Un farmaco antireumatico contro il Covid-19? Per superare le complicazioni arriva la sorprendente risposta di un team di ricercatori partenopeo

by Maria Teresa Valente

È italiana la risposta al dilemma che tiene banco nell’emergenza Covid-19, ovvero quello in cui potrebbe arrivare il momento in cui i medici saranno costretti a decidere chi intubare e chi no, che si traduce in chi salvare e chi no. È terribile soltanto immaginarlo, ma è uno scenario che si potrebbe prospettare a breve, ma una soluzione c’è.

Interessanti novità arrivano, infatti, da Napoli, dove un gruppo di ricercatori italiani, in collaborazione con ricercatori cinesi, sta dimostrando come un farmaco antireumatico sia in grado di bloccare gli effetti collaterali gravi della cosiddetta ‘tempesta citochinica’ indotta da virus come il Coronavirus. Tale tempesta citochinica era stata già dimostrata essere particolarmente rilevante nella patogenesi e nella induzione degli eventi letali per l’uomo fin dagli studi sulla pandemia di ‘Spagnola’ del 1918-1920, che determinò 50 milioni di morti nel mondo, successivamente risultata importante nel determinismo della letalità dell’influenza ‘suina’ H1N1 e della ‘influenza aviaria’ H5N1, entrambe verificatesi in anni recenti.

A svelare l’importante notizia è il professor Giuseppe Pannone, docente di Anatomia Patologica presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università degli Studi di Foggia: “A tale proposito ho appena finito di parlare, in intervista telefonica, con il professor Franco Buonaguro, virologo dell’Istituto dei Tumori di Napoli Fondazione ‘G. Pascale’, con il quale ho il piacere di collaborare per studi e ricerche sulle relazioni tra HPV e cancerogenesi, che mi ha confermato che  il farmaco anti-interleuchina-6 Tocilizumab  è stato utilizzato su due pazienti in condizioni gravi indotte da polmonite da Covid-19 a Napoli, presso l’Azienda Ospedaliera dei Colli, che comprende il centro per le malattie infettive ‘Cotugno’”. Il direttore scientifico dell’Istituto Tumori di Napoli, professor Gerardo Botti, sta coordinando la ricerca in corso

Il farmaco, che può essere utilizzato in terapia contemporanea con antivirali, è stato somministrato a due pazienti, uno dei quali già in condizioni particolarmente critiche e già intubato, che ha dimostrato miglioramenti notevoli della funzione respiratoria in breve arco temporale (24 ore) tale da poter essere ‘stubato’, e l’altro che pur non avendo dimostrato una risposta così rilevante come il primo, ha dimostrato comunque un miglioramento parziale del quadro clinico in maniera tale da non rendere più necessaria l’intubazione.

“I risultati sono particolarmente incoraggianti e, come spiega il professor Buonaguro, possono avere importanti favorevoli ripercussioni strategiche nella gestione della pandemia da Covid-19, perché la riduzione della necessità di intubazione è particolarmente rilevante nel decongestionare le unità di terapia intensiva”, continua Pannone.

Ai fini della corretta divulgazione delle notizie che riguardano la collaborazione tra l’Istituto dei Tumori di Napoli, l’Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli ed il gruppo dei ricercatori cinesi, con i relativi autori, è possibile visualizzare il seguente link: https://www.tuttosanita.com/coronavirus-farmaco-per-lartrite-efficace-su-due-pazienti/.

“A tale proposito era stata già effettuata una mappatura degli elementi molecolari chiave nell’esagerata risposta citochinica e sono stati individuati i substrati cellulari di tale reazione infiammatoria nelle cellule endoteliali che rivestono i vasi ematici polmonari come i principali orchestratori della ‘cytokine storm’ e della relativa infiltrazione di cellule immunitarie nella influenza H1N1”, spiega il professore partenopeo che insegna nel capoluogo dauno.

Come spiega Pannone, le precedenti ricerche hanno posto le basi per individuare i bersagli molecolari utili (target) in grado potenzialmente di introdurre nuovi farmaci o di utilizzare presidi già disponibili ed attualmente già approvati, anche se con indicazioni principali diverse ma molecolarmente correlate, dimostrando nei fatti delle interrelazioni e similitudini tra quanto avviene in una patologia autoimmunitaria con quanto avviene in una tempesta citochinica indotta da virus aviari. L’infezione da virus respiratori di tale tipo è in grado di indurre nel polmone un’attivazione indiscriminata di cellule immunitarie e la relativa infiammazione massiva, che si realizza soprattutto a carico dell’interstizio polmonare, come accade per il Covid-19, produce eventi a catena che inducono edema e distress respiratorio. Questi team di ricercatori hanno dimostrato per la prima volta che è possibile, nel caso specifico per la H1N1, combinare un trattamento antivirale con una terapia target volta ad attivare un repressore dell’attivazione citochinica/chemochinica e del reclutamento di cellule infiammatorie [SP1 receptor].

Pertanto la comunità scientifica internazionale sta producendo una notevole quantità di dati in tempo rapidissimo al fine di ottimizzare il trattamento delle infezioni da Covid-19, sia per quel che concerne le terapie innovative che per quel che concerne il corretto utilizzo delle terapie tradizionali fondate su corticosteroidi.

“Tuttavia è da precisare che al momento non esistono ancora pubblicazioni scientifiche sull’uso di inibitori dell’interleuchina-6 per infezione da Covid-19, che non esistono ancora studi randomizzati e controllati e che pertanto è necessaria la massima cautela nel diffondere nel migliore dei modi tali notizie”, precisa Pannone, evidenziando come gli autori dello studio, di cii uno dei principali è il professor Paolo Ascierto, stiano cercando di promuovere una rapida autorizzazione da parte dell’AIFA.

“Consentitemi di fare un auspicio che vale come commento personale: che ci siano a partire da ora meno tecnocrazie economiche e maggiori investimenti per la ricerca”. Quindi, conclude: “Il messaggio positivo che si intende comunicare, nel momento di massima divulgazione di messaggi di panico collettivo, è che la comunità scientifica ha già individuato i presupposti basilari per poter realizzare delle terapie efficaci”

E di messaggi positivi, in questo momento, ne abbiamo veramente bisogno.

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