Strenne e regali. Dalla dea Strenia a Giano e Saturno, l’antica tradizione dei tanti doni

by Carmine de Leo

Tra le molte e tante tradizioni che rivivono, con diversa tipologia, le usanze ed i costumi del magico periodo natalizio, una è comune in tutto il mondo, quella di scambiarsi i regali.

Non è una tradizione religiosa, anche se la sua origine pare sia collegata proprio al culto di una mistica dea pagana: Strenia.

La consuetudine delle strenne, cioè l’offerta alle persone più care di un dono, considerato, da chi lo dà e da chi lo riceve, come simbolico apportatore di prosperità, si perde nella notte dei tempi.

Il sostantivo strenna deriva infatti il suo nome dalla dea Strenia, una divinità protettrice della salute, da ciò scaturisce il significato dell’augurio.

Si racconta che Tito Tazio, re dei Sabini, avendo ricevuto in dono alcuni rami divelti da un bosco sacro dedicato alla dea pagana Strenia, protettrice, come abbiamo visto, della salute, autorizzasse, da quel giorno, i sudditi a strappare fronde dagli alberi dal bosco sacro a questa dea per farne in seguito dono ai propri amici.

Dopo questo episodio, in cui la mitologia, la storia vera e la leggenda si fondono mirabilmente nella tradizione e nel folclore, la dea Strenia iniziò ad essere venerata ed invocata anche come la particolare divinità dei doni scambievoli.

Tutti i regali fatti nel periodo tra la fine e l’inizio di ogni nuovo anno, infatti, sin da quel momento, furono chiamati strenae.

Col passare dei secoli il sostantivo che indicava l’antica dea pagana ispiratrice dei regali, in epoche più moderne si trasformò in strenne, nome che ancora oggi, dopo tanto tempo, non è cambiato.

Il nome dato a questi particolari regali non cambiò nemmeno quando la festa della dea Strenia fu sostituita con quella dedicata al dio Giano, divinità pagana bifronte, che veniva raffigurata con due volti guardanti in direzione opposte: indietro e avanti, al passato ed al futuro, alla nascita ed alla vecchiaia.

Infatti, Giano era considerato il dio che presiedeva gli inizi e proprio lo stesso primo mese dell’ anno, Gennaio, deriva dal suo nome.

Con il passare del tempo le strenne, i doni propiziatori ed augurali, dalle semplici fronde strappate dagli alberi del bosco sacro all’omonima dea, si arricchirono per trasformarsi dapprima in fiori e frutti e poi in altri oggetti sempre più preziosi.

Le strenne sono legate anche all’antica festa pagana in onore del dio Saturno, divinità romana che, secondo alcune versioni, aveva regnato sul Lazio dopo Giano.

La figura del dio Saturno, cui era dedicato nel foro di Roma un tempio, era collegata alla festa dei Saturnali, che nel calendario romano ricorreva ogni anno, il 17 Dicembre, durava poi per sette giorni e si realizzava sullo schema delle feste carnevalesche, avendo carattere religioso solo il primo di questi giorni.

Anche durante queste feste si scambiavano le strenne, che prima venivano raccolte tutte insieme ed in seguito assegnate, tramite una lotteria pubblica, preceduta dalla distribuzione di specie di schede che illustravano in modo satirico gli oggetti posti in sorteggio.

Tra i vari personaggi storici che vengono ricordati come parti­colarmente affezionati a queste lotterie saturnali, si ricorda l’imperatore romano Augusto, che pare possedesse un particolare senso umoristico nelle definizioni dei regali da trascrivere sulle schede delle strenne.

Oggi queste schede sono state sostituite dai bigliettini augurali, coloratissimi ed a volte anche musicali, contenenti piccoli chips elettronici con brevi note natalizie, ma lo spirito di far gioire i propri cari con un regalo è rimasto immutato!

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