Misteri della magica Torino

by Michela Conoscitore

L’aggettivo ‘magica’ per Torino è usato nella sua accezione essenziale: per chi non lo sapesse il capoluogo piemontese è considerato uno dei vertici del cosiddetto ‘Triangolo della magia Nera’ che collega la città a Londra e San Francisco, ritenute a livello mondiale i luoghi per eccellenza dove si concentrano le forze oscure. Visitata dai più celebri alchimisti, basti ricordare Nostradamus, Cagliostro e Paracelso, quali sono le leggende che hanno alimentato la fama di Torino come città esoterica e misteriosa?

Magia bianca e magia nera: il monumento al Traforo del Frejus e Piazza Castello.

Si pensa che Torino sia suddivisa in due porzioni ‘energetiche’, una positiva e l’altra negativa. L’energia positiva della città si concentra a Piazza Castello, alla congiunzione delle due sculture di Castore e Polluce di Palazzo Reale. Questo è il vertice del triangolo di magia bianca che collega Torino a Lione e Praga. Mentre, l’energia negativa converge a Piazza Statuto intorno al monumento dedicato al Traforo del Frejus e all’obelisco geodetico posto poco distante dal monumento. Nella Torino romana, Piazza Statuto coincideva con il luogo deputato alle esecuzioni (vallis occisorum) e sede di una necropoli. Questa è anche la parte occidentale della città, dove tramonta il sole. L’obelisco fu eretto nel Settecento e rappresenta proprio il vertice del triangolo di magia nera mondiale. Mentre il monumento, eretto sul finire dell’Ottocento, in cima reca un Genio Alato, a simboleggiare la scienza umana che piega le forze della natura, tramite la costruzione del Traforo. Molti, tuttavia, credono che quello sia Lucifero e alcuni indizi lo dimostrano: lo sguardo rivolto verso il basso dell’angelo sembra guardi proprio l’obelisco, ai cui piedi vi è un tombino considerato una delle porte di accesso all’Inferno. Inoltre, prima dei lavori di restauro al monumento nel 2013, l’angelo sul capo aveva anche un pentacolo, una stella a cinque punte, posta capovolta, classico simbolo esoterico. Il pentacolo è scomparso e mai più ritrovato.

Il portone ‘diabolico’ di Palazzo Trucchi di Levaldigi

La fama di Torino città ‘nera’ è ulteriormente testimoniata anche dalla leggenda che avvolge il portone di Palazzo Trucchi di Levaldigi: si narra che il portone, riccamente intagliato, sia comparso nel corso di una notte per opera del diavolo infastidito dall’inutile invocazione di un’apprendista stregone. Quest’ultimo fu imprigionato da Lucifero all’interno del portone e, a sigillo della sua opera, il diavolo pose un batacchio dorato con la propria effige e due serpenti che si azzannano. Inoltre, pare che nel palazzo appartenuto, nel 1790, a Maria Carolina di Savoia, si aggiri tuttora il fantasma di una ballerina, assassinata misteriosamente durante una festa organizzata proprio dalla nobile principessa.

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