Galà Lirico-Sinfonico tra Leoncavallo e Offenbach

by Alessio Walter De Palma

Il 2019 è un anno importante di centenari per la musica, il duecentesimo anniversario di nascita di Jacques Offenbach e il centenario di morte di Ruggero Leoncavallo, compositori ai quali è stato dedicato il Galà Lirico-Sinfonico dello scorso 18 luglio nell’ambito della rassegna Musica nelle Corti di Capitanata del Conservatorio Umberto Giordano di Foggia, presso l’incantevole location del Chiostro di Santa Chiara.

Un concerto originale, sui generis, proponente musiche “di nicchia”, purtroppo poco eseguite dei due compositori in questione e contemporanei: Gioacchino Rossini, Georges Bizet, Pietro Mascagni e il “nostro” Umberto Giordano.

Protagonista della serata l’orchestra sinfonica del Conservatorio, impeccabile come sempre, guidata da giovani direttori, anch’essi impeccabili: Mario Ieffa, Michele Gravino, Irma Lusuriello, Giovanni Rinaldi. Protagonisti vocali giovani, ma già affermati cantanti lirici, i soprani: Kinga Krajnik e Monica Paciolla, i mezzosoprani: Michela Rago e Maria Arcangela Tenace e il baritono Emanuel Gatta.

Dopo la spumeggiante e “marziale” Ouverture dal Guillaume Tell di Rossini, la prima interamente dedicata alla Francia ottocentesca con Offenbach da Les Contes d’Hoffmann a La grande duchesse di Gerolstein, da Orphée aux Enfers a La Péricole, intervallati dal genio di Bizet con il celeberrimo preludio dal capolavoro Carmen. Aria di Antonia da Les Contes d’Hoffmann, forse l’opera più famosa e maggiormente rappresentata di Offenbach, magistralmente eseguita dal soprano Kinga Krajnik, dotata di voce piena perfettamente omogenea in tutta la gamma dei suoni dal grave all’acuto. Presa in giro della vita da Miles Gloriosus plautino precisamente messa in evidenza dal baritono Gatta con Piff, paff, puff; energia, simpatia celate da difficoltà tecniche, musicali e vocali non indifferenti il duetto “della mosca”. Di grande efficacia la non semplice aria “dell’ubriaca” da La Péricole affidata alla sicurezza tecnica, scenica e vocale di Maria Arcangela Tenace.

La seconda parte dedicata all’Italia con il popolare Intermezzo da Cavalleria Rusticana di Mascagni, è andata avanti con il genio di Leoncavallo, con brani tratti da La Bohème, il cui unico difetto è che nei teatri non ha spazio in quanto il paragone con La Bohème di Puccini non sussiste, nonostante l’opera di Leoncavallo abbia pagine davvero commoventi al pari di Che gelida manina, Si mi chiamano Mimì o Sono andati fingevo di dormire, come le arie destinate a Musetta, per nulla semplici: il valzer e Marcello mio! Monica Paciolla con la piccola Debora Perrone, protagoniste eccelse di Zazzà, in cui sentimenti contrastanti dell’essere umano vengono fuori in maniera “veritiera”.

Non poteva mancare la notissima Barcarolle di Offenbach – voluta anche da Benigni nel suo capolavoro cinematografico La vita è bella – e per concludere come è giusto che fosse nella sua Foggia il commovente Interludio dalla Fedora di Giordano, portando il pubblico orgoglioso della musica del proprio più illustre concittadino ad applaudire incessantemente.

Per dovere di cronaca ricordiamo che Foggia lo scorso 26 febbraio ha già dedicato un concerto per il centenario della morte di Leoncavallo presso il Teatro del Fuoco con il patrocinio della Provincia, con una selezione dall’intramontabile capolavoro assoluto de I Pagliacci.

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