caduta del muro innamorato del Golfo
Wolfgang Lettl ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama artistico internazionale. Tanto gli deve la Germania, ma molto gli deve anche l’Italia dove, nel 1973, trovò una sua seconda patria, trasferendosi con sua moglie Franziska dalla città tedesca di Augsburg, dove era nato, nel villaggio di Sciale delle Rondinelle, a Manfredonia, alla ricerca di luoghi in cui trovare ispirazione per le sue opere