Le letture felici di Leggo Quindi Sono premiano Claudio Fava. Trecca: «L’esperienza degli incontri online è stata un nuovo momento di protagonismo dei ragazzi»

by Daniela Tonti

Neanche la pandemia ha fermato la quinta edizione di “Leggo Quindi Sono – Le giovani parole”, il premio letterario dedicato ai libri, agli autori, alle case editrici indipendenti e alla promozione della lettura fra le giovani generazioni. LSQ, come sempre, ha visto in concorso cinque storie lette, amate e votate dagli studenti di sette scuole secondarie della Provincia di Foggia.

L’appuntamento con l’editoria indipendente di qualità, patrocinato dagli Assessorati all’Istruzione e alla Cultura del Comune di Foggia, dall’Ufficio Scolastico Provinciale, dalla Fondazione Monti Uniti e dalla Biblioteca Provinciale “La Magna Capitana” in collaborazione con il CSV di Foggia e la Liberia Ubik, nonostante si sia svolto in una modalità mista fra presenza e online a causa delle disposizioni sanitarie, anche quest’anno è arrivato alla sua conclusione. Sfortunatamente non in presenza, con il partecipatissimo appuntamento annuale in programma da ben quattro anni al Teatro “U. Giordano”, ma online.

La premiazione finale, infatti, si svolgerà questa sera a partire dalle ore 18.00 sulla pagina Facebook de IlSottoSopra (la redazione giornalistica dell’Istituto B. Pascal di Foggia) e, in contemporanea, sulle pagine di Leggo Quindi Sono, Ubik Foggia, Biblioteca “La Magna Capitana” e Fondazione Monti Uniti.

A ricevere il premio della quinta edizione di Leggo Quindi Sono sarà Claudio Fava, giornalista, scrittore, politico e autore del libro più votato della cinquina di quest’anno: “Il giuramento”, edito da Add Editore. Fava, l’autore più apprezzato dal voto degli studenti delle scuole “B. Pascal”, “O. Notarangelo – G. Rosati”, “Liceo G. Marconi”; “ISS Einaudi” di Foggia, “G.T. Giordani” di Monte Sant’Angelo, “P. Giannone” di San Marco in Lamis e il Liceo “Bonghi – Rosmini” di Lucera, ha prevalso su altri quattro libri in concorso, fra cui: “Elena di Sparta” di Loreta Minutilli, “La sartoria di Via Chiatamone” di Marinella Savino, “Con in bocca il sapore del mondo” di Fabio Stassi e “Qual è la via del vento” di Daniela Dawan.

Bonculture ha intervistato Michele Trecca, Presidente di LQS e il libraio Salvatore D’Alessio, Direttore artistico della manifestazione per tracciare un bilancio dell’edizione appena conclusa e anticipare le novità della prossima.

Anche il premio letterario “Leggo Quindi Sono – Le giovani parole”, causa Covid-19, è stato totalmente ripensato a causa delle disposizioni pandemiche. Com’è andata questa edizione atipica?

Salvatore D’Alessio: Siamo molto felici della riuscita di questa quinta edizione, perchè questa emergenza sembrava davvero potesse minare le fondamenta del nostro premio. Gli incontri con gli autori e lo scambio fisico dei libri tra i giurati sono il motore del nostro progetto, il distanziamento sociale poteva essere lo stop a un gioco entusiasmante che da sei anni muove centinaia di lettori e di lettrici nella nostra provincia, e invece no, mentre eravamo lì a reinventarci, arrivava la vicinanza dei partecipanti, quelli più giovani e quelli più adulti, e lì ci siamo riconosciuti come una squadra. Gli studenti e le studentesse per primi ci hanno fatto capire che la soluzione era la virtualità, sono arrivati i loro contributi social, recensioni, video e letture hanno animato i nostri canali. Sul loro esempio, noi adulti ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo organizzato i tre eventi mancanti alla conclusione del progetto, chiusi in casa, ma tutti connessi e partecipi ad ascoltare e ad intervistare gli autori finalisti. Fondamentale, per questa nostra attività online, è stato il contributo della redazione studentesca de Il Sottosopra che ha curato la regia dei nostri streaming.

Due incontri in presenza a gennaio e febbraio e tre incontri online nel pieno della pandemia. Il vostro progetto da anni è un viaggio esperienziale: i tour nelle scuole, l’incontro ravvicinato con l’autore, lo scambio fisico dei libri e delle idee sui libri. Nonostante le iniziative online, il distanziamento sociale quanto ha penalizzato questo rito collettivo dei giovani lettori?

Michele Trecca: Molto, senz’altro, ma la volontà di continuare utilizzando la rete e l’impegno con cui tutti abbiamo affrontato questa sfida ci hanno consentito di essere comunque vicini e ci hanno aiutato anch’essi a superare i momenti bui della primavera. L’esperienza degli incontri online è stata inoltre un nuovo momento del protagonismo dei ragazzi, che sono stati ancora una volta il motore del premio.

L’edizione è stata vinta da Claudio Fava, autore de “Il giuramento”. Perchè proprio questo libro?

Michele Trecca: Credo che ai ragazzi sia piaciuta la forza umile del protagonista, la sua quieta determinazione nella difesa del valore primario della propria libertà di coscienza. Io sono convinto, o almeno mi piace pensare, che leggendo la storia raccontata da Fava i ragazzi abbiano colto l’importanza di ogni singolo comportamento individuale, al di là della sua efficacia immediata e del sacrificio che esso richiede. In qualche modo si sono sentiti investiti di una responsabilità: e ciò è bello e giusto, spero non lo dimentichino e che anzi sappiano trasmettere ad altri questa consapevolezza. Sicuramente, inoltre, nel loro voto ha pesato molto anche il suggestivo ricordo del bellissimo incontro con l’autore nella splendida cornice di un Teatro Giordano affollato dagli alunni di tante scuole in un luminoso giorno di sole, 21 febbraio, che poi di fatto è stato l’ultimo del mondo di prima.

La scorsa era una cinquina dominata da libri che raccontavano fatti storici. Marinella Savino con “La sartoria di Via Chiatamone” scriveva di Napoli nel dramma della Seconda Guerra Mondiale, mentre Daniela Dawan con “Qual è la via del vento” ha ricordato la guerra dei sei giorni in Medioriente. Fava, invece, ha raccontato il dissenso solitario dei dodici accademici che non giurarono fedeltà al fascismo. Questa nostra pagina di storia così problematica interessa ancora?

Michele Trecca: Senz’altro sì. E aggiungo: per fortuna. Oggi, infatti, c’è nel nostro Paese una recrudescenza di violenze che traggono alimento da ideologie e pratiche degli anni cupi del regime. Questa storia malintesa, inoltre, avvelena la società legittimando subdolamente quella mancanza di rispetto nei confronti dell’altro, chiunque egli sia, che è un problema sempre più grave. La vittoria del romanzo di Fava grazie al voto dei ragazzi è un gran bel segnale che deve spronare noi adulti ancora di più nell’impegno a trasmettere una corretta memoria dei fatti e delle dinamiche storiche. I ragazzi hanno voglia e piacere di conoscerle.

Il gruppo di giurati del premio letterario – da tempo – si è arricchito. Quest’anno, infatti, è stato assegnato il premio della critica a Fabio Stassi per il suo “Con in bocca il sapore del mondo”. Chi ha votato?

Salvatore D’Alessio: Il premio della critica è nato per coinvolgere i lettori adulti che seguono il progetto. Raccogliamo tutti quelli al di fuori delle scuole partecipanti. In questa giuria, infatti, rientrano alcuni blogger e giornalisti letterari, studenti universitari che hanno seguito LQS negli anni passati, i lettori della Magna Capitana e della Libreria Ubik di Foggia ma anche altri che, proprio grazie agli incontri virtuali, ci hanno seguito da altre città italiane. Poi ci siamo anche noi addetti ai lavori: librai, bibliotecari, insegnanti.

LQS, alla sua sesta edizione, continuerà il suo percorso in un periodo dominato ancora dalla pandemia. Come vi organizzerete?

Salvatore D’Alessio: Replicheremo il modello di quest’anno con incontri streaming, video-recensioni e letture sui canali del premio, nella speranza di poter tornare ai nostri affollatissimi book tour appena il pericolo sarà scongiurato. Siamo pronti anche a bissare con gli incontri dal vivo, magari all’aperto, come abbiamo fatto la scorsa estate, a San Marco in Lamis, gemellati con Pagine d’Autore, il festival curato dalla docente Carla Bonfitto che ha dedicato una serata ad LQS e a Dario Levantino, vincitore della quarta edizione. In quell’occasione fu una vera festa con centinaia di lettori che partecipano al nostro premio e che hanno amato “Di niente e di nessuno”.

Questa sera verrà annunciata in diretta la cinquina della sesta edizione. Cosa ci dobbiamo aspettare?

Salvatore D’Alessio: La cinquina dell’anno passato è stata notevole, piena di temi storici tuttavia attuali, ogni anno ci chiediamo cosa ci riserverà l’edizione successiva, molto dipende dalle uscite editoriali ma è il sentire comune del nostro gruppo che ci porta a scegliere, e quest’anno, vista anche la situazione globale abbiamo voluto una selezione che ci dia un po’ di leggerezza, di speranza senza rinunciare mai alla qualità delle scritture. Abbiamo scelto racconti in grado di colorare giornate di semi isolamento: torna un graphic novel in cinquina e non dimentichiamo i temi che ci hanno accompagnato in questi sei anni, anzi, abbiamo fatto di più, li abbiamo messi praticamente tutti! Impegno civile, legalità, famiglia come spazio affettivo e non solo biologico, cittadinanza, integrazione, intercultura, violenza di genere, il nostro Sud. E poi ovviamente l’adolescenza, il rapporto genitori-figli, la consapevolezza del corpo, i primi amori, e la ricerca del proprio posto nel mondo, perché crediamo che i libri, in fondo, a questo servano, a capire chi siamo e, in un mondo che cambia, non c’è nessuna bussola più precisa di un romanzo che parli di noi.

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