“Andare avanti”: con un cartellone straordinario e molta prudenza riparte il Teatro Off/Off di via Giulia

by Claudia Pellicano

Nella via più bella di Roma, e quindi del mondo, si annida un piccolo, ma importante avamposto di cultura che a inizio di novembre riapre i battenti dopo la lunga chiusura imposta dalla pandemia.

Il Teatro Off/Off di via Giulia ridà il via alla stagione con proposte del passato e opere inedite, in un programma coraggioso che annovera alcuni tra più rappresentativi protagonisti del teatro italiano.

La colonna sonora della conferenza stampa di quest’anno è A Chorus Line, che Silvano Spada sceglie per quel senso di spensieratezza anni ’80 che, auspica, possa ritornare presto in tutti. Il direttore artistico dell’Off/Off è stato il primo a proporre il musical in italiano assieme alla Compagnia della Rancia, ed oggi la celeberrima scena dei ballerini di fila che cantano One acquista un significato nuovo e più ampio, rappresenta il simbolo dell’unità e della forza dei lavoratori dello spettacolo, una delle categorie che ha più sofferto e che tuttora soffre in questo periodo di acuita crisi.

Silvano Spada invita alla prudenza, ma confida in un futuro felice per l’intrattenimento di qualità, che sappia portare avanti la tradizione e l’attenzione che l’Off/Off riserva all’impegno e all’attualità. Il cartellone di quest’anno comprende trentacinque proposte che contano sia giovani interpreti che volti noti dello spettacolo ed esprime la naturale commistione che esiste tra letteratura, cinema e teatro.

Non è un caso che l’apertura della quarta stagione sia affidata al debutto di Enrico Lucherini, il più grande press agent italiano di cinema, che dal 6 all’8 novembre è in scena con C’era questo, c’era quello, un viaggio che attraversa sessant’anni di storia dello spettacolo italiano raccontato con lo sguardo privilegiato di uno dei suoi protagonisti e narratori più importanti. A seguire Milena Vukotik, in una pièce diretta da Maurizio Nichetti, racconta la storia di Émilie du Châtelet, straordinaria matematica e libertina del Settecento che soggiogò al proprio fascino uno dei padri dell’Illuminismo.

Dicembre inaugura con Roberto Herlitzka, che in Donna di Porto Pim dà voce a un testo tributo ad Antonio Tabucchi, e che torna in scena a gennaio con uno spettacolo su Dante. Pino Strabioli prende spunto da Sempre fiori, mai un fioraio per rendere omaggio all’indimenticato Paolo Poli, Alda D’Eusanio racconta la propria vita in È nata una zucca, un monologo autobiografico scritto assieme ad Ilenia Costanza, mentre Fabio Vasco è l’interprete di La notte poco prima della foresta, l’esperienza dolorosa di un uomo straniero e diverso a cui già Pierfrancesco Favino aveva prestato il volto.

Urbano Barberini porta in scena Le rovine di Adriano, un testo denuncia sull’incuria nei confronti della grande bellezza e Roma Caput Mundi fotografa un viaggio ai confini della grande città, due testimonianze diverse che esemplificano come la capitale sia, ancora e sempre, la cartina di tornasole etica e politica del nostro Paese. Impegno che va di pari passo col costume, e che in Un passato senza veli celebra le dive del burlesque, una forma d’intrattenimento che ha saputo trascendere le mode del momento e che è tornata particolarmente in auge negli anni più recenti.

La riapertura dei teatri vuole riprendere il filo laddove era stato bruscamente interrotto dal confinamento; e allora questa primavera Maurizio Costanzo ci aiuterà finalmente a risolvere il mistero degli amanti, che non si nascondono più negli armadi perché, semplicemente, i fedifraghi non esistono più, e loro assenza, per una volta, non può essere imputata né al governo, né alla pandemia.

L’imperativo, pur nella dovuta prudenza, è andare avanti, mantenere vivo l’amore per la cultura ed esercitare la resilienza nel luogo della libertà e della socialità per eccellenza, quello dell’espressione artistica e dell’incontro tra il pubblico e una storia.

PH in evidenza: Ufficio stampa Carla Fabi e Roberta Savona

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