Sempre più spesso i luxury brand decidono di associare il proprio nome al mondo dell’arte a volte promuovendo, da moderni mecenati, iniziative o importanti restauri di beni culturali e altre volte organizzando eventi come liveshow o videoesposizioni su invito strettamente riservato. Qualcosa del genere sta succedendo anche a Foggia dove alla gioielleria Giuseppe Ciletti di Via Lanza, tra le diverse meraviglie in esposizione, ci sono le opere del maestro Massimo Meda.
Massimo Meda ha diverse gallerie a Milano (più di una), Vimercate, Santa Margherita Ligure, Porto Cervo, Hong Kong, Shangai, Sarasota (Florida) ed è uno degli artisti più quotati e venduti sul mercato dell’arte.
A Foggia sono in mostra per la vendita alcune grandi opere che l’artista ha deciso di esporre un po’ per caso, su richiesta della titolare Antonella Spezzati. “Quando vivevo a Milano – spiega a bonculture – ogni volta che passavo davanti alla sua galleria restavo affascinata dalla sue opere, quasi non osavo avvicinarmi. In occasione della ristrutturazione del negozio ho proposto agli architetti di provare a contattarlo e da cosa nasce cosa. Massimo è una persona straordinaria oltre che un grandissimo artista e pianista ed è stato subito gentile e disponibile”.
Massimo Meda è considerato il fondatore della tecnica ultramoderna del tridimensionalismo cioè di opere pittoriche che, attraverso la costruzione plastica del colore, sfondano la terza dimensione. Il rilievo sulla tela è ottenuto attraverso vari strati di colore che determinano non solo le scelta cromatiche dell’opera ma anche la sua forma.
Il colore utilizzato è una miscela unica nel suo genere, un’invenzione dello stesso artista dopo un lungo studio sui pigmenti puri miscelati ad elasticizzanti di altissima qualità. Il risultato è un colore brillante, fluorescente che reagisce alla luce solare e anche alle lampade a led rivelando una lumiscenza e una intensità cromatica senza pari.
Le opere di Massimo Meda si riconoscono a lunga distanza e rimangono impresse nella memoria non solo per la tecnica usata ma anche per la scelta dei soggetti: fondali marini, spiagge, cieli, fiori, paesaggi, montagne e il leit motiv è sempre lo stesso, la felicità. “Le mie ispirazioni – dichiara Meda – arrivano dai viaggi, in tutti i posti dove trovo la felicità, quella che le persone sentono quando guardano i miei quadri”.
Massimo Meda era già avviato a una carriera da brillante pianista concertista e aveva già inciso molti album di successo quando scelse di dedicarsi interamente all’arte, una passione seguita e coltivata sin da bambino. Inizia vendendo i suoi primi quadri nel negozietto di suo padre, poi arriva la prima mostra. “La mia prima mostra è stata in un convento di francescani, mi aiutò molto padre Fortunato a cui ero legatissimo e che mi disse che i miei quadri io li faccio nascere ma iniziano a vivere solo quando arrivano ad emozionare la persona che li possiede”.
La spiritualità, la ricerca di Dio e l’armonia sono tratti stilistici della poetica artistica di Massimo Meda, insieme ad elementi ricorrenti come il suo pianoforte tanto che in ogni suo quadro c’è un pianoforte o “una famiglia di pianoforti che sogna di stare bene e di vivere la vita nel miglior modo possibile”, le automobili e i fiori.
Altro elemento ricorrente sono le tavolozze, lo strumento preferito di Meda che ha inserito persino nelle travi a vista della sua meravigliosa casa.
Il vero tesoro è nei libri dove ho imparato tutto. Tutto il mio gusto, il mio modo di fare e di dipingere da Zeffirelli, Le Corbusier, dove riesco a capire e guardare con un altro occhio. E devo molto alla Scala. Alla scala ho imparato il gusto dei tessuti e dell’atmosfera, della messa in scena, io andavo sempre alla scala invece che in discoteca. E ho imparato moltissimo lì.
Le opere a Foggia sono tre ma non è escluso che nei prossimi mesi possano aggiungersene altre, magari a “rotazione”. Entrando nel negozio, che è un rivenditore autorizzato Rolex ma vende anche altissima e favolosa gioielleria, le opere del maestro monopolizzano immediatamente l’attenzione.
Ma Antonella non teme in nessun modo la competizione ed è disposta ad assumersi il “rischio” che chi entra nel suo negozio per un gioiello cambi idea, preferendo investire in un’opera d’arte, immanente ed eterna come un sogno.