“Ragazzi che non avevano il computer o la banda larga hanno fatto gli esami qui”. Gabriella Berardi e il ruolo della Biblioteca Magna Capitana

by Gabriele Rana

Il 13 luglio ha riaperto le sue porte la “Magna Capitana”, e quell’enorme palazzo in Viale Michelangelo che dall’esterno sembra un castello senza mura ricco di sapere è ora più grande, più bello e accessibile, e mostra il suo nuovo volto dopo un periodo in cui si sono alternati il lockdown e diverse ristrutturazioni.

bonculture ha intervistato la Gabriella Berardi, Direttrice del Polo Biblio-Museale di Foggia, a due settimane dalla riapertura per sapere di più sulla ripresa e sulle iniziative che ci saranno dopo la pausa estiva.

Nel 2015 girava in rete il video appello: “La Biblioteca Provinciale di Foggia non deve essere rottamata”. La Magna Capitana prendeva vita e voce chiedendo aiuto. Che cosa direbbe adesso?

Che quella fase di emergenza è passata, e con questa anche il pericolo di dispersione delle risorse umane. Direbbe che si appresta a rinascere più forte di prima, come una fenice se vogliamo usare questo paragone. Faccio il sunto di quel che è successo. Con la legge Delrio del Governo Renzi furono tolte le competenze in materia di cultura alle Province, dunque della Biblioteca, dei documenti e, soprattutto, delle risorse umane doveva occuparsene qualcun altro. Sopraggiunse poi l’aiuto della Regione Puglia che, grazie anche all’impegno delle associazioni della società civile come Amici della Biblioteca, fondata in quegli anni, prese in carico il personale nel 2016 e nell’ottobre del 2017 ha sottoscritto una convenzione con la Provincia di Foggia per organizzare questo passaggio di consegne. Attualmente l’immobile e i beni librari sono della Provincia, mentre la gestione compete alla Regione Puglia e questa si occupa non solo del personale, ma anche della struttura e l’inaugurazione di due settimane fa riguardava proprio alcuni miglioramenti strutturali fatti dalla regione. Contemporaneamente, grazie al bando Community Library, abbiamo ottenuto un finanziamento di due milioni di euro spesi in nuovi arredi e soprattutto in nuovi libri: non c’era un aggiornamento librario da almeno cinque anni.

Quali categorie di libri sono state implementate?

Si tratta di 200.000 euro di nuovi libri che coprono tutte le aree della Biblioteca, dalla Biblioteca dei ragazzi alla Sala Consultazione, cercando di coprire anche il settore di storia locale. È ovvio che per quanto riguarda il settore Consultazione, frequentato in gran parte da studenti universitari, noi cerchiamo di non duplicare gli acquisti che ci sono nelle facoltà universitarie foggiane. Una novità sono i futuri acquisti di eBooks e di eReaders, i primi saranno scaricabili dal sito da chi possiede la bibliocard e, quando sarà possibile, potremo dare in prestito gli eReaders a chi non possiede né questi e neanche un tablet. Certo il Covid-19 non ha facilitato questo momento di passaggio.

A tal proposito, quali sono le restrizioni precauzionali prese per la situazione di emergenza?

Oltre a quelle da mantenere in tutti i luoghi pubblici, stiamo cercando di limitare il più possibile il contatto tra le persone: i libri che rientrano dal prestito vengono messi in un BiblioBox all’uscita, questi vengono tenuti in una quarantena di sette giorni; per studiare o per fare ricerche è necessario prenotare sia il posto a sedere, sia il libro, se non si studia con uno proprio, e la postazione viene poi igienizzata. La prenotazione, anche per i libri da prendere in prestito, è una precauzione per evitare la formazione di file. È ovvio che se c’è un posto libero, non cacciamo nessuno.

Come sta andando la ripresa a due settimane dalla riapertura?

Dal nostro punto di vista sta andando molto bene, tutti sono molto disciplinati. Avevamo paura di qualcuno che venisse qui a sfidare le regole con atteggiamento provocatorio, pensando che stessimo esagerando, ma abbiamo visto da parte di tutti molta comprensione. È successa anche una cosa molto bella: ragazzi che non avevano il computer o la banda larga hanno fatto gli esami qui. Non avevamo previsto richieste di questo tipo, ma ci siamo adeguati anche a questo.

Qual è la ragione dietro l’idea di riportare la Biblioteca dei ragazzi nella sede principale?

Tutto il gruppo di lavoro, in particolare Milena Tancredi, responsabile della Biblioteca dei ragazzi, ci ha pensato molto. Abbiamo deciso che ritornare alle origini con uno spazio raddoppiato fosse una buona idea non solo per dare una maggiore disponibilità di servizi ai genitori che accompagnano i figli, ma anche perché i più piccoli stando sempre nella stessa sede, la vedranno familiare anche nel passaggio dalla Biblioteca dei ragazzi a quelli degli adulti.

Sta per iniziare la pausa estiva, ci saranno iniziative culturali particolari?

Stiamo valutando. Bisogna vedere anche la disponibilità dei relatori, non è detto che una persona si senta sicura a fare una conferenza in un luogo chiuso. Purtroppo non avendo spazi all’aperto non è possibile fare grandi eventi, abbiamo indicazioni precise su quante persone possono stare in determinati metri quadri. Gli incontri di lettura li abbiamo continuati online, ma per altre conferenze non ci è sembrato opportuno, dato il sovraffollamento di iniziative online e preferiamo attendere settembre. Non abbiamo ancora date e iniziative certe. Dobbiamo terminare il ciclo di Biblioterapia, i cicli di Conversazioni di Storia Locale e le attività con le scuole: sono cose che abbiamo in cantiere, ma non esiste un’organizzazione precisa. La cosa che ci preme maggiormente è garantire e potenziare il servizio, degli eventi ci stiamo occupando meno.

Nonostante queste limitazioni la riapertura della Biblioteca può essere alla base di una ripresa culturale della città?

Dipende. La Biblioteca non è l’unico luogo culturale della città e non si può pensare o pretendere che da sola possa risollevare, per così dire, le sorti della vita culturale cittadina, non è il suo ruolo. Ci sono tante altre persone ed enti che si occupano di cultura, sarebbe bello avere una maggiore collaborazione. La ripresa potrebbe portare a metterci tutti intorno a un tavolo e iniziare a interloquire meglio. Io spero tanto che si possa avviare una collaborazione positiva con la nuova Biblioteca Pinacoteca Il 9cento, che ha ottenuto finanziamenti sempre nell’ambito di Community Library ed è già entrata nel nostro Sistema Bibliotecario Provinciale e si appresta a condividere in rete i propri documenti. Il nostro è un segnale di massima apertura verso tutti: le biblioteche nascono per essere consultate, vissute, senza una rete diventano un magazzino e questo vale non solo per gli utenti, ma per tutta la cittadinanza e le organizzazioni di ogni sorta. Ragioniamo e lavoriamo insieme al di là dei colori politici, delle appartenenze e delle imminenti elezioni e facciamo un ragionamento che superi il momentaneo, perché abbiamo visto che in tanti altri posti quando si lavora insieme, i risultati si vedono.

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