Dandy ed anticonformista, in perenne guerra contro la società liberal-borghese, Carli contribuì alla causa fiumana senza imbracciare le armi: fondò l’unico giornale locale destinato a creare scalpore e inquietudini persino tra i filibustieri più scalmanati, La testa di ferro, “libera voce dei legionari”.
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Non solo il poeta del disegno e del colore, che certo è preminente e gli assicura un posto di rilievo nelle correnti figurative del Mezzogiorno, ma anche il poeta in versi.
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Era il 7 gennaio del 1825, quando il brigantino austriaco Stefano a causa di una furiosa tempesta s’inabissò nei pressi delle isole Tremiti, poco distante da San Nicola.
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Ben 40 anni fa, una componente della famiglia proprietaria dell’Abbazia di Kalena, Maria Martucci, segnalò lo stato di avanzato e crescente degrado del monumento. La Martucci, allora, documentò, con una precisa perizia tecnica eseguita insieme ad Alberto Biagi
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La morte a Venezia rappresenta un vero e proprio capolavoro sia letterario con Mann sia cinematografico con Visconti sia musicale con Britten, ciò ad indicare come le Arti siano strettamente connesse tra loro.
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Ieri come oggi, si riscontrò scetticismo anche tra alcuni medici. E qui fu decisivo l’intervento dello stesso sovrano. Nel 1812, infatti, Ferdinando IV di Borbone dispose che non ci si potesse laureare in medicina se non si dimostrava di “essere appieno versati nell’esercizio pratico dell’innesto” cioè appunto nelle vaccinazioni.
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“Tutto è Pulcinella nel tuo teatro”, dice Zeffirelli ad Eduardo, “a Napoli c’è il teatro della vita, ogni personaggio ha il suo palcoscenico, e ogni avvenimento diventa drammatico e universale”: universale sarà un aggettivo che tornerà spesso nella loro conversazione per spiegare la maschera di Pulcinella e forse anche Napoli, città dai mille volti che racchiude tutti i tipi umani.
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D’Annunzio non tollerò di non essere stato invitato al tavolo delle trattative, a Villa Spinola, nel borgo di San Michele di Pagana presso Rapallo, e autorizzò due aerei a partire da Fiume per lanciare su Roma un manifestino dal tono violento rivolto ai rappresentanti italiani, ribattezzati “assassini della Vittoria”.
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Una storia emozionante per il nostro Natale, che ci parla di uno degli angoli più suggestivi di Foggia.
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La tradizione di cucinare il piatto di fave, fatta risalire dalla devozione popolare a quello che è considerato l’unico alimento della Santa durante la sua prigionia prima del martirio, ha anch’essa radici pagane.