Ritorna il confronto sul futuro con i Visionary Days. Traina: “Serve scegliere di investire nell’enorme capitale umano sottoutilizzato dei giovani”

by Caterina Del Grande

In un presente così interconnesso, quali sono i confini del nuovo mondo? Questa domanda sarà la bussola della quarta edizione di “Visionary Days”, il pensatoio sul futuro e sui cambiamenti in corso dedicato alle giovani generazioni. Anche quest’anno, in un unico giorno, ci sarà una sessione di brainstorming collettivo di 10 ore che vedrà protagonisti 2500 ragazzi under 35 provenienti da tutta Italia che si confronteranno su vari temi e in più tavoli tematici sui cambiamenti del prossimo futuro.

Dopo l’edizione straordinariadi maggio con la presenza in collegamento video del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,i Visionary Days non si fermano e continueranno a lavorare virtualmente con un collegamento Zoom in programma sabato 21 novembre dalle ore 9.30 alle ore 18.30. Divisi in più tavoli, ogni tema verrà declinato da uno speaker in diverse sessioni trasmesse in diretta dalle Officine Grandi Riparazioni di Torino. Dopo ogni speech, i 2500 partecipanti inizieranno a discutere sulla piattaforma online, mentre in diretta streaming proseguiranno i panel con svariati giornalisti, divulgatori e influencer. L’evento, infatti, sostenuto da vari enti come il programma Erasmus + dell’Unione Europea, il Politecnico di Torino, il Parlamento Europeo e il Ministero delle Politiche Giovanili, vedrà i giovani e gli ospiti confrontarsi, progettare e ideare visioni sui confini del nostro futuro: confini nazionali, sociali e bio(etici).

In questa quarta edizione, sollecitata anche dalle epocali trasformazioni che il covid-19 ha già provocato e provocherà ancora, si parlerà di Popoli con Sara Hejazi, Lorenzo Pregliasco, Niccolò Zancan, Gabriele Micalizzi e Anna Pozzi; di Società con Cosima Buccoliero, Margherita Pagani, Raffaele Alberto Ventura, Giorginess e Corinna De Cesare; di Mondo con Eleonora Congo e Giulia Carla Bassani; di Uomo con Filippo Rizzante, Riccardo Manzotti, Giorgio Mennella e Sofia Bonicalzi; di E-mobility con Francesco Bianchi e Costantino Fassino e di Spirito con Enzo Celli, Chiara Maiuri, Lumpa, Chiara Dello Iacovo e gli Eugenio in Via di Gioia. La diretta sarà fruibile sul canale Youtube di Visionary Days, mentre il programma completo della giornata è disponibile su www.visionarydays.com. Per scoprire di più su questo pensatoio delle idee giovanili, bonculture ha intervistato Carmelo Traina, ingegnere e presidente di Visionary Days.

Dopo “Quale futuro?”, sabato arriva la quarta edizione di Visionary Days, un momento di condivisione giovanile e visione collettiva. Cos’è questo progetto?

Chi fa parte della nostra generazione avrà sentito abbastanza spesso dire che i giovani di oggi sono indolenti e svogliati, indifferenti e dissociati rispetto alla società in cui vivono. Forse noi lo abbiamo sentito una volta di troppo. Così abbiamo voluto ribaltare questa immagine in prima persona e dare un segnale di senso contrario. Sappiamo di avere gli strumenti per fare grandi cose e ci siamo detti: “sai che c’è? Adesso le facciamo”. Il tramite per rendere concreta la nostra idea è stato il dialogo. Lo diciamo spesso perché ci crediamo: per parlare di Futuro bisogna innanzitutto parlare. Così nasce Visionary Days, una maratona di brainstorming collettivo dove migliaia di giovani provenienti da tutta Italia si incontrano per affrontare i cambiamenti in corso e dare forma al prossimo Futuro. Accade una volta l’anno, in un unico giorno e in contemporanea in più città connesse. Dieci ore di brainstorming continuo, tra centinaia di tavole rotonde ripartite su più città virtualmente connesse tra loro per dare vita ad un unico confronto collettivo alimentato da talk ispirazionali. Un flusso immersivo di energie e idee per il Futuro.

Quasi 2500 giovani under 35 provenienti da tutta Italia cercheranno le domande e le risposte giuste per immaginare questo intricato presente. L’Italia, per molti, non è un Paese per giovani. Cosa volete testimoniare con questo vostro lavoro?

Che in Italia ci sono ancora dei giovani e, soprattutto, dei giovani che hanno voglia di darsi da fare. Di credere che possa esistere una versione migliore di questo paese e, senza critiche e lamentele, immaginare una strada nuova di possibilità e opportunità. Vogliamo esserci, essere parte attiva di questo “intricato” presente. Serve però scegliere di investire in questo enorme capitale umano sottoutilizzato, direzionare le risorse su istruzione e lavoro per permettere alle nuove generazioni di formarsi, crescere, fare esperienza e in questo modo ri-attivare il processo di crescita e sviluppo di questo Paese, oggi bloccato. Il rischio è il tracollo.

Il tema di quest’edizione è: “Quali sono i confini del nuovo mondo”. Vi occuperete di rivoluzione tecnologica, dei flussi migratori e delle trasformazioni legate alla globalizzazione. Le rivoluzioni, però, sembrano oramai incontrollabili. Su temi così decisivi, che chiamano in causa una molteplicità di aspetti interconnessi, l’azione politica può incidere?

Non ci sono alternative. Abbiamo desiderato uno spazio globale connesso e, oggi che tutto questo è realtà, sembriamo totalmente incapaci di gestirlo e governarlo. E la gestione e il governo, nel loro senso più ampio, spettano all’azione politica. Che deve comprendere i limiti evidenti del modello, che non tenderà ad una crescita infinita, e su questa base fare delle scelte chiare, capaci di imporre una nuova direzione.

Il covid-19 ha rimescolato le carte mostrando a tutti la precarietà del nostro sistema economico, sociale e ambientale. Oramai siamo consapevoli che ogni nostra singola azione quotidiana è determinante per il nostro destino?

Difficile dare una risposta per tutti. Non abbiamo mai ragionato pensando oltre il “qui ed ora”, le nostre decisioni, scelte e azioni sono sempre state funzionali ai bisogni immediati e alle necessità del momento. Non è in noi ragionare di lungo periodo, di effetti che possiamo causare. Forse covid-19 ci ha dato un segnale, ma probabilmente non ci ha scosso al punto da cambiarci.

La partecipazione politica e sociale, soprattutto nell’ultimo decennio, è stata sequestrata dalla rabbia, dalle rivendicazioni, dall’odio. Dai risultati della maratona “Quale Futuro?” emergono indicazioni incoraggianti, infatti si chiede maggiore coscienza civica condivisa sui temi della cosa pubblica. Un percorso da incoraggiare?

Si chiedono gli strumenti per poter essere partecipi della vita della società, le conoscenze e le competenze per entrare nelle scelte e nelle decisioni di una società che nella governance si è totalmente blindata alle nuove generazioni, lasciandole fuori. E l’effetto causato non è di rabbia, ma di rassegnazione. I giovani credono di non avere valore, non avere voce, non essere parte di niente. Dunque, si, assolutamente da incoraggiare.

Vincenzo Spadafora, Ministro delle politiche giovanili, ha chiesto a Visionary di delineare delle proposte per il futuro. Quali?

A “Quale Futuro”, la nostra edizione speciale organizzata il 13 giugno in collaborazione con il ministro delle politiche giovanili e dello sport Vincenzo Spadafora e l’agenzia IPSOS, abbiamo radunato un campione statisticamente rappresentativo della popolazione giovanile per raccogliere le loro urgenze relativamente alla destinazione di Next Generation EU. Le priorità emerse sono state diverse, dal pianeta all’istruzione, dal lavoro alla partecipazione. Oltre 100 proposte che abbiamo raccolto in un documento unico consegnato direttamente al Ministro.

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