“La spuma Foamille previene ab origine la formazione del bioaerosol infetto dei bagni pubblici”. La sorprendente scoperta dei prof Arcangelo Liso e Roberto Verzicco

by Michela Conoscitore

L’Università di Foggia annovera tra i suoi ultimi traguardi anche la recente vittoria alla tredicesima edizione di Start Cup Puglia 2020, competizione che premia le nuove iniziative imprenditoriali regionali offrendo la possibilità al team di creatori di concretizzarle e immetterle sul mercato, grazie ad un premio in denaro. L’Unifg ha partecipato col progetto Foamille, una schiuma che combatte le infezioni nei luoghi pubblici, ideata dal professor Arcangelo Liso, ordinario della cattedra di Ematologia dell’ateneo foggiano, e dal professor Roberto Verzicco, ordinario in Fluidodinamica presso la facoltà di Ingegneria dell’Università Tor Vergata di Roma.

Utile anche nella lotta di contrasto al Covid, per cui il progetto nell’ambito della manifestazione ha ricevuto anche una menzione speciale, Foamille sarà la nuova frontiera per la prevenzione di malattie trasmissibili in luoghi molto frequentati come i bagni pubblici.

bonculture ha intervistato i professori Liso e Verzicco per farsi spiegare il progetto e l’importante valenza di tale invenzione:

Come nasce Foamille?

Roberto Verzicco: L’idea di Foamille nasce dall’aver scoperto che durante l’atto della minzione, naturalmente si generano delle goccioline che sono chiamate bioaerosol. Si generano perché l’urina entra in contatto con l’acqua e con la ceramica del vaso del bagno. Negli anni scorsi abbiamo effettuato vari tentativi, per contrastare il bioaerosol, poi però abbiamo compreso che dovevamo cambiare la superficie d’impatto e quindi abbiamo pensato alla schiuma. Di fatto, Foamille previene ab origine la formazione del bioaerosol che così non andrà più a contaminare le superfici intorno e a trasmettere eventuali agenti patogeni contenuti in esso.

Arcangelo Liso: tengo a sottolineare che è stato grazie al lavoro sperimentale del professor Verzicco che siamo riusciti a misurare gli effetti e i non effetti delle varie soluzioni. Comunque, fin dagli anni Cinquanta molti studi hanno dimostrato che l’uso condiviso degli ambienti da bagno può veicolare delle infezioni perché innanzitutto il bioaerosol rimane in sospensione per molti minuti, come in un bagno affollato dove si verifica una frequentazione ininterrotta di gente, e poi perché le goccioline si depositano sulle superfici circostanti e per effetto del contatto che l’utente può avere con esse, potrebbe aver accesso a specie microbiche come virus e batteri intestinali, che nella storia hanno causato episodi molto spiacevoli. Nel caso specifico del Sars-Cov-2, il nostro studio è iniziato molto tempo prima della pandemia, però contestualmente molte analisi hanno dimostrato la presenza di materiale genetico del Covid nei bagni pubblici. Difficile quantificare quanti utenti sono esposti al virus utilizzando i bagni, però il nostro essendo un sistema di prevenzione ha lo scopo di combattere anche questo tipo di virus.

Qual è la durata della carica virale di questi virus e batteri con cui si può entrare in contatto in luoghi pubblici come i bagni?

Arcangelo Liso: dipende dalle specie. Sono stati fatti degli studi, analizzando sia l’aria che l’acqua. Prelevando dei campioni, che sono stati messi in coltura, si è scoperto che per esempio Sars-Cov-2 può rimanere attivo sulle superfici per 24-48 ore. Che poi il virus possa poi trasmettere la patologia, è più difficile da dimostrare.

Roberto Verzicco: proprio perché, almeno per adesso, non si sa quanto persistono questi agenti patogeni sulle superfici noi abbiamo pensato ad una soluzione che prevenisse completamente la contaminazione delle stesse. Quello che succede con Foamille è che l’impatto dell’urina non avviene su una superficie in grado di generare bioaerosol ma su questa schiuma che lo assorbe, impedendo la contaminazione dell’aria e delle superfici circostanti.

Da quali componenti è composta Foamille?

Roberto Verzicco: ha delle caratteristiche di persistenza, di adesione alle superfici, di lavabilità quando viene scaricato il vaso, di igienizzazione e profumo. Dietro la formulazione di Foamille ci sono alcuni anni di studi.

Arcangelo Liso: sulla formulazione non possiamo dire altro, perché l’Università di Foggia ha depositato una domanda di brevetto. Comunque sono componenti già presenti in commercio, non introducono alcuna nuova variabile se non per proporzioni e miscele che hanno contribuito al successo del prodotto. Non utilizzando la schiuma, gli standard attuali, soprattutto in epoca pandemica ma in generale dovrebbe essere così, prevedono degli ambienti ben areati e igienizzati per intero dopo l’utilizzo di ogni utente che comporterebbe l’impiego di tempo e lavoro degli inservienti. Questa schiuma si inserisce in questa lacuna, lasciata negli anni al caso, per limitare ed evitare la generazione del bioaerosol.

Quando avete compreso che la schiuma funzionava davvero?

Roberto Verzicco: Abbiamo iniziato con degli esperimenti su superfici in ceramica per vedere cosa accadeva con delle micro-goccioline, dopo di che in laboratorio abbiamo realizzato un water trasparente e strumentato cominciando quindi a prender nota di misure quantitative attraverso un dispositivo che riproducesse la minzione con la portata e la velocità di getto. Con delle fotografie ad alta risoluzione, abbiamo iniziato a scansionare la superfice per vedere quante goccioline venivano emesse in una situazione standard e quante, invece, in presenza della schiuma. Dopo aver provato sperimentalmente in laboratorio che la schiuma era efficace, siamo passati ad una formulazione tale che le permettesse di rimanere nel water qualche minuto, che fosse sufficiente un solo scarico per eliminarla e che non corrodesse le superfici. Alla fine siamo giunti alla giusta formulazione, che non coinvolge soltanto i componenti della schiuma ma anche il propellente e la forma dell’ugello della confezione. Una fase di studio abbastanza complessa.

Adesso, quale futuro attende il vostro progetto?

Arcangelo Liso: siamo iscritti al Premio Nazionale per l’Innovazione, un evento che si svolgerà a fine novembre, in cui gareggeremo come vincitori dell’edizione pugliese e quindi con buone chance di presentarci bene. Dopo di che con l’Ateneo, io e il professor Verzicco stiamo valutando quale sia il modo migliore per proseguire chiedendo ad investitori ed enti finanziatori quel capitale che serve per iniziare la produzione e portare questa schiuma sul mercato.

Roberto Verzicco: abbiamo anche sottoposto delle domande di ricerca al MIUR, perché non ci siamo fermati alla domanda di brevetto ma stiamo pensando anche a sistemi di distribuzione automatica: attraverso un sensore di prossimità nel bagno, si attiva la distribuzione della schiuma all’interno del vaso al momento dell’entrata dell’utente. L’aspetto commerciale e imprenditoriale è importante, ma nella nostra ricerca è stato soprattutto l’aspetto scientifico ad aver originato questa invenzione.

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