EY Capri, le sfide di innovazione e geopolitica e di uno sviluppo sostenibile

by Claudia Pellicano

La prova che l’innovazione è chiamata a superare è quella di rispondere a nuove esigenze, a uno sviluppo sostenibile e a un ripensamento dei vantaggi apportati dalle trasformazioni digitali. 

Una ricerca dell’SWG ha rilevato come il 94% degli imprenditori e manager e il 76% dei lavoratori reputi fondamentale conciliare economia ed esigenze di mercato con la sostenibilità ambientale e sociale, come ribadito dallo stesso Donato Iacovone, AD di EY Italia: «I leader di oggi devono pensare a crescere i leader di domani. Leader che non dovranno solo essere eccellenti tecnicamente e nella gestione di persone e dinamiche di potere, ma a cui si chiederà di saper comunicare, immaginare l’evoluzione della tecnologia e sviluppare empatia e soluzioni nei confronti delle persone e della comunità […] Le nuove generazioni di manager stanno mettendo la sostenibilità del business al centro delle loro riflessioni».

Per uno sviluppo sostenibile, l’innovazione deve necessariamente essere messa a servizio dell’ambiente e dell’individuo, in un nuovo modello di business in grado di coniugare le richieste del mercato con le linee guida tracciate dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che pongono al centro degli obiettivi per il futuro, solo per ricordarne alcuni, l’energia pulita, la salvaguardia ambientale, un’educazione inclusiva e la promozione di un’agricoltura e di un’industrializzazione responsabili.

E per una società che desideri restare al passo con lo sviluppo del mondo digitale e competitiva a livello globale è necessario investire in cultura, istruzione, formazione, ricerca e competenze tecnologiche, come sottolineato da Massimo D’Alema, che vede nella globalizzazione una sfida, ma soprattutto un’opportunità, e sostiene l’importanza di una leadership che eviti il conflitto dei dazi e della guerra cibernetica, letali per l’economia mondiale.

L’ex premier e l’Ambasciatore Umberto Vattani mettono in risalto le potenzialità della nuova via della seta: l’Asia è, ad oggi, la prima area continentale in ambito di ricerca scientifica, e la Cina ricopre un ruolo di assoluta leadership nelle infrastrutture e in ogni iniziativa progettuale, portando avanti una politica che restituisce al Paese una posizione di rilevanza mondiale. Le ambizioni egemoniche di una classe dirigente consapevole della propria storia devono rappresentare, anche per l’Italia, una sfida e un’occasione da affrontare senza ingenuità, in un’ottica che, per l’ex Ministro degli Esteri, può spingersi al di là degli intenti contenuti nell’attuale memorandum. I problemi vanno affrontati, la proprietà intellettuale salvaguardata, ma è impensabile privarsi di un partenariato di cui l’Italia può e deve essere all’altezza. Il negoziato, che coinvolge tutta l’Europa, deve essere condotto con la coscienza di interloquire con una grande potenza, non con un Paese emergente.

I tempi in cui viaggiatori che percorrevano la via della seta diretti verso i territori occidentali venivano ammoniti dei pericoli sono ormai lontani. Le porte di Giada sono aperte.

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