Torna a Bari, per l’ottavo anno consecutivo, World Press Photo, il concorso di fotogiornalismo più prestigioso al mondo

by Angela M. Lomoro

La 64esima edizione della mostra, dopo l’anteprima nazionale che si è svolta a Palazzo Madama a Torino, è allestita all’interno del teatro Margherita, con le sue otto sezioni (Contemporary Issues, Environment, General News, Long-Term Projects, Nature, Portraits, Sports, Spot News) e con i 159 scatti dei fotografi vincitori.

Per questa edizione sono state 74.470 le fotografie giunte da 4.315 fotografi provenienti da 130 paesi. Per la prima volta nella storia, le opere sono state valutate online da parte delle giurie specializzate, presiedute da NayanTara Gurung Kakshapati e MuyiXiao.

L’abbraccio tra l’ottantacinquenne Rosa Luzia Lunardi e l’infermiera Adriana Silva da Costa Souza, nella casa di cura “Viva Bem” a San Paolo, è al centro dell’immagine che ha ottenuto il titolo World Press Photo of the Year 2021. La fotografia è stata scattata il 5 agosto 2020, in Brasile, dal fotografo danese Mads Nissen e ritrae la cosiddetta “tenda dell’abbraccio” che ha consentito agli ospiti della struttura di poter riabbracciare i propri cari, dopo i mesi di chiusura dovuti all’emergenza pandemica.  

85-year-old Rosa Luzia Lunardi is embraced by nurse Adriana Silva da Costa Souza. The first hug she receives in five months.

Vincitore della World Press Photo Story of the Year 2021 è il fotografo  Antonio Faccilongo, romano di adozione e di origini baresi, con il suo progetto Habibi (Amore mio), realizzato per Getty Reportage. Le immagini raccontano la storia dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane: sottoposti al divieto di avere visite coniugali e contatti fisici, pur di avere figli, questi detenuti fin dai primi anni 2000 contrabbandano il loro sperma fuori dalla prigione, nascondendolo ad per esempio nei regali agli altri figli. Habibi racconta il loro coraggio, sullo sfondo di uno dei conflitti più lunghi e complicati della storia moderna.

Tulkarem (Palestine), 01/25/2015. Amma Elian is the prisoner Anwar’s wife. He was arrested in 2003 and sentenced for life imprisonment. They have 2 twins born through IVF. Initially, Palestinian women and their families were afraid to declare that they had carried out in vitro fertilization because they could not know the consequences of their choice. At that time religious authorities in Palestine had not clarified their position on IVF. The procedure is now accepted in specific circumstances. In April 2013, issuing a religious edict, the Palestinian Supreme Fatwa Council detailed the restrictions, limiting the process to those men with a long sentence, a marriage consummated before imprisonment, and no other way for pregnancy. The husband and wife also need to fill out paperwork, and families are expected to provide multiple witnesses confirming that the sample belongs to the man. As a result, a greater degree of openness now exists for those who have had children in this manner. During our meeting I asked Amma to take a portrait. I did not ask anything to her, I just got the camera and took this picture.

Fotografo documentarista, filmmaker e docente di fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, Antonio Faccilongo è il primo italiano a vincere questo premio. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione e un master in fotogiornalismo, Faccilongo ha focalizzato la sua attenzione sull’Asia e il Medio Oriente, principalmente Israele e Palestina, occupandosi di questioni sociali, politiche e culturali con l’obiettivo di svelare e mettere in evidenza le problematiche umanitarie celate dietro uno dei conflitti più coperti mediaticamente del mondo. I suoi progetti a lungo termine sulle donne e le loro famiglie in Palestina hanno ricevuto diversi riconoscimenti.

Tra i vincitori in categorie diverse, anche altri due italiani: Lorenzo Tugnoli, primo premio nella sezione Stories-Spot News, per aver raccontato l’esplosione che ha scosso Beirut il 4 agosto 2020, provocando morti e numerosissimi feriti e sfollati; e Gabriele Galimberti, primo premio nella sezione Stories-Portraits per aver realizzato uno scatto sul tema del possesso delle armi da fuoco da parte di cittadini privati. Secondo lo Small Arms Survey, la metà di tutte le armi da fuoco possedute da privati cittadini nel mondo, per scopi non militari, si trova negli Stati Uniti.

Herny Lenayasa, a Samburu man and chief of the settlement of Archers Post tries to scare away a massive swarm of locust ravaging an area next to Archers Post, Samburu County, Kenya on April 24, 2020. A locust plague fueled by unpredictable weather patterns up to 20 times larger than a wave two months earlier is threatening to devastate parts of East Africa. Locust has made already a devastating appearance in Kenya, two months after voracious swarms -some billions strong- ravaged big areas of land and just as the coronavirus outbreak has begun to disrupt livelihoods. In spite of coronavirus-related travel restrictions, international experts are in place to support efforts to eradicate the pest with measures including ground and aerial spraying. The Covid-19 pandemic has competed for funding, hampered movement and delayed the import of some inputs, including insecticides and pesticides. The UN Food and Agriculture Organisation (FAO) has called the locust outbreak, caused in part by climate change, “an unprecedented threat” to food security and livelihoods. Its officials have called this new wave some 20 times the size of the first. Photo: Luis Tato for The Washington Post

Ogni anno la World Press Photo Exhibition viene allestita in oltre 120 città in 50 Paesi del mondo.

La mostra di Bari, come quella torinese, è organizzata da CIME, realtà pugliese tra i maggiori partner europei della Fondazione World Press Photo di Amsterdam. “Il mondo degli eventi culturali e, in particolare, delle mostre, ha attraversato uno dei periodi più bui che si potessero immaginare – è il commento di Vito Cramarossa, direttore di CIME – Nonostante ciò, siamo riusciti quest’anno ad organizzare l’anteprima nazionale della World Press Photo Exhibition 2021 a Torino e, oggi, per l’ottavo anno consecutivo, a portare a casa, a Bari, questa prestigiosa mostra internazionale giunta alla 64esima edizione. Questo appuntamento rappresenta, non solo per CIME, ma per tutta la comunità, un momento importante di riflessione e di riposizionamento rispetto al periodo storico che il mondo sta vivendo. La World Press Photo Exhibition 2021, con i suoi 159 scatti, è un’istantanea dell’anno appena trascorso: un viaggio per immagini attraverso le storie, che mettono a nudo fragilità e grandiosità del nostro pianeta e dei suoi esseri viventi. È doveroso ringraziare – prosegue – tutti coloro che ogni anno ci sostengono ed in particolare le Istituzioni come la Regione Puglia ed il Comune di Bari che, di anno in anno, rinnovano la loro disponibilità e collaborazione e senza i quali sarebbe difficile realizzare questa esposizione in Puglia”.

All’inaugurazione della mostra a Bari, il 14 ottobre, hanno partecipato anche il sindaco di Bari, Antonio Decaro, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

“Torna a Bari World Press Photo, la mostra di fotogiornalismo più prestigiosa al mondo che ogni anno, attraverso l’esposizione di alcuni degli scatti più significativi realizzati negli ultimi dodici mesi, ci consente di viaggiare verso luoghi e attraverso storie che non conosciamo – ha spiegato il sindaco di Bari, Antonio Decaro – Un’opportunità che assume maggior valore quest’anno, durante il quale abbiamo dovuto rinunciare per tanto tempo agli spostamenti, ai viaggi e alle relazioni con gli altri. Quello tra la città di Bari e la mostra è ormai un sodalizio importante, che si consolida sempre di più, e rappresenta uno degli eventi di punta di una lunga stagione di appuntamenti culturali finalmente ripartiti in presenza. Quindi siamo doppiamente soddisfatti del ritorno di World Press Photo e delle emozioni che ogni anno è in grado di regalarci, in un teatro, il Margherita, restituito alla città nel suo splendore e con tutte le sue potenzialità attrattive”.

Oltre alle fotografie esposte, la mostra  raccoglie anche i risultati dell’undicesima edizione del World Press Photo Digital Storytelling Contest, che premia i cortometraggi, i documentari e le produzioni interattive. La giuria, composta da sette importanti narratori digitali ed editori multimediali da tutto il mondo, ha selezionato 9 opere tra le 335 in gara, che affrontano diversi temi, tra cui razzismo e dei suoi effetti a lungo termine, gli effetti della deforestazione sulle comunità indigene del Cile, i danni prodotti dall’arrivo dei tifoni sulle città di mare, la condizione della sanità in Nigeria, la vita delle comunità minerarie durante la guerra nell’Ucraina orientale, il percorso delle donne, dalla gravidanza al parto prima e durante la pandemia da Coronavirus.

Fitto anche il calendario di appuntamenti collaterali all’evento, tra cui due tour della mostra guidati dallo stesso Antonio Faccilongo nel pomeriggio di venerdì 15 ottobre (ore 16 e ore 17) e, a seguire, alle ore 19, un talk in cui, a confrontarsi con il fotoreporter vincitore della World Press Photo Story of the Year 2021 sarà il collega Massimo Barberio. Sempre a cura di Antonio Faccilongo il seminario aperto al pubblico dal titolo “Il racconto per immagini” che si terrà nello stesso teatro Margherita nelle giornate di sabato 16 domenica 17 ottobre, a partire dalle ore 11. 

Ingresso su prenotazione al link: https://forms.gle/K5P24zQ5HheREMPdA

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