Prendersi cura della vita con i classici greci e latini. L’intervista a Cristina Dell’Acqua

by Michela Conoscitore

Il suo libro è una preziosa summa di direttive che possiedono un’anima antica, arricchite poi dall’interpretazione personale dell’autrice e dalla sua esperienza ventennale come docente di greco e latino nei licei: Una spa per l’anima (Mondadori, pp. 136, 17 €) della professoressa Cristina Dell’Acqua non è il canonico libro di autoaiuto, perché analizzare ogni aspetto dell’esistenza umana dietro la lente degli autori classici non è decisamente qualcosa che ci si aspetta di trovare in libreria.

La professoressa Dell’Acqua, milanese, insegna al Collegio San Carlo, e ha trasformato i suoi studi e le sue letture in spunti di riflessione sulla vita contemporanea, attingendo proprio alla saggezza antica, impregnata di filosofia e otium rigenerante. Chi l’avrebbe mai detto che Sofocle, Euripide, o Quintiliano potessero aiutare a districarci nelle dinamiche veloci della vita moderna e lontane, ormai più di duemila anni, dal loro modus vivendi. Cristina Dell’Acqua ha donato loro nuova voce, immergendoli nella nostra realtà per recuperare quell’armonia dell’anima, diventata oggi un miraggio per i contemporanei.

bonculture ha intervistato Cristina Dell’Acqua sul suo libro, parlando anche di un altro tema a lei molto caro, la scuola.

Professoressa Dell’Acqua, quasi un anno fa il suo primo libro, Una spa per l’anima, arrivava nelle librerie: come ha vissuto questo anno da scrittrice?

In modo molto intenso. È una quotidiana soddisfazione: dopo moglie, madre, prof (e già non è poco) ora anche scrittrice. Commovente, nel senso che mi muove il cuore, vedere le mie parole nelle mani di lettori che non conosco direttamente ma che sento vicini nei commenti e nel calore con cui mi hanno accolta. Avevo il sogno di coinvolgere nella lettura dei classici sia chi ha studiato greco e latino al liceo (perché ritrovasse un amore di gioventù), sia di includere chi non li ha mai studiati. A quattordici anni si è liberi di scegliere la scuola superiore che ognuno desidera, ma non fare il liceo classico ritengo non sia un buon motivo per essere esclusi dalla bellezza di certi libri e di certe parole greche e latine. La bellezza è di tutti, mi impegno da sempre perché sia così. Il libro è uscito il 5 febbraio 2019 e in circa cinquanta presentazioni fatte sino ad ora, non una è stata uguale ad un’altra e spesso gli incontri si prolungano in conversazioni via mail o fotografie di persone che scoprono i classici in età matura. Lo trovo meraviglioso. E quando incontro alunni di altre scuole, poi ci tengo a raccontarli ai miei alunni e mi piacerebbe che si conoscessero. Ho sperimentato il valore di far parte di una squadra editoriale che sostiene, motiva e supporta, ho conosciuto l’accoglienza dei librai e, soprattutto, ho sperimentato il supporto della mia famiglia. Presente e paziente.

Andando oltre la ‘riscoperta’ dei classici, lei ha trasformato gli scrittori greci e latini in dei veri e propri life coach: tutto può essere attualizzato?

Più leggo, più traduco e più racconto i classici e più mi convinco che non siano loro ad essere attuali ma piuttosto noi ad essere classici. Quando leggete quello che scrive Catullo con disperazione a Lesbia, la donna che ama, da mihi basia mille, pensate che sia lui a essere attuale oppure noi ad essere come lui? Non tutto però può essere attualizzato, lo è solo, secondo me, ciò che intercetta sentimenti senza tempo. Il sentimento di paura, amore, gelosia, ansia, timidezza, rabbia, frustrazione, mancanza di fiducia in sé stessi è senza tempo e gli autori greci e latini che hanno scoperto il loro modo di viverli, lo hanno fatto anche per noi. Ci hanno insegnato un metodo di vita, che in greco significa strada attraverso cui arrivare a qualcosa. A noi stessi.

Trasformarsi, meditare, lasciarsi andare, avere coraggio, curare sé stessi dentro e fuori: questi sono solo alcuni degli insegnamenti che emergono dalla lettura del suo libro. Possiamo dire che gli antichi avevano già capito come stare al mondo, in modo consapevole e sano?

Certo che possiamo dirlo. Le confesso che l’idea che la parola meditare contenga la stessa radice della parola medicare mi ha sempre molto colpita, la cura migliore è dentro di noi. Tutti siamo dotati di una interiorità, ma nella frenesia in cui viviamo ci dimentichiamo di trovare energie e tempo per allenarla. Farlo è una questione di cosmesi cerebrale, elisir di eterna giovinezza. Cosmeo significa mettere in ordine il proprio corpo, con creme, massaggi e profumi, la nostra anima con pensieri, conversazioni, letture, cura delle persone che amiamo.

Io non sono nata per le catene dell’odio ma per quelle dell’amore”, è una delle numerose citazioni contenute nel suo libro, ed è anche la sua preferita: tratta dall’Antigone di Sofocle, è portatrice di una grande verità. L’idea di amore proveniente dall’antichità classica, con tutto il bagaglio di valori che si porta dietro, è ancora attuabile nei nostri giorni?

Credo proprio di sì. Amo questa frase perché mi fa ragionare sulle infinite forme di amore di cui siamo capaci, così ben declinate in più parole greche. Ogni sfaccettatura dell’amore ha il suo nome: filia, eros, agape. Conoscere quello esatto, quello che abbiamo dentro in quel momento non è una questione di grammatica greca, è un allenamento alla profondità. Poi confesso che ogni volta che la leggo questo verso mi pare di sentire Sofocle che, in modo assolutamente provocatorio (anche questo è un termometro di tasso di classicità), mi domanda: “e tu, Cristina, per cosa sei nata?”. Ognuno ha la sua risposta

Professoressa è da quasi 28 anni che svolge il mestiere di docente, e se si guarda alla scuola dall’esterno, un osservatore nota solo tanta confusione, che forse si riflette anche sui ragazzi che la frequentano. Secondo lei, quali sono le dinamiche che agitano il mondo dell’istruzione? 

La confusione è un sentimento che si percepisce maggiormente dall’esterno che dall’interno della scuola. Ritengo che tutti i professori che facciano questo mestiere con passione e “vocazione” (due aspetti da cui non si può prescindere per fare il nostro lavoro) una volta chiusa la porta dell’aula, davanti ai loro occhi hanno le loro bussole. Premesso questo, gioverebbe al mondo della scuola una visione stabile e duratura di alcune riforme, penso a quella sull’esame di Stato, per fare un esempio noto a tutti. La stabilità, nel lavoro come nella scuola, comporta tranquillità, che può solo giovare all’apprendimento dei nostri ragazzi.

Il principio dell’anno è il momento, per eccellenza, in cui si pensa in positivo al futuro: quali sarebbero consigli o massime che gli scrittori greci e latini indicherebbero all’uomo contemporaneo per vivere al meglio questi nuovi dodici mesi?

Vindica te tibi: rivendicati a te stesso. Raccogli e conserva il tempo che sino ad ora ti è stato portato via oppure hai perso tu stesso. Fanne tesoro e investilo per costruire le relazioni importanti della tua vita. Sono terme di parole ispirate a Seneca e che io vorrei regalarVi come augurio per questo inizio degli anni Venti.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.