Le vicende storiche della nostra città sono state caratterizzate per ben due volte dalla soppressione di una buona parte dei monasteri, sia maschili, che femminili.
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Quelle che un tempo furono “costruzioni moderne ed eleganti” si presentano oggi in una condizione di estremo degrado, “sgarrupate”, per dirla con un linguaggio più pregnante. Gli infissi, i marmi pregiati, sono stati tutti asportati, in quella che era considerata una “cava a cielo aperto”, in cui era possibile rifornirsi di tutto e di più.
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L’esistenza di Partenope rimarrà, per sempre, avvolta nella leggenda. Molti, ancora oggi, cercano la sua sepoltura da alcuni individuata sotto le fondamenta della chiesa di Santa Lucia, sulla collina di Sant’Aniello, altri invece pensano che le sue spoglie immortali siano custodite nei sotterranei di Castel Dell’Ovo. Comunque Matilde Serao aveva ragione, Partenope non morirà mai.
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Secondo le cronache, Giuditta Guastamacchia all’epoca dei fatti aveva circa trentacinque anni ed era una donna tanto bella quanto spregiudicata.
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Fu un grande uomo di scuola, oltre che critico letterario e organizzatore culturale di alto profilo. Stimato e amato da tutti coloro che ricercavano le radici dell’identità pugliese. Sempre entusiasta delle innovazioni, attento a tutto ciò che lo circondava, disponibile a comprendere e a far comprendere, con la sua pacata carica di ironia, le dinamiche degli eventi.
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“Il lago e la città scomparsa. Una leggenda eziologica nel Gargano settentrionale” di Vito Carrassi
Punto di partenza, una leggenda popolare che ricostruisce i memorabili eventi che avrebbero determinato l’odierna configurazione del territorio.
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Gli innamorati e quel passaggio segreto fra le vecchie mura di Foggia: le Scalette al Piano, protette da San Valentino
Questo antico passaggio, rimasto per molto tempo segreto, era considerato anche un luogo magico per gli innamorati, infatti, alla fioca luce delle torce che un tempo illuminavano queste scalette, era più facile per gli innamorati scambiarsi fuggevoli baci ed effusioni.
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Non dimenticheremo mai la sua lotta contro i pregiudizi e gli stereotipi che sul Medioevo e nel mondo contemporaneo regnano sovrani. Non scorderemo mai i suoi frequenti interventi (purtroppo inascoltati) per salvare e per riportare alla fruizione collettiva l’abbazia di Kalena, in agro di Peschici.
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Giovanni Borromeo, il primario che inventò la sindrome di K: la malattia inventata per sfuggire ai nazisti
L’artefice di questo geniale seppur estremamente pericoloso escamotage fu il primario dell’ospedale Fatebenefratelli dell’isola Tiberina, il dottor Giovanni Borromeo.
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Ogni novità, ogni notizia che potesse turbare il vecchio ordine conservatore era repressa dalla gendarmeria borbonica, molto attenta a stroncare la diffusione di idee liberali nell’antico regno di Napoli e il testo della Costituzione degli Stati Uniti rappresentava davvero un pericolo! Chi aveva diffuso la costituzione americana, i Consoli U.S.A. allora già presenti in Capitanata?