Il testo è ricavato da una parte della «Trilogia delle donne dell’acqua – Medea, Penelope, Didone» della poliedrica e prolifica scrittrice casertana Marilena Lucente. Casertani sono anche Roberto Solofria e Ilaria Delli Paoli, attori della compagnia che sono anche gestori del «Teatro Civico14» una sala off in corso di rinascita dopo la gelata della pandemia.
Enrico Ciccarelli
Enrico Ciccarelli
Enrico Ciccarelli, classe 1958, è un attempato giornalista foggiano con oltre quarant’anni di attività professionale alle spalle. Ha lavorato per Teleblù (di cui è stato il primo direttore) Teledauna e Teleradioerre. Ha fondato e diretto per oltre dieci anni il settimanale Foggia&Foggia. Ha diretto e curato il programma Parleuropa, unico spazio dell’etere televisivo privato dedicato alle istituzioni europee. Ha lavorato in qualità di addetto stampa per il parlamentare Franco Cafarelli, per il presidente della Provincia di Foggia Antonio Pellegrino, per l’assessore regionale Enrico Santaniello, per l’europarlamentare Salvatore Tatarella, per il sottosegretario Ivan Scalfarotto (prima alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e poi al Ministero per lo Sviluppo Economico). È stato dagli inizi di luglio 2018 fino alla fine di ottobre 2019 responsabile della Comunicazione per il Gruppo Salatto. Attualmente è disoccupato e in cerca di lavoro. Sposato, ha un figlio. Su facebook, con lo pseudonimo di Manrico Trovatore, pubblica ogni tanto riflessioni e articoli di varia natura, che definisce “esercizi di cazzatologia”. Non crede all’astrologia, come tutti i nati sotto il segno dell’Acquario. Portatore insano di morbi dell’epoca come europeismo, riformismo e juventinità.
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MusicaTeatro
La dolcezza del Re Sole. Diana Manea, Giorgio Matteoli e l’ensemble Dolci Accenti portano a Musica Felix la musica di Molière
Oltre che amante e mecenate del teatro, Luigi, quattordicesimo del suo nome, era un intenditore di musica, e amava la coreutica. Fra il primo e il secondo atto delle rappresentazioni si svolgeva quasi sempre un intermezzo di musica e danza, assai più prossime di quanto accada oggi.
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Festeggiamo perché siamo innamorati o perché vogliamo a ogni costo certificare (al partner, agli altri, a noi stessi) che lo siamo?
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Teatro
Il manuale del Paradiso al Teatro Giordano. I «calabroni» Germano e Teardo sfidano l’indicibile del XXXIII Canto
Come interprete dantesco, Germano sceglie un registro lontano dalla magniloquenza, piano, divulgativo; ma dal punto di vista della forza attoriale siamo più dalle parti di Carmelo Bene che da quelle di Roberto Benigni.
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Teatro
Quel ramo del lago di Tik-Tok. Galano e il TdL si “vendicano” dei Promessi Sposi traducendoli in social e tv trash
Non c’è la peste, naturalmente: perché il morbo, quello della tv immondezzaio e dei social, è tutto lì, in una specie di reiterazione del film di Dino Risi «I mostri».
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IdeeStrettamente Personale
Il ritorno di mastuggiorgio. La brutalità che rimuoviamo e ci riguarda, ben oltre i confini del «Don Uva»
Le violenze del «Don Uva» appartengono all’album di famiglia dei manicomi d’Europa e d’Italia. Apparteneva d’altronde all’Opera di don Pasquale Uva Il famigerato lager di Bisceglie, non certo il meno importante nella crociata di Franco Basaglia, che agli odierni orrori fornisce antesignani illustri.
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Teatro
Le «Parole adatte» negate a Michele Murri. La compagnia di Luca De Filippo rende omaggio al genio di Eduardo con «Ditegli sempre di sì»
Sugli scudi gli interpreti dei tre ruoli principali: la deliziosa Carolina Rosi, compagna d’arte e di vita di Luca De Filippo mantiene in perfetto equilibrio il non facile personaggio di Teresa Lo Giudice, la sorella del protagonista, alternando con mano esperta note ilari e note dolenti.
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Uno spettacolo trascinante, struggente, eccellente per sobria incisività. Completato da un secondo tempo che ha visto la prima esecuzione assoluta del brano di Nicola Samale «Terezin – un Eden satanico» dedicato all’atroce «stazione di passaggio» verso lo sterminio
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L’attore patavino Silvio Barbiero, esibitosi al Teatro dei Limoni nell’ambito della stagione «Giallo coraggioso», giunta alla sua quattordicesima edizione (scusate se è poco), arricchisce il trascinante, ilare e amarissimo monologo di Testori (della compagnia degli Scarrozzanti rimane in quest’ultimo atto il solo e ramingo capocomico) di intelligenti ed esilaranti stilemi cabarettistici mutuati dalla stand-up comedy, che gli conquistano immediatamente la simpatia del pubblico
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Le poesie sulla nostalgia sono innumeri. Ma la mia preferita, per quanto troppo lunga per questi tempi istantanei ed effimeri, è stata scritta nel 1885, dopo un sobbollimento meditativo di circa un decennio, da un signore che aveva allora cinquant’anni, uno di quei nomi che a scuola ci hanno insegnato a odiare con accuratezza, perseguitandoci con corvèe mnemoniche, obblighi di riassunti e parafrasi, esaltazioni retoriche di cui ci sfuggiva il senso. Sto parlando di Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci