Dai Padri Gesuiti alle lotte sindacali, “La memoria del passato” nei ricordi di Savino Di Palma

by Lucia Lopriore

Fresco di Stampa il primo interessante volume di Savino Di Palma, cultore di storie popolari di Orta Nova e del territorio dei cinque reali siti, prefato da Geppe Inserra, racchiuso nella collana Racconti Popolari, che inaugura la serie “Lo scrigno dei ricordi”, dal titolo: La memoria del passato nei vicoli di Orta, edito dalla casa editrice Borè, pp. 286, ill. b/n, Roma 2022, € 15,50 (i.i.).

Con questo volume un nuovo tassello si aggiunge al corollario delle produzioni di Storia del territorio di Capitanata, un volume che arricchisce le conoscenze dei residenti di Orta Nova e dei concittadini emigrati in altre regioni che leggendo i racconti contenuti nel testo ricorderanno un passato ormai forse dimenticato, ricco di storie di personaggi che hanno contribuito allo sviluppo sociale del paese.

Dai Padri Gesuiti ai nostri giorni l’Autore ripercorre il vissuto quotidiano con una narrazione chiara ed omogenea scandendo luoghi, profumi e ricordi. Le storie partono dai vicoli e dalle strade paesane per riaffiorare alle figure dei personaggi narrati.

Biase Scuccimarra, primo sindacalista ortese che ha lottato con duri sacrifici per far valere i diritti dei censuari recandosi al cospetto di re Ferdinando I; Emilio Campese, medico che sacrificò la propria vita per curare i malati affetti dall’epidemia del colera; don Giuseppe Spinelli, uomo colto e stravagante, appartenente ad una delle più importanti famiglie di proprietari terrieri di Orta Nova; Saverio Molfese, divenuto padre gesuita trasferito ad Ascoli dopo alterne vicende; Paolo Liberti e la consorte Graziella, pizzaioli e pasticcieri; Michele Fanelli, atleta di fama internazionale e, infine, Maria D’Agostino, veggente morta in odore di santità. Questi alcuni dei personaggi che evidenziano, secondo le varie attività, la vita sociale di Orta Nova. Non mancano, inoltre, i racconti degli ottuagenari che narrando i loro ricordi con dovizia di particolari, arricchiscono con aneddoti, fra il serio e il faceto, il volume.

L’Autore, inoltre, non trascura di narrare anche le vicende che caratterizzano la vita dei ragazzi che si accontentavano di giocare negli spiazzi delle strade con quello che offrivano i mezzi di allora, si parla degli anni del dopoguerra, si viveva con poco, con il gioco del calcio o con altri giochi improvvisati dalla fantasia degli adulti e dei compagni più grandi per i ragazzi, mentre le ragazze erano dedite ai giochi formativi che si rifacevano all’economia domestica.

La vita del paese di allora oggi potrebbe apparire monotona, ma era tranquilla e serena. I racconti degli “spiritelli” della casa come: u’ tagliagrasse, u’ skazzamurrill, u’ lupenare, la gurjie de la case, ed altri che alimentavano la fantasia delle mamme per impedire ai figli di uscire durante le ore estive pomeridiane, speravano di spaventarli e, in alcuni casi, ci riuscivano.

C’era poi lo spirito protettore della casa che alimentava altre leggende. Usi e costumi, il matrimonio riparatore, concordato con genitori e sposi, per chi non aveva la possibilità di pagare la festa e invitare parenti ed amici. Per le famiglie abbienti, l’esposizione del corredo, i regali, e quanto altro utile per la nuova vita matrimoniale, preceduta da un fidanzamento casto, era la norma per una coppia onorata. Al matrimonio la donna giungeva illibata, (vergine in capillis).

Fino ai primi anni del Novecento si stipulavano i capitoli matrimoniali alla presenza del notaio di fiducia, fra le famiglie più abbienti dove erano elencati tutti i beni dati in dote alla sposa. Lo sposo veniva dotato del proprio corredo personale e degli abiti. Niente di più. Il tutto era a carico del dotante della sposa. Oggi sorridiamo di fronte a tali usanze e ci sembrano assurde ma fino a pochi anni fa ancora nei paesi le mamme delle spose erano solite preparare il corredo per le figlie già dalla tenera età.

Questi solo alcuni degli aspetti trattati dall’Autore nel testo. Un lavoro ricco di spunti di riflessione che aiuta i meno giovani a ricordare e insegna alle nuove generazioni a conoscere il proprio passato perché, come suol dirsi, senza conoscere le nostre radici non possiamo andare avanti.

A Savino Di Palma l’augurio di un meritato successo e lo stimolo a continuare con altre interessanti storie da pubblicare.

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