Il report della Galleria dell’Accademia, il barometro del turismo a Firenze

by Valeria Nanni

Il turismo riprende, e a Firenze sono subito numeri e bilanci che fanno sperare e riflettere. “La Galleria dell’Accademia è sicuramente, più di ogni altro museo in città, un barometro del turismo”, lo ha dichiarato la direttrice Cecilie Hollberg durante la conferenza stampa di presentazione del Report 2016-2022.

“Da tempo stiamo recuperando terreno dal punto di vista numerico in modo eccezionale – continua la direttrice – per esempio domenica 3 aprile, con oltre 5100 visitatori, abbiamo superato un’ulteriore soglia anche rispetto al 2019, ovvero prima della pandemia, e nonostante le restrizioni all’accesso in Galleria, a causa dei grandi cantieri. Il museo è da tempo in overbooking e le prenotazioni sono esplose. La maggioranza dei prenotati vengono dall’Italia e stanno aumentando i visitatori stranieri. Da gennaio ad oggi i numeri sono già più che raddoppiati. Il nostro pubblico è giovane e osserviamo con grande gioia che il 50% è sotto i 25 anni, un trend dovuto di sicuro anche al nostro impegno nel mondo digitale, virtuale e dei social”.

Non c’è nulla da fare, l’appena trascorso periodo restrittivo a causa del Covid-19 crea uno spartiacque tra un prima e un dopo. Una rivoluzione insomma del modo di vivere, comportarsi e muoversi, che chiama in causa turismo e bilanci. In particolare il museo Galleria dell’Accademia, custode del David originale di Michelangelo Buonarroti, si è trovato ad affrontare grandi cambiamenti di ammodernamento e crescita museale che avrebbero potuto essere sfavoriti dalla pandemia eppure non lo sono stati. I numeri parlano chiaramente di crescita e vita sui 3000 mq del museo. Più di 700 le opere movimentate, 750 canali di areazione sostituiti e sanificati, 15 nuove opere acquisite, più di 24 mila documenti di archivio scansionati. Il tutto presentato agli occhi di più di un milione e 700 mila visitatori di cui, il 50% è sotto i 25 anni. Inoltre la chiusura intermittente, dovuta ai tentativi di dare degli argini alla pandemia, ha in realtà favorito il potenziamento digitale del museo con offerte formativa proposte in rete. Sono infatti disponibili 50 video e 20 podcast per raccontare la galleria online.

Insomma sarà che “Il mio David non teme le intemperie” come disse Michelangelo a suo tempo, fatto sta che oggi la Galleria dell’Accademia risorge rinnovata, più accogliente e suggestiva, pronta a raccontare l’arte fiorentina nella sua specificità.

Ultimi cantieri aperti riguardano i lavori all’illuminazione della Tribuna, spazio che nobilita il David, e della Galleria dei Prigioni, nonché il riallestimento della Gipsoteca dedicata a Lorenzo Bartolini.

Lo spirito giusto da indossare prima di visitare la Galleria dell’Accademia di Firenze è quello fare un tuffo nel passato tutto fiorentino. Che si visitino perciò le sale medievali, con capolavori di Giotto e giotteschi, dei fratelli Orcagna, giungendo con Gerardo Starnina al tardogotico. Dunque si prosegue nel rinascimento, lasciandosi guidare da Sandro Botticelli, Alessio Baldovinetti, Domenicho Ghirladaio, lo Scheggia, Andrea del Sarto e Fra Bartolomeo, nello stile successivo chiamato Manierismo attraverso i pennelli artisti come il Pontormo e scultori come Giambologna.

Perché David non è solo. È addirittura accompagnato da una ricca e unica collezione di strumenti musicali come la viola tenore di Stradivari del 1690, il violoncello di Niccolò Amati del 1650 e la spinetta ovale di Bartolomeo Cristofani del 1690. E dal 2020 la collezione vanta un prestigioso comitato scientifico.

Tutto iniziò nell’Illuminismo, anno 1784, ad opera di un sovrano straniero ma amante del suo Stato Toscano, Pietro Leopoldo I di Lorena, che decise di dare una ventata di novità alla cinquecentesca Accademia delle Arti e del Disegno voluta dal duca Cosimo I de’ Medici nel 1563. Pietro Leopoldo la rinominerà Accademia di Belle Arti sistemandola nei locali del trecentesco ospedale di San Matteo e l’attiguo convento delle monache di san Niccolò di Cafaggio. Qui arriveranno opere d’arte provenienti dal territorio fiorentino dando all’Accademia una forte identità.

Quando si riallestisce un museo si rivedono anche le didascalie e infatti qui sono state aggiornate con nuove attribuzioni, come per esempio il quadro della Visitazione, prima dato al pittore detto il Perugino e invece oggi attribuito a Domenico Ghirlandaio.

Un museo deve saper conservare, il che significa disporre di un’attività di manutenzione e restauro aggiornata. Così negli ultimi sei anni sono stati effettuati puliture, ritocchi, interventi per dare stabilità a cornici e supporti, come per l’opera la Madonna del Mare di Botticelli, e spolverature costanti come per il David. Ora che non si immagini una persona pronta a spolverare il David con straccio bagnato. L’attività di manutenzione è sempre scientifica.

Tra i progetti didattici, come i laboratori per i più piccoli visitatori di 6 anni ai più grandi delle scuole superiori, rientra la prima pubblicazione per bimbi della scuola dell’infanzia, Davidino, disponibile in 3 lingue. Soprattutto sono i progetti didattici on line ad aver avuto impulso proprio a partire del 2020. Si va da una produzione cinematografica fantasy-storica su Mozart, Wunderkinder. Bambini prodigio, a Radio Accademia, una serie di podcast realizzati dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, ovvero una narrazione avvincente alla scoperta di particolari inediti. Ed anche il sito web è da un anno in tutta nuova veste, per permettere di avvicinare il pubblico più vasto a questo museo gioiello nel centro di Firenze, cuore della fiorentinità.

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