Sopravvivere al Covid: la filiera culturale si organizza e chiede un fondo a Comuni e Regioni. Maffei: «L’aiuto non deve essere confuso col lavoro»

by Antonella Soccio

Non solo bauli in piazza, ma idee per le amministrazioni pubbliche. Sono 48 gli artisti, operatori dello spettacolo e dei live di Capitanata che si sono uniti per redigere un documento della filiera culturale, per sopravvivere, ad ogni costo al Covid.

La proposta nasce da Marco Maffei (tecnico del suono), Salvatore Imperio (operatore del settore musica) e Giuseppe La Torre (tecnico delle luci), secondo cui, oggi, più che mai, c’è bisogno di creare una comunità della cultura e dello spettacolo, che rinunci ai personalismi e unisca le forze e gli oneri, che censisca i danni diretti ed indiretti causati finora dalla pandemia e che dia una visione unitaria, valida per tutti, alle richieste di aiuto tuttora inascoltate già rivolte alla Amministrazione Comunale di Foggia e alla Regione Puglia.

Maffei a bonculture specifica il pensiero di tutti gli operatori. Chi non ha contratti col settore pubblico e ha saputo reinventarsi col privato è riuscito a sopravvivere. Gli altri restano nel limbo.

“Ha resistito anzitutto chi fa prevalentemente televisione, il comparto televisivo era già al sicuro e con la pandemia molti spettacoli ed eventi sono stati virati verso forme di streaming, oppure son diventati spettacoli televisivi, ma è impossibile ricollocare la filiera solo con la tv. Lo scopo del nostro documento non è di chiedere aiuti statali, ma di far sì che ciascun comune e che tutte le regioni mettano in bilancio un fondo per la filiera tratto dai soldi per fare cultura che sono rimasti in cassa”, rileva Maffei.

Dopo oltre un anno dal primo lockdown, il comitato originario insieme ad oltre cinquanta realtà pugliesi, ha creato una rete coesa che, tra le iniziative, già a maggio 2020 ha inviato un’istanza formale alla Regione Puglia, chiedendo di rimodulare i fondi nel bilancio del settore cultura e spettacolo per utilizzarli come aiuti causa Covid all’intero comparto, nessuno escluso. La stessa istanza è stata inviata anche all’Amministrazione Comunale di Foggia da operatori culturali della città, con Protocollo Generale 52837 del 18 maggio 2020.

“Si chiedeva e si chiede ancora oggi in modo chiaro e inequivocabile, alla politica regionale e cittadina, un piano di sostegno economico per tutte le realtà operanti nella cultura, nell’intrattenimento e nello spettacolo, incluse le attività accessorie. Adesso che la crisi economica del comparto sta diventando una montagna sempre più difficile da scalare, che da quattordici mesi aggredisce il mondo intero e non soltanto un pugno di piccole strutture del Sud Italia, chiediamo direttamente a tutti gli operatori culturali e alle attività connesse di questa città di unirci per chiedere a gran voce ciò che ci spetta: un sostegno legittimo e possibile, con fondi già in bilancio che aiutino tutti a sopravvivere alla pandemia ancora in atto. Rinnoviamo, di fatto, l’appello ad una coesione di filiera culturale già avviata a maggio 2020 e in corso in tutta Italia con svariate forme”, si legge nel documento.

L’idea è quella di creare un censimento, ancora del tutto assente in molte amministrazioni pugliesi, Regione inclusa.

Il ragionamento di Maffei è articolato.

“La Regione ha finanziato negli anni degli studi di settore, ma il problema è che solo con gli aiuti di stato non salvi nessuno, solo con gli aiuti regionali vivacchi. Lo Stato ha dimostrato passi avanti, la Regione invece è andata più verso chi gestisce le strutture rispetto a chi costituisce il seme della cultura, ossia quelle fasce di invisibili, di lavoratori a giornata. Al Comune di Foggia nel bilancio di previsione triennale erano stanziati per la cultura 11 milioni di euro, che neppure a Los Angeles. Ebbene, il Comune ha fatto lavorare solo qualcuno, creando anche il pericoloso binomio aiuto/lavoro, con l’assunto: se sei del territorio e ti vuoi professionalizzare, io ti aiuto facendoti lavorare. Si tratta di un doppio messaggio pericolosissimo, il lavoro è lavoro, l’aiuto è aiuto, confondere questi due concetti lede la dignità degli operatori e degli artisti. In alcune iniziative solo una piccolissima parte degli operatori ha lavorato, rappresentativa del 5% del segmento. Con una logica dell’aiuto e del lavoro come premio. Ma questo atteggiamento non aiuta la filiera, condanna ad una giornata di lavoro, che non aiuta proprio nessuno. La filiera cittadina ha bisogno di diventare adulta. Dopo 14 mesi di non lavoro siamo in pericolo, come si fa a chiedere a chi è pericolo di chiusura vatti a guadagnare la pagnotta con una recita teatrale? Devi costituire un fondo. La nostra istanza è semplice ed è stata ripresa in Piemonte e Veneto e altri comuni del Nord, dove i fondi della cultura non spesi per aiutare chi si occupa di cultura. Qui invece stiamo ancora a guardarci in cagnesco”.

La comunità non resta chiusa ai Tre Archi, nasce da Foggia, ma le idee sono universali, la filiera non ha confini né mentali né geografici.

“Sarebbe giusto che il Comune istituisca un fondo per la filiera, come stanno facendo tante fondazioni private, per erogare un aiuto trasparente che deve concordare con la filiera, senza inventarsi i buoni spesa e senza confondere l’aiuto con il lavoro”, conclude Maffei.

Nel documento si legge ancora che “Il mondo della cultura è da sempre sinonimo di libertà di pensiero, di apertura mentale e di senso di comunità. Per questo dobbiamo unire le forze e accantonare gli interessi parziali dei singoli operatori e delle singole realtà del settore, per arrivare vivi fino alla sponda opposta di questo fiume in piena chiamato Covid, per essere ancora tutti operativi quando il virus ci permetterà di tornare al nostro lavoro”.

E si specifica:

In questo momento emergenziale, va promossa una comunione di intenti che abbia come primo obiettivo la sopravvivenza di tutti, nessuno escluso, a cui deve opportunamente seguire un rapido censimento capillare di tutte le realtà del comparto culturale sul territorio, per poi dar vita ad un tavolo permanente del settore cultura e spettacolo, che agisca insieme agli Enti locali cercando una strada condivisa, e non, come accaduto fino ad ora, che ne subisca le scelte.

Riteniamo che sia questo il modo per evitare un clima di preferenze e di privilegi, che premia alcuni e ignora, condannandoli, tutti gli altri.

Gli egoismi e i personalismi che hanno caratterizzato un passato prossimo, oggi, devono essere spezzati per lavorare su un presente difficile, che però getti le basi per un futuro possibile.

Bisogna porre anche attenzione ad una narrazione inesatta, che continua ad identificare il problema della cultura ai tempi della pandemia come il problema dei soli teatri, come se il settore teatrale racchiudesse in sé già tutto il comparto.

La filiera della cultura, oltre al mondo del Teatro, include anche:

Artisti della danza

Musicisti

Service audio

Service luci

Service video

Studi di registrazione

Tecnici specializzati (registi, fonici, tecnici luce, PA man, operatori di camera, backliner, etc.)

Etichette discografiche

Organizzatori di eventi dal vivo

Uffici stampa in campo artistico

Lavoratori della logistica negli eventi culturali

Lavoratori nel settore della comunicazione specializzati in cultura, musica e spettacolo

Servizi connessi alla filiera culturale e dello spettacolo

Gallerie d’arte

Tecnici del settore spettacolo (sarti, macchinisti, scenografi, costumisti, rigger, trucco e parrucco, autisti, facchini, etc.)

Artisti visuali

Tecnici e maestranze del settore teatrale

Cantanti

Artisti teatrali (drammaturghi, attori, performer, animatori di figure, etc.)

Lavoratori nel settore della danza

Noleggiatori di materiali per spettacoli (strutture, audio, luci, video, palchi, sartorie)

Etc…

Avere l’illusione di farcela da soli, puntando alla salvezza esclusivamente dei propri interessi e ignorando che, in solitudine, nessuno di noi ha la possibilità reale di sopravvivere ancora, è uno spiacevole errore.

A noi, invece, piace pensare che la coesione del comparto della cultura, spettacolo e intrattenimento, possa essere la giusta rotta per uscire dalla pandemia e per ritrovarci, in futuro, tutti in acque migliori.

Chiediamo alle istituzioni comunali e regionali una risposta adeguata e rapida, e un contatto diretto con tutti gli appartenenti alla filiera.

Esiste una cosa molto più rara e fine del talento, cioè la capacità di riconoscere il talento altrui” (Elbert Hubbard)

Proponenti del documento e delle istanze del 2020:
01 – Marco Maffei (tecnico del suono)
02 – Salvatore Imperio (operatore del settore musica)
03 – Giuseppe La Torre (tecnico delle luci)

Firmatari sostenitori del documento:

04 – Giuseppe Casolaro (attore e regista)

05 – Fog Produzioni Video di Sergio Grillo (servizi tecnici e produzioni video)

06 – Jrstudio Cinema (servizi tecnici e produzioni video)

07 – AVC Service di Ermanno Loco (servizi tecnici per lo spettacolo)

08 – Mamamà (organizzazione di eventi culturali)

09 – OrEx Dance Tribe (organizzazione di eventi di danza e teatrali)

10 – 3G Service di Alberto Fiore (servizi tecnici per lo spettacolo)

11 – Mario Fanizzi (musicista e arrangiatore)

12 – UIM / Unione Italiani nel Mondo (organizzazione di eventi culturali)

13 – Max De Martinis Films (produzioni video)

14 – Feliciano Chiriaco (professionista del settore musica)

15 – Andrea Marchesino (musicista)

16 – Giovanna Russo (cantante professionista)

17 – Sartoria Shangrilla di Diego Pecorella (sartoria teatrale)

18 – Flavio Ferrari (tecnico del suono)

19 – Giovanni Mastrangelo (musicista)

20 – Lucio Pentrella (musicista)

21 – Alessandro Konrad Iarussi (artista settore musica)

22 – Carmela Battiante (direttrice d’orchestra)

23 – Fausta Maiorino (artista della danza)

24 – Cataldo Grillo (musicista)

25 – Francesco Paolo Magistro (musicista)

26 – Donato Bonfitto (musicista)

27 – Valentino Corvino (direttore d’orchestra, compositore)

28 – Antonio Bucci / Pseudofonia (musicista, compositore)

29 – Michele Bonfitto (musicista)

30 – Assieme A.p.S (organizzazione di eventi culturali)

31 – Eva Rutica (operatrice di camera, settore video)

32 – Carlo Baldassini (cantante)

33 – Wildratfilm di Domenico Dell’Anno (produzioni video)

34 – Teatro del Pollaio / Compagnia dell’Accade (produzioni teatrali)

35 – Musical Art (accademia di musical)

36 – Crew Slup (compagnia teatrale)

37 – Paolo Citro (attore e regista)

38 – Miriam Stranieri (cantante)

39 – Antonio Ruotolo (cantante, attore, arista della danza)

40 – Francesco de Feo (tecnico teatrale)

41 – Angela Lisena (attrice e regista)

42 – Cinzia Citarelli (attrice)

43 – Enarchè (compagnia teatrale)

44 – Antonio Cicoria (musicista)

45 – Luca Gaudiano / Gaudiano (cantante ed attore)

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