La Quaresima in quarantena e il Deserto del Covid-19. “La normalità non è ordinario, ma è dono”

by Antonella Soccio

Quando la Chiesa perde la possibilità di entrare nel mistero, perde la capacità di adorare. La preghiera di adorazione può darsi soltanto quando si entra nel mistero di Dio.

Papa Francesco, 19 marzo 2020 Santa Messa di Santa Marta

Se San Michele apparve durante la pestilenza del 1656 al vescovo di Monte Sant’Angelo in Puglia per dettare delle istruzioni che in breve tempo liberarono l’aria dalla peste, in questo tempo di quarantena da Coronavirus il mondo cattolico sta vivendo per la prima volta l’eccezionalità delle chiese chiuse e dell’assenza del tabernacolo nella vita dei fedeli. Per molti anziani la Messa è un momento immancabile della propria quotidianità, l’attesa settimanale della domenica, fatta di socialità e relazioni.

Tanti sacerdoti e parroci si sono proposti alle loro comunità e ai propri contatti social con dirette live delle celebrazioni eucaristiche, altri offrono la preghiera del mattino. Don Francesco Catalano, parroco di San Pio X a Foggia ed ex direttore della Caritas, celebra la Santa Messa della sera nel suo personale silenzio, chiedendo ai suoi contatti le intenzioni e le preghiere da destinare durante l’eucarestia.

Cosa significa il sacerdozio in questa condizione di distanza? Il Papa ha già detto che in questo tempo nessuno può consentirsi di fare ed essere come don Abbondio. Le parrocchie sono tanti presidi contro la povertà, come si fa oggi a lenire il dolore dei poveri? In un tempo di deserto, qual è oggi il maggior rischio per i credenti? Noi di bonculture abbiamo rivolto queste domande a don Francesco. Le risposte si trovano quasi tutte nel lungo messaggio WhatsApp, che lui ha inviato ai suoi parrocchiani e che ha girato anche a noi.

Eccolo.

 “Sono più di 10 giorni che non ci vediamo, domenica 8 marzo è stata l’ultima celebrazione della Santa Messa. In tanti di voi può nascere la domanda: chissà che succede nella nostra parrocchia? So che vi manca la vostra comunità, sentite anche la mancanza di tante cose belle che vivevamo e che pure abbiamo apprezzato poco. La normalità non è ordinario, ma è dono. La normalità, la vita della comunità, fatta delle lodi, della Messa, del rosario, del vespro, della compieta, tutti quei momenti che vivevamo, oggi ci mancano. In questo giorno di digiuno e di deserto ne stiamo apprezzando il grande valore. In questo momento di deserto, in una quaresima speciale che non abbiamo mai vissuto prima, possiamo utilizzare questo tempo per goderci le cose che sono importanti, la vita in casa in famiglia, una vita più silenziosa, un tempo più in preghiera. Qualche sacerdote ricordava che questo tempo può essere paragonato ai 30 anni che ha vissuto Gesù a Nazareth sottomesso ai genitori, una vita nascosta, semplice e ordinaria. Per noi non saranno 30 anni saranno 30 giorni, 40 giorni non sappiamo, 3 mesi, sarà un tempo inferiore a quello di Gesù, ma un tempo in cui dobbiamo cogliere tutte le grazie che il Signore ci dona. Che si fa in parrocchia? Ho preferito mandarvi un audio. Alcuni mi hanno chiesto di fare la messa in diretta facebook, ma io vi esorto a sentire la Santa Messa del Papa alle 7 del mattino a Santa Marta, perché in questo momento tanti parlano ma è bene che ci stringiamo al nostro unico pastore, al nostro sommo pontefice. È più importante il Papa. Sul mio profilo facebook metto delle riflessioni della domenica in parrocchia la lectio del mercoledì, vi offro sempre le riflessioni di padre Fernando Armellini, biblista e archeologo da cui attingo molto. La parrocchia è chiusa, ma non è ferma, è sempre in attività, è viva nel suo cuore incandescente, che è la carità. In questo tempo in cui tante cose non si possono più fare, continuiamo la mensa per i poveri, nella modalità che ci è possibile rispettando le leggi.

Ogni domenica offriamo il cibo ai nostri fratelli più poveri, perché nel giorno del Signore non manchi il pane ai fratelli, non facciamo più la mensa nel modo tradizionale, ma prepariamo una cena al sacco, con panino e cotoletta, acqua, frutta e dolce. Si mettono in fila fuori distanti l’uno dall’altro ed entrano uno alla volta al cancello della mensa e dietro ad un tavolo consegno la busta personalmente che viene preparata dai volontari. Domenica sono venuti a cena 76 fratelli. Continua il servizio docce, si dice di restare a casa, ma ci sono i poveri, che saranno i primi nel Regno dei Cieli, ma che su questa terra sono sempre gli ultimi, che non hanno una casa, ci dicono di lavarci le mani spesso, ma i senza tetto senza un bagno pubblico non sanno dove lavarsi. Lunedì, mercoledì, venerdì e sabato mattina permettiamo a tanti indigenti di lavarsi, li accogliamo con una buona colazione e li accompagniamo alle docce. Tanti poveri vengono ai nostri servizi senza mascherine un po’ perché non se ne trovano un po’ perché le vendono a prezzi esorbitanti. Grazie alle volontarie del corso di cucito creativo in parrocchia, pure interrotto, abbiamo risolto: compro il materiale, realizzano le mascherine e abbiamo cominciato a distribuirle. Domenica insieme alla cena al sacco daremo una mascherina per ogni povero. È un momento i ristrettezza economica per la parrocchia, le entrate sono azzerate, ma devo benedire il Signore. Ho avuto delle telefonate da una fondazione, sono arrivate delle beneficienze, il Signore ci manifesta la sua benevolenza, vi chiedo di pregare, teniamoci uniti. Quando questo tempo di deserto finirà sarà tutto più bello. Se avete idee, consegnatemele, perché le cose non partono solo dal parroco, ma anche dalla comunità. Quaresima in quarantena, datemi dei suggerimenti e vedremo di realizzarli in comunione col Vescovo. Se nei vostri condomini, visto che si è più attenti, conoscete situazioni di anziani soli e veramente bisognosi, non mancate di segnalarmeli.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.