“Maggiori possibilità alle giovani generazioni”. L’assessore Piemontese crede in un rilancio del Sud

by Daniela Tonti

All’inaugurazione della seconda Community Library della provincia di Foggia finanziata dalla Regione Puglia c’era anche l’assessore regionale al bilancio Raffaele Piemontese. Nella Regione che al Sud più ha sfruttato i finanziamenti comunitari di FESR e FSE arrivando a una incredibile soglia di quasi 2 miliardi di euro (spesi e rendicontati), il Bilancio è una delle deleghe più strategiche, non solo dal punto di vista elettorale.

È dal bilancio che passa la costruzione di un progetto politico il più possibile finalizzato alla crescita di una comunità in termini di possibilità, offerta culturale, turismo, innovazione o in una sola parola “servizio”.  Le parole chiave del quinquennio che sta per terminare sono Giovani e Innovazione.

E questo non solo per creature più note cui ha dato vita l’assessore, il Nidi o il Pin (Bando pugliesi innovativi). Ma anche per tutti i progetti finanziati con fondi comunitari o Interreg: dal cinema, alla rete dei festival, al Medimex, ai Musei, a tutte le risorse umane impegnate nel funzionamento della macchina; dalle deleghe al demanio e alle spiagge, a una visione turistica fatta di servizi e territori che si affinano, fino a una idea, diversa e contemporanea, degli spazi della cultura.

Noi di bonculture l’abbiamo intervistato.

Assessore Piemontese, in questi cinque anni lei ha fatto molto per i giovani, con il Nidi prima e poi con i Pin e con molte misure ad hoc giunte dal turismo e in particolare dalla sua delega al demanio e alle spiagge, eppure i giovani pugliesi continuano a emigrare. Che idea si è fatto? I contributi regionali li ritiene un incentivo a restare?

È evidente che il principale problema che abbiamo nel Mezzogiorno d’Italia e l’ultimo rapporto  Svimez lo dice sta nel fatto che dal 2000 ad oggi, 2 milioni di persone hanno lasciato il Sud Italia per andare in altre parti d’Italia, d’Europa e del mondo a prestare le proprio intelligenze e competenze. È la vera piaga sulla quale intervenire e quindi dare una prospettiva di sviluppo soprattutto alle giovani generazioni. È un dato oggettivo che non riguarda solo Foggia ma riguarda tutto il Sud Italia. L’ultimo rapporto è illuminante da questo punto di vista. La Puglia –  non lo dico io ma lo dicono i rapporti, lo dice l’agenzia Moody’s e gli ultimi dati di Banca d’Italia –  nel contesto delle regione meridionali è quella che è cresciuta di più in termini economici e di produttività. Ma soffriamo moltissimo di questa dinamica che ha a che fare con il lavoro giovanile. Noi abbiamo messo in campo varie iniziative. Iniziative che hanno portato a dei risultati concreti. Quando parliamo di Pin, Pugliesi Innovativi noi ci troviamo difronte a un progetto che ha messo in campo oltre 11-12 milioni di euro per giovani che grazie al sostegno della Regione Puglia, possono mettere su un’attività di impresa.

Sui Bollenti Spiriti alcuni dati parlano di un 3% di riuscita dopo i primi tre anni di vita delle start up. Cosa manca?

Nidi e Pin non sono Bollenti Spiriti ma ciò non toglie che questo è il mondo delle startup. A fronte di un certo numero di attività in partenza, lungo il percorso diminuiscono. È fisiologico. Questo non significa che non bisogna investire sui giovani. Perché non tutti riescono ad avere una trasformazione reale, io mi accontento anche di percentuali più basse. È importante che siamo nelle condizioni di dare maggiori possibilità alle giovani generazioni.

Lei è della Capitanata. Secondo lei quali sono gli squilibri rispetto alle altre province?

Io non credo vi siano squilibri. E sono abituato a ragionare sulla base dei numeri. Per esempio abbiamo inaugurato una biblioteca di comunità e a fronte di 120 milioni di euro complessivi per la Regione Puglia 27 sono venuti a Foggia, 28 a Bari, 10 a Brindisi, 7 nella Bat e 31 a Lecce che ha molti più comuni della provincia di Foggia. Foggia città ha avuto 5 milioni di euro con un finanziamento di quattro interventi. Senza dimenticare la Biblioteca provinciale che da quando è passata alla Regione ha avuto una nuova vita. È rinata, non solo attraverso i finanziamenti ricevuti per gli interventi strutturali, ma anche per la nuova vita e la nuova concezione degli spazi di fruizione. Non solo libri ma anche eventi, mostre, performance teatrali. Poi è ovvio che il contesto economico non è uguale dappertutto.

In che senso?

È evidente che nella zona di Bari vi è un numero di aziende diverso. I levantini hanno un’attitudine al commercio innata. Non ho concezioni di minoritarismo nei confronti di nessuno. Foggia ha grandi potenzialità, sta a noi saperle sfruttare.

Rispetto ai suoi 5 anni al Bilancio lei è soddisfatto o alla luce del fallimento del PSR avrebbe preferito incidere in quella delega? Una delega che potenzialmente rischia di trascinare il centrosinistra verso la sconfitta.

La delega all’Agricoltura è stata data ad un altro foggiano. Io sono stato ben contento di fare l’assessore al Bilancio e rispondo di quello che ho fatto io. Per i fondi comunitari su FESR e FSE la Puglia è la regione meridionale che spende più di tutti. Al 31 dicembre 2018 abbiamo raggiunto e certificato tutti i target di spesa rendicontata di 1 miliardo e 300 milioni. E al 31 dicembre 2019 presenteremo alla Commissione Europea una spesa rendicontata di 1 miliardo e 900 milioni di euro. Soldi che sono sati iniettati nel tessuto economico della Puglia, dal Nord al Sud. Investimenti in infrastrutture, sostegno, ricerca, cultura, innovazione, lavoro.

Detto ciò, la Puglia è sempre Sud. Per quanto siamo una regione che è più avanti rispetto alle altre è chiaro che partiamo con numeri negativi importanti. I tassi di disoccupazione giovanili sono alti. Migliori di quella Calabria o di altri regioni del Sud, ma sono importanti.

Lei in questi anni è stato al fianco di alcune amministrazioni costiere, i porti pugliesi possono essere un attracco per il turismo internazionale di lusso?

Noi abbiamo investito sui porti turistici perché siamo convinti che nell’offerta turistica complessiva sia importante anche quel segmento. Le faccio un esempio per tutti. Abbiamo riaperto il porto di Rodi Garganico che era insabbiato, in pratica era chiuso, finanziando interventi strutturali e grazie a questo governo regionale gli abbiamo ridato nuova vita. E adesso si è aggiudicato anche un progetto di cinque milioni e mezzo per sistemare altre problematiche di dragaggio strutturale. Investire sui porti è importante. Il tema di fondo è che c’è bisogno di un contesto che gira intorno per offrire servizi di qualità per dare un’offerta adeguata. Non serve solo la Regione, il turista scende e deve avere i servizi di un certo tipo e su questo c’è la necessità che il tessuto economico e imprenditoriale si attrezzi e per questo mettiamo a disposizione i finanziamenti di agevolazione alle imprese. Puglia Sviluppo eroga tante risorse di finanza agevolata.

Infine il vento sovranista che soffia anche in Puglia, cosa farà il Pd per arginarlo?

Io non ne faccio una questione di Pd. Io da amministratore provo a lavorare bene per dare risposte concrete ai bisogni della collettività. Con le community library abbiamo dato una risposta concreta, nei porti abbiamo dato una risposta concreta, ai ragazzi che hanno fatto la richiesta di Pin abbiamo dato 40 mila euro per partire, ai Comuni che sosteniamo nelle infrastrutture diamo risposte concrete.

Dal mio punto di vista sono i fatti, il lavoro e la buona amministrazione che ti fanno andare avanti.

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