San Menaio, la pineta del Santo Guerriero

by Carmine de Leo

Una bellissima strada panoramica, che scorre quasi sospesa sul mare, tanto è vicina al lido, stretta fra le onde e le colline, ci porta verso la meravigliosa pineta di San Menaio.

Secondo la tradizione popolare fu questo Santo Guerriero che, apparso sul lido, allontanò un’orda di pirati Saraceni, salvando in tal modo tutta la popolazione del luogo da sicure sciagure, rapimenti e saccheggi.

Una chiesa dedicata a San Menna compare già nel maggio del 1176 in un documento in cui sono elencati i beni di pertinenza della badia di Calena.

Inoltre, in un inventario risalente al XIII secolo, relativo alle reliquie conservate presso il monastero di Santa Maria nelle non lontane isole Tremiti, sono citate anche le costas beati Mennas, le costole del beato Menna.

Il luogo ove sorgeva la chiesa di San Menna è situato a poca distanza dal mare.

La chiesetta è ubicata esattamente lungo la stradina che unisce la località di Capotondo a quella della Ginestra, nelle vicinanze, durante i lavori per la costruzione di una strada, vennero alla luce anche alcune sepolture.

La chiesetta esisteva ancora nel Seicento, lo attestano gli atti della visita effettuata dall’allora arcivescovo di Manfredonia, il Cardinale Orsini; in questa relazione è citato, infatti, un oratori S. Mennae, oltre ad una Torre di San Menna.

Quest’ultima opera militare fu costruita per difendere il piccolo scalo che esisteva nel luogo.

Accanto alla torre e al porticciolo si formò un primo villaggio, trasformato poi nell’attuale ridente località balneare di San Menaio.

Questa località turistica è caratterizzata dalla presenza, a levante, della stupenda pineta Marzini, ove uno strato arboreo formato da centinaia di pini d’Aleppo, di cui alcuni dalle dimensioni veramente gigantesche, ombreggia maestoso sul mare.

La stupenda pineta Marzini, che costituisce uno dei più interessanti ambienti naturali del promontorio garganico, presenta un profumato sottobosco in cui ritroviamo il mirto, il lentisco, l’olivastro e la fillirea.

Verso il centro di questa meravigliosa pineta che si spinge fino al lido, abbiamo anche alcuni vetusti alberi di leccio.

Ai pini d’Aleppo, verso l’interno, sulle balze collinose, si sostituiscono i carrubi e gli oliveti; a occidente verso l’arenile che da San Menaio giunge fino alla vicina Rodi Garganico, ecco invece vaste estensioni di agrumeti.

Lungo la costa, con coltivazioni a terrazze, riparate dalla brezza marina da caratteristici filari di canne usati come frangivento, gli alberi da frutta crescono nei profumati giardini, nome particolare dato a questo tipo di coltivazioni.

Si tratta, in realtà di veri e propri curatissimi giardini di alberi, ove troviamo, oltre agli agrumi, anche nespoli, melograni e fichi, tutte piante dai frutti veramente deliziosi.

I giardini caratterizzano un po’ tutto il bellissimo litorale e il suo immediato entroterra da San Menaio fino a Rodi Garganico, concedendo a quest’angolo del promontorio la fama del luogo più profumato di tutto il Gargano.

La tradizione vuole che furono i monaci Benedettini a iniziare la coltivazione degli agrumi; secondo una recente documentazione relativa alla storia della chiesetta di Santa Barbara a Rodi Garganico gli agrumi furono portati sul Gargano dai Cavalieri di Malta.

Scomparsi i Cavalieri è rimasto il sapore e il profumo dei loro magnifici frutti, arance e limoni, che ancora oggi ornano i tanti giardini che lungo la costa settentrionale del promontorio garganico scendono dolcemente verso il mare.

(Estratto dal volume di Carmine de Leo, “Gargano, storia, arte, ambiente e leggende”, Foggia, 2009, volume non in vendita, ma consultabile gratuitamente presso le biblioteche locali e nazionali).

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