Il catalogo degli indiavolati della chiesa dell’Annunziata a Galugnano

by Carmine de Leo

Gli esseri umani hanno avuto sempre bisogno del conforto della religione per ogni loro situazione negativa, soprattutto se si trattava di particolari malanni fisici, malattie che venivano molto spesso interpretate dall’ignoranza dei tempi come possessioni del maligno!

Gli indiavolati erano numerosi e ci si rivolgeva a particolari sacerdoti esperti nell’esorcizzare i malcapitati.

Quest’ultimi, riconoscenti per essere stati liberati dal diavolo che avevano in corpo, provvedevamo quasi sempre a realizzare anche degli ex-voto, specialmente piccole tavolette di legno, su cui era dipinta la cacciata del maligno.

Di queste caratteristiche e vecchie testimonianze della religiosità popolare se ne trovano a volte presso alcuni santuari e chiese di tutta la penisola italiana, ma una vera e propria raccolta, quasi un fumetto con tanti episodi, ovvero tanti esorcismi andati a buon fine, esiste in Salento nella chiesa dell’Annunziata nella caratteristica frazione di Galugnano in comune di San Donato di Lecce.

In questa chiesa, la cui costruzione risale al cinquecento con rifacimenti barocchi nel secolo successivo, nell’altare a sinistra di quello maggiore che custodisce un affresco bizantino della Madonna, è esposta una grande tela seicentesca che raffigura San Domenico.

Questo Santo è legato alle preghiere del Santo Rosario, infatti, narra la tradizione che mentre lo recitava nei pressi della città di Carcassonne in Francia, un eretico albigese posseduto da ben quindicimila diavoli (sic!), lo supplicò di liberarlo dal maligno e San Domenico grazie alla sua devozione al Santo Rosario ed invocando la Madonna che subito apparve, riuscì a liberalo dallo stuolo di maligni che avevano invaso il povero albigese.

Dopo questo miracoloso episodio il Santo acquisì pian piano nel tempo una fama di grande esorcista!

Per questa ragione nella tela seicentesca conservata presso la chiesa dell’Annunziata è raffigurato al centro San Domenico e tutt’intorno, in una serie di riquadri vari miracoli che ritraggono dei fedeli già posseduti dal diavolo e poi definitivamente liberati del maligno.

Una vera raccolta di ben quattordici episodi di esorcizzati, quasi un fumetto che si snoda su questa vecchia tela attraverso tanti episodi di disperati posseduti e poi liberati dal diavolo.

Quest’artistica tela seicentesca sorprende ancora molto di più il visitatore perché accanto ad ognuno di questi episodi di liberazione vi sono indicati puntualmente il nome e cognome di tutti gli esorcizzati, uomini e donne tratteggiati con i volti carichi di disperazione che, grazie all’invocazione di San Domenico alla recita del Santo Rosario ed alla Madonna dell’Annunziata cui è intestata la chiesa che ospita la tela, era stati finalmente liberati da un demonio, o più demoni, che si erano impossessati del loro corpo.

Si tratta spesso di giovani donne che vengono dichiarate dai sacerdoti possedute dal demonio, ma in realtà, molto probabilmente, erano affette da qualche malattia allora sconosciuta che provocava terribili convulsioni.

Sicuramente forme di epilessia interpretate come possessioni del maligno!

Il diavolo, uno o più diavoli, sono rappresentati con dei pipistrelli che escono dalla bocca delle povere ragazze, affiancate da preti esorcisti e dall’immagine della Madonna Annunziata.

Veri e propri quadretti del costume popolare, che raccontano la lotta tra il bene interpretato da Santi e Madonne della religione cattolica ed il male raffigurato dal demonio, questi riquadri, che vanno considerati in realtà come dei veri e propri ex-voto, ricordano i vari indiavolati liberati dal maligno.

Le raffigurazioni, di forma quadrangolare, sono disposte ai lati e sotto la più grande figura di San Domenico, che domina al centro tutta la tela seicentesca e sono tutte accompagnate ognuna da una didascalia che racconta brevemente l’episodio della liberazione.

A volte le figure dei Santi e Madonne e il soggetto liberato appaiono disegnati all’interno di case, ma anche di alcuni edifici che sembrano chiese o conventi, altre volte sono raffigurati all’esterno nei pressi di alberi, oppure altra vegetazione.

Alcuni degli indiavolati, forse quelli considerati più gravi, sono rappresentati nei propri letti; non mancano, però, anche dei soggetti tratteggiati in ginocchio nell’atto di ringraziare la Madonna e il sacerdote esorcista per averli liberati dal maligno.

Uomini e donne, vecchi e giovani, il campionario dei graziati ne indica anche la provenienza da vari altri paesi della penisola Salentina che, forse attratti dal potere taumaturgo della Madonna dell’Annunziata venerata nell’omonima chiesa barocca del piccolo borgo di Galugnano, oggi frazione del comune di San Donato di Lecce, o da dalla presenza del Seicento e nel Settecento di buoni sacerdoti esorcisti, vi si recavano per porre fine alle loro pene e liberare il proprio corpo dal demonio.

La serie di ben quattordici episodi di esorcizzazione raffigurati nel quadro di San Domenico rappresenta una singolare e rarissima testimonianza di questa pratica, che nei secoli passati era molto diffusa ed attira oggi a Galugnano la visita di molti curiosi turisti e studiosi della religiosità popolare.




Sopra vediamo il primo esempio. Racconta di una certa Angela Theriu, di Sternatia, ventottenne, dichiarata “ossessa del demonio”, a cui il sacerdote pratica l’esorcismo per liberarla… e difatti notiamo quella sorta di pipistrelli che le fuoriescono dalla bocca… il prete è riuscito nella pratica!



Sopra invece vediamo raffigurata una donna di Lequile anch’essa “spiritata”, anzi, che addirittura “teneva una compagnia di demoni”… Anche in questo caso il male fugge, grazie all’intervento del sacerdote, aiutato dalla Madonna Annunziata.




Nell’immagine sopra siamo giunti a Corigliano d’Otranto, all’interno della chiesa matrice, dove un esorcismo viene praticato stavolta non sopra una sola persona ma sull’intera cittadinanza. Succedeva anche questo all’epoca! Come leggiamo anche nel prezioso libro di Antonio De Ferrariis, detto il Galateo (De Situ Iapygiae), vissuto a cavallo fra 1400 e 1500, il Salento è una regione che “
produce cavallette. Esse superano i confini della penisola, sono una calamità tipica di questo territorio: sono animali che devastano ogni cosa, tutto divorano e distruggono, non vi è nulla che sopravviva al loro passaggio, come sogliono fare i nemici. Neanche gli alberi risparmiano, talvolta
“… Possiamo ben immaginare la paura e la disperazione delle genti che allora coltivavano la terra. Ecco dunque il motivo dell’esorcismo che si vede raffigurato in questa tela, evidenziato nel particolare più in basso dell’opera (foto sotto)…


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