Gli Uffizi e Chiara Ferragni: il co-marketing con l’influencer per attirare i giovani social fa discutere il web

by Michela Conoscitore

Ha fatto storcere non pochi nasi l’ultimo post, pubblicato stamattina su Instagram, dall’account del polo museale Gallerie degli Uffizi: protagonista l’influencer Chiara Ferragni, inconsapevolmente seminatrice di discordia e catalizzatrice di hater, suo malgrado, da quando giovanissima ha avviato la sua The Blonde Salad.

La foto postata dal museo fiorentino ritrae Chiara con sullo sfondo una delle opere più amate, la Nascita di Venere di Sandro Botticelli, e nella didascalia che ha accompagnato la condivisione sul celebre social, gli Uffizi hanno paragonato il fascino rinascimentale della Venere, dove il Botticelli ha reso immortale la bellezza di Simonetta Vespucci, una delle donne più belle della Firenze dell’epoca e amante di Giuliano de Medici, fratello di Lorenzo, con quella moderna della Ferragni, definita ‘divinità contemporanea’ e, inoltre, un fenomeno mediatico dei tempi moderni. Apriti cielo: il post è stato subissato di critiche con commenti al vetriolo e annunci di defollow strombazzati con orgoglio, perché l’arte italiana non ha nulla a che fare con questa ‘prezzemolina’.

Ma siete seri?”, “Bella questa marchetta acchiappa follower, piena di accostamenti insensati” e in ultimo, visto il periodo, l’immancabile commento ‘Covid’: “Ma la mascherina?” mettendo in evidenza l’assenza di essa sul viso di Chiara, “gestione davvero deludente. Un altro posto che vive di rendita”. Come a dire: noi comuni mortali costretti a seguire le regole, la divinità contemporanea, invece, quelle regole può aggirarle.

Davanti all’Adorazione dei Magi di Botticelli

L’influencer ha visitato gli Uffizi nella serata di giovedì, trovandosi lì per un photoshoot ambientato all’interno del museo. Si capisce che le foto con la mascherina non sarebbero state molto fotogeniche. La critica alla mancata presenza del dispositivo di protezione, obbligatorio nei luoghi chiusi, e tra l’altro diventato anche un accessorio fashion ultimamente, lascia il tempo che trova perché in Italia, e basta fare un giro per le nostre città per verificarlo e documentarlo, la mascherina non è indossata dai più, diventando al più un reggi gote. Chi è senza peccato, si direbbe.

Perché quindi prendersela in primis con gli Uffizi, e ovviamente anche con Chiara? Pensare che, durante il lockdown, tutti eravamo fieri di asserire che ne saremmo usciti migliori, più empatici, più comprensivi e meno velenosi. Eppure quel che in Italia non cambierà mai, e infatti non ci è riuscita nemmeno la pandemia di Covid ad estirparlo, è riconoscere il merito altrui, la riuscita lavorativa di una persona, nel caso della Ferragni, poi, una donna e per di più giovane, troppe colpe da espiare in una vita successiva per il popolo italico.

Fotografando il Tondo Doni di Michelangelo

Chiara è una che si è fatta da sé, e il suo accostarsi ad uno dei templi dell’arte mondiale è stato visto dalla maggior parte della gente come una profanazione, e in questo lei è ormai specializzata. Questa profanazione, però, non assume un’accezione negativa perché la Ferragni, che la si ami o la si odi, ha sdoganato e svecchiato il mondo della moda non soltanto italiana ma mondiale, divenendo un fenomeno mediatico e di costume. Quindi, perché polemizzare su una sua collaborazione con le Gallerie degli Uffizi? Ve lo immaginate il direttore Eike Schmidt, con la sua immancabile cordialità e gentilezza, chiudere il portone del museo in faccia alla Ferragni solo perché è Chiara Ferragni?

Appurato che l’influencer è una pubblicità vivente, una donna che è riuscita a dare vita non soltanto ad un lavoro ma anche ad un’attività imprenditoriale di successo, e gli Uffizi hanno deciso di affidarsi a lei per rilanciarsi provando ad attirare un pubblico soprattutto giovanile, uno dei propositi più importanti del direttore Schmidt, l’unico suggerimento che sarebbe da dare agli hater è: odiate di meno, e pensate di più perché pensare ed essere creativi porta a partorire grandi idee come The Blonde Salad.

E sotto sotto, la seguite tutti la Ferragni. Ammettetelo.

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