Welcome Armageddon! Riflessioni sull’atomica

by Roberto Pertosa

Anche la Terra ha un cuore che batte, e ogni battito corrisponde a una serie di eventi geologici catastrofici.

Questo risulta da studi statistici che riguardano 89 fenomeni ben conosciuti avvenuti negli ultimi 260 milioni di anni.
Un “impulso cardiaco” molto lento, ma costante, che accade ogni 27 milioni di anni e che provoca eventi niente affatto casuali i quali, raggruppati insieme, con intervalli di tempo geologicamente piccoli, ma per noi immensi, includono estinzioni di massa marine e non, eventi anossici oceanici, gigantesche eruzioni continentali, inondazioni di basalto, fluttuazioni del livello del mare, impulsi globali di magmatismo intraplacca, tempi di cambiamenti nei tassi di diffusione del fondale marino, e drastiche riorganizzazioni delle placche.

Trasformazioni epocali sconvolgenti che mutano il tempo.
Ad oggi, secondo calcoli matematici, mancherebbero 20 milioni di anni al prossimo inquietante “impulso”.
Ma ogni sistema logico o matematico richiede degli assiomi affinché possa esistere in maniera sensata. Nella logica abbiamo proposizioni che sappiamo essere “vere”, e dalle quali vorremmo dedurre altre proposizioni in maniera razionale, ma senza mai confondere l’applicazione con l’astrazione.
Dunque, in questi casi, possiamo affermare che la matematica è un’opinione, una frase provocatoria ovviamente.
Una volta decisi gli assiomi, non si può opinare sulla validità delle conseguenze dedotte logicamente. L’opinione che si può avere è, infatti, su quali assiomi scegliere come validi, e la scelta di assiomi diversi, se sono consistenti, non conduce verso una matematica sbagliata, ma verso una matematica diversa.
Per cui, forse, i 20 milioni di anni ipotizzati potrebbero risultare invece solo pochi e fuggevoli giorni. Una riduzione drastica dell’aspetto temporale in cui la variabile umana svolge sempre e irrimediabilmente un ruolo fondamentale nella rivalutazione dell’imprevisto.
La visione globalizzata del mondo, che finisce col contrabbandare significati ovvi e immagini immediatamente convincenti come se fossero la realtà, sottovaluta la portata smisurata dell’azione dell’uomo, una variabile indipendente sempre più potentemente amplificata dalla tecnologia, che rischia di imporsi come risultato finale esaustivo, e che si sostituisce con stupefacente successo agli eventi naturali.

Ed ecco che d’incanto la Terra viene dotata di un cuore artificiale parallelo, progettato per generare “impulsi” in grado di riprodurre una serie infinita di effetti diretti e indiretti, tutti drammaticamente permanenti.
Combinazioni di sovrapressioni statiche, e venti di 1000 km all’ora. Estese compressioni che indeboliscono le strutture fisse, che vengono poi strappate via come fuscelli dal vento.

Solo pochi secondi di vuoto, di malvagio trascinamento, di fasi repentine di compressione le quali esercitano forze milioni di volte più grandi di quelle causate dagli uragani più potenti.
Terremoti di magnitudo 100, radiazioni neutroniche, raggi gamma, particelle alfa ed elettroni a velocità prossime a quelle della luce.
E, in un solo attimo, la perdita di gravità e il buio più profondo.

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