Futuro Arcaico, il festival multidisciplinare di Folkore Elettrico

by Fabrizio Stagnani

Due ossimori sporchi di ruggine glitterata, Futuro Arcaico il nome del festival promosso dal progetto Folklore elettrico. 

Si chiudeva sabato scorso, la call for artist rivolta a fotografi, illustratori, performer e videomaker per partecipare a Futuro Arcaico. L’obbiettivo raccogliere narrazioni dell’identità pugliese declinate nei contemporanei linguaggi d’espressione. Il festival multidisciplinare, tra talk, proiezioni, mostre e concerti, sarà di scena nel barese a partire dal 17 aprile per tre giornate. Mentre, salvo impedimenti, la presentazione del progetto e delle opere è in programma il 19 marzo nella Mediateca Regionale Pugliese, più sotto forma di happening che consueta conferenza stampa. Non poteva essere altrimenti d’altronde considerati gli intenti generali della manifestazione culturale. 

Si vuole prendere estratti di riti e rivestirli con abiti più attuali, avvolte anche acidi e fluo, afferrare delle identità legate a dei contesti, delle pratiche, delle feste e ridefinirle. “Non vi è nessun intento provocatorio in questo, quantomeno sacrilego o dissacrante. Far recepire la fascinazione di culture passate ancora in essere è la mira, a prescindere dal tradizionale o dal religioso in se!”. Resta difficile però non interrogarsi su come si possa evitare di urtare la sensibilità di chi ci crede veramente, sollazzando le nuove generazioni o quelle scorse che hanno magari iniziato a rinnegare l’attaccamento ad usanze e feste che affondano le loro radici in patrimoni culturali immateriali apparentemente troppo discrepante dall’attuale. “Osservavo di recente le riprese di una comunità ortodossa chiamata a manifestarsi con dei sui canti in un contesto cattolico. Risultava di fatto una esibizione aliena a degli occidentali, pur avendo molto se non tutto in comune alla base. Ecco, Futuro Arcaico ambisce alla ricerca di archetipi comuni, proposti in nuovi verbi, in grado di appianare le differenze culturali, pur lasciando queste ultime nella loro connotazione fortemente identitaria.”

E’ dato di fatto che in un era di alienazione e globalizzazione dilagante s’inizino a veder divampare all’orizzonte desideri ad una fisiologica ricerca di realtà aggreganti e pratiche sociali riumanizzanti. A tiro si possono fare gli esempi della Trenodia firmata da Mariangela e Vinicio Capossela, con le loro prefiche in lamentazione lungo i sentieri dell’Irpinia, poi immortalate in audiovisivi di moderna impostazione e veicolazione, oppure il Giovedì dei Cornuti, in tempo di Carnevale a Conversano, orchestrato dall’Accademia delle Corna che porta all'”ammasso” le simboliche propaggini ossee dei traditi in un rito purificatorio e non da ultimo, la da poco inaugurata, Rete dei Fuochi di Puglia innestata in quella che ci vede ora collegati al resto dell’Europa sino ai Pirenei. 


Un ritorno al passato e alle tradizioni, fertili di valori, da conservare, valorizzare e sopratutto innovare. A dire degli organizzatori, prova del fatto che era necessaria un’idea si fatta, innumerevoli le adesioni e opere iscritte nelle categorie video arte, performance ed immagini. Sorge spontanea la curiosità di indagare sulla loro matrice. “Le più sono di nuova realizzazione, create appositamente con fermento una volta proposto il tema, altre, non inedite, vengono da collettive d’arte moderna…spontanee iniziative, probabilmente non debitamente qualificate fino ad ora.”
Questo festival è un prodotto di Folklore Elettrico, una dimensione già ben salda, uno studio di progettazione creativa votata alla salvaguardia di culture autoctone per mezzo della sperimentazione, alla ricerca di tradizioni da risvoltare nel contemporaneo. A tenere le redini, in particolar modo dell’universo comunicativo, Jime Ghirlandi, argentina che dopo una serie di girovagare si è stabilita a Bari, e Marco MalaSomma, l’art director e sound designer del tutto, le cui parole fino ad ora erano fra le virgolette. Sotto quest’altro forte ossimoro, c’è un contenitore, una fucina di idee che vede la concretizzazione in eventi in palazzi storici, scavi archeologici, ville, musei, castelli ed edifici in disuso allo scopo di ridare loro una nuova connotazione. Idee applicate alla riqualificazione di luoghi e tradizioni pugliesi ora, ma che già  stanno prendendo piede, sempre sotto lo stesso titolo, in regioni come la Sicilia e la Toscana. 


Tornando al festival che sarà, immaginatevi video mapping a tema “riti della settimana santa” accompagnati da amplificazioni di musica soft techno,  clip di performance in uliveti che rievocano teatralmente la vita agreste, aspre illustrazioni grafiche a riassumere il senso di feste che perdono le loro radici nel tempo. Gianluigi Trevisi di Time Zones, Tita Tummillo De Palo, co-direttrice del Big Festival, Clara Patella, libraia indipendente della Nuova Macelleria Patella, Antonio Musci, direttore artistico di Avvistamenti, Piero Percoco di The Rainbow is Understimated, il video artist Emaunuele Ponzio/ape5 e Giuseppe Magrone dall’Apulia Center Hub, i nomi della formazione di tutto prestigio in giuria tecnica per valutare i lavori proposti.  
Gli sviluppi del progetto ed altre informazioni sul sito folkloreelettrico.com e sulla omonima pagina facebook.

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