L’eclettica scultrice canosina, senese d’adozione, sembra aver eletto il Gargano come fonte di ispirazione. Un luogo, il promontorio, denso di inesauribili suggestioni fin dai primi anni del suo esordio artistico: il primo concorso lo vinse con un’opera ideata proprio in questo luogo dove il sacro e il mitico vivono da secoli la stessa dimensione.
Teresa Rauzino

Teresa Rauzino
Nata a Peschici, si è laureata con 110 e lode in lettere moderne presso l'Universita' degli Studi di Firenze. Dal 1997, anno dell'istituzione del Centro Studi " Giuseppe Martella", in qualita' di Presidente dell'Associazione ,sta sensibilizzando l'opinione pubblica al recupero dell'antica Abbazia di Kàlena, importante testimonianza della cultura della Capitanata e del Sud Italia, da anni abbandonata al degrado e all'indifferenza. Ha pubblicato "Chiesa e religiosita' popolare a Peschici" (1999, 2008); "Adottiamo i centri storici del Gargano Nord" (1999) ; "Sangillo Opere. Spazi densi alla moviola dell'anima", ( Foggia 2000 ); "Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari"( 2003); "Il Regio Liceo Lanza. Dalle Scuole Pie agli anni del regime" (2004). E' coautrice del volume "Salviamo Kàlena. Un'agonia di pietra" ( 2003). Ha collaborato con varie testate giornalistiche. E’ socia della Società di Storia Patria per la Puglia.
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Il tema più caro e struggente di Conversano è quello delle Donne di oggi. Piene di misteriosa bellezza interiore. Di profondo patos. Gli sguardi di queste donne sono diretti. Franchi. Profondi. Interroganti. Pretendono di mettere a nudo il cuore vero di chi procura, anche se inavvertitamente, le loro ansie angoscianti. Il loro nascosto dolore.
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La Festa dei Morti si connotava per il clima gioioso che i bambini creavano nelle vie del paese, bussando a piccoli gruppi, di porta in porta, alle case di parenti e amici.
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Le Isole Tremiti rappresentarono un prezioso punto di appoggio per i Veneziani, sulla rotta che conduceva a Levante. E furono un importante centro di raccolta delle notizie sui movimenti dei Turchi in Adriatico.
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Pittore, incisore e poeta era un uomo coltissimo, curioso di tutto, che amava molto la solitudine del selvaggio Gargano, e di Montepucci in particolare.
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Il culto dei morti è sempre stato sentito a Peschici. Tale rispetto veniva esternato non solo con il lutto ma soprattutto con la preghiera; e si pregava per i defunti specialmente in questa chiesetta. La Congrega del Purgatorio, detta anche della Morte, vi celebrava la Settèna dei morti cioè sette giorni di preghiere per i morti.
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Dalla fine dell’Ottocento, il pellegrinaggio micaelico assunse una vera dimensione di massa: gruppi di devoti partivano da tutta Italia per raggiungere il Gargano, a piedi o a bordo di caratteristici carretti. I pellegrini salivano alla montagna sacra l’8 maggio e il 29 settembre, riuniti nelle “Cumpagnie” dei Sammichelari.
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Nel 1958, il trabucco di Montepucci divenne lo scenario ideale per le riprese di alcune sequenze del film italo-francese “La Legge”, tratto dall’omonimo romanzo scritto nel 1957 da Roger Vailland e girato dal regista Jules Dassin. La vicenda è ambientata in un villaggio corso (nell’edizione francese e nel romanzo, in Puglia); qui molti maschi corteggiano Marietta, bella e provocante ragazza del luogo
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Dall’abbazia benedettina di Santa Maria di Kàlena, un camminamento sotterraneo portava alla “caletta” del Jalillo: serviva ai frati per sfuggire alle frequenti scorribande saracene. Si racconta di un antico tesoro di Kair ad-Din: un vitello d’oro posto come cuscino a una fanciulla morta e seppellita nella cripta nell’abbazia di Peschici…
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Cessato il pericolo turco, le torri costiere furono mantenute in piedi dignitosamente finché ebbero una funzione specifica: fino al secolo scorso, in qualche caso fino a pochi decenni fa, servivano per avvistare i contrabbandieri. In seguito sono cadute in rovina. L’abbandono è stato totale sia che fossero proprietà di privati sia che appartenessero al Demanio.