Il fantasma della ragazza con la tammorra

by Carmine de Leo

I luoghi, a seconda della loro natura, esprimono suggestioni più o meno forti.

A Monopoli, sulla costa pugliese, la vicinanza del mare, le vetuste mura di un castello e la sua poderosa architettura sono gli ingredienti che facilitano la storia leggendaria del fantasma di una ragazza che si aggira nelle notti buie agitando una tammorra, un grosso tamburello, sui terrazzi del castello cinquecentesco di questa cittadina.

Ridente porto pugliese, Monopoli era difesa da un poderoso maniero fatto costruire per rafforzare le difese costiere della Puglia dagli attacchi dei pirati Turchi dal vice re Pedro di Toledo, per ordine di re Carlo V di Spagna verso la metà del Cinquecento e poi rimaneggiato più volte.

Il castello, dismessa la sua funzione militare, ospita oggi eventi culturali e si presenta ancora in buon stato di conservazione con la sua pianta pentagonale; esso fu costruito su più antiche fortificazioni messapiche e romane, su una penisoletta chiamata Punta Pinna, ove esisteva una chiesetta del X secolo dedicata a San Nicola.

Su questa piccola propaggine che si allunga nel mare, il maniero ha rappresentato per secoli anche un ottimo punto di riferimento lungo la costa pugliese per i pescatori di Monopoli che si spingevano al largo per calare le loro reti.

Fra essi si narra ancora un’antica leggenda che ha come protagonisti due giovani innamorati, un pescatore ed una ragazza che viveva nel castello, figlia di un militare che prestava servizio presso questo maniero.

La ragazza, al tramonto, era solita scrutare la linea dell’orizzonte sul mare, dove l’azzurro del cielo si fonde con quello del mare, in cerca delle lanterne delle barche che, alle ultime luci del giorno, si ritiravano dalla pesca e, tra queste, quella del suo innamorato, agitando per la gioia, man mano che le barche si avvicinavano al porto di Monopoli e  sempre più forte, una tammorra, specie di grosso tamburello.

Per i marinai, dopo un’intera giornata passata in mare, la ragazza era diventata ormai una figura molto familiare, che con la sua presenza ed il suono della tammorra rasserenava i loro animi annunciando che la terraferma ed i loro affetti, le loro famiglie, erano ormai vicini.

Un giorno, però, una terribile tempesta interessò le acque delle coste pugliesi e qualche naviglio non fece ritorno nel porto nel Monopoli.

Passavano le ore e solo poche altre barche, seppur in ritardo, perché malridotte dalle intemperie, fecero ritorno.

Se era fatta sera, ma la povera ragazza non perdeva ancora le sue speranze di veder tornare il suo amato pescatore.

Il suono della tammorra si perdeva nella brezza marina, che soffiava sui terrazzi del castello, sempre più lento e, pian piano, spente le ultime luci, il buio fu sovrano nella notte umida e fredda sugli spalti del castello.

Sorda ai richiami dei suoi genitori, la ragazza volle restare tutta la notte a scrutare ancora il mare, attaccata a l’ultima delle dee da pregare… la speranza!

Passarono le ore, ma nulla, la barca del suo innamorato era stata probabilmente inghiottita dalle impetuose onde del mare, il suono della sua tammorra si affievoliva sempre più insieme alle ultime speranze, mentre il freddo prendeva il sopravvento sulla povera ragazza che la mattina seguente fu trovata morta assiderata.

Questa è la leggenda che ancora oggi qualche vecchio marinaio di Monopoli ricorda affermando che gli par di sentire ancora, nei giorni di tempesta, il suono della tammorra agitata dal fantasma della ragazza, che chiama disperata il suo innamorato e, chissà, forse nelle notti più buie, non visti, gli spiriti dei due sfortunati innamorati si ricongiungono ancora!

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