Raffaella Vacca e il lavoro per le donne in una città violenta. “Ho la grinta giusta per migliorare l’esistente”

by Antonella Soccio

Quarantenne, figlia dei quartieri popolari della città di Foggia, lavoratrice, estremamente attraente, grintosa, leghista e legatissima a suo marito, compagno di vita e di business. Sono caratteristiche che messe in fila, forse, smontano ogni cliché della retorica della donna impegnata in politica. Raffaella Vacca, assessora alle Politiche sociali del Comune di Foggia, nei pochi mesi dall’insediamento ha subito più attacchi che aperture dialoganti.

Il Piano Sociale di Zona della città della Quarta Mafia spaventerebbe anche il politico più navigato, l’amministratrice si è presa il suo tempo per capire i meccanismi di un assessorato cruciale per la vita della comunità. Negli uffici di Via Fuiani, Raffaella Vacca sta studiando le carte, le incrostazioni di anni di welfare e di servizi, che di certo vanno ridisegnati e adeguati alla complessità di una città che invecchia e in cui i giovanissimi, anche senza alcun problema economico, manifestano disagi e devianze, e le donne, in aree depresse e senza privilegi o rendite parassitarie borghesi, devono far fronte ai fallimenti esistenziali dei mariti e dei padri, nel reclamare il diritto alla casa, allo studio e al lavoro.

Noi di bonculture, di 25 novembre, nel giorno della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, l’abbiamo intervistata sul tema della violenza di genere.

Assessora Vacca, qual è la situazione dei Cav a Foggia, cosa ha trovato in assessorato?

Nella città di Foggia sono presenti due Centri Antiviolenza: uno privato denominato “CAV Telefono donna” e l’altro pubblico dell’Ambito Territoriale di Foggia intitolato a “ Carmela Morlino”. Entrambi svolgono un ruolo importante nella città infatti, attraverso i punti di ascolto, le attività nelle scuole, manifestazioni in piazza, sensibilizzano la città su tale tematica e contribuiscono all’emersione di situazioni di violenza molto spesso consumate in famiglia. Inoltre i Centri Antiviolenza  in caso di denuncia di violenza subita da parte delle donne, attraverso apposite equipe,  composte da personale specializzato (assistente sociale, avvocato, educatore ecc.) accompagnano le donne lungo il percorso di fuoriuscita  dalla situazione di violenza e promuovono l’autonomia delle donne. Nel caso specifico il CAV pubblico “Carmela Morlino” nell’anno  2018 – 2019 ha attuato 8 percorsi formativi in favore di donne vittime di violenza  ed alcune di loro nel 2019 hanno trovato stabile occupazione. L’Assessorato alle Politiche Sociali in questi ultimi mesi sta lavorando per promuovere ed aumentare la rappresentatività di Associazioni per le donne nella nostra città.

L’amministratrice in Via Fuiani

Foggia ha sempre avuto una grande presenza associazionistica sui temi della violenza, crede che ci siano abbastanza risposte?

Penso che attualmente si è in grado di fornire adeguate risposte alle donne e minori vittime di violenza. La presenza di 2 CAV e Punti di ascolto e le tante associazioni nella città che collaborano sul fare prevenzione sulla violenza sono un presidio importante. Infatti, il 15 novembre in Prefettura , è stato sottoscritto un protocollo d’intesa con tutte le Istituzioni, tra cui l’Ambito Territoriale di Foggia con il proprio Centro Antiviolenza “Carmela Morlino”, la Questura, l’Arma dei Carabinieri, l’Università, l’Ordine dei Medici, le Associazioni appartenenti al Terzo Settore per snellire le procedure e collaborare per intervenire, ognuno con il proprio ruolo, nelle storie di violenza ed abuso in maniera sempre più celere, fornendo adeguate risposte alle problematiche riscontrate. Inoltre, a breve, sul nostro territorio sarà presente una Casa Rifugio per donne vittime di violenza che andrà a completare il panorama dei servizi presenti e operativi sul territorio.

Come ha trovato i quartieri periferici? Ci sono tante donne che si battono per la casa e per condizioni di vita civili.

Su questa tematica c’è molto da lavorare, infatti è importante censire le risorse presenti nei quartieri periferici: mi riferisco a persone che li rappresentano, strutture che possono essere messe a disposizione della cittadinanza per rivitalizzarli e favorirne processi d’inclusione e socializzazione. Dobbiamo lavorare ed investire sulle giovani generazioni per il futuro della nostra città.

Pochi mesi dall’avvio del suo lavoro in assessorato, sente ancora pregiudizio nei suoi riguardi? Non è vittima anche lei di una certa “violenza” verbale e di uno sguardo castrante?

Sono passati pochi mesi dal mio insediamento, è vero, ma io sono impegnata tutti i giorni a conoscere e comprendere tutta la programmazione e i servizi che operano nella nostra città per migliorarne il funzionamento e l’operatività. Tanto è stato fatto ma ancora tanto c’è da fare, soprattutto nel campo dell’inclusione sociale, sugli sprechi alimentari. Ho la grinta giusta per migliorare l’esistente e fornire servizi sempre più rispondenti ai bisogni dei cittadini. Non sento né pregiudizio né credo ci sia violenza nei miei riguardi, sono impegnata a lavorare per favorire il benessere della mia città, che amo.

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