“La mia è una sfida: la società civile deve impegnarsi in primo piano”. L’epidemiologo Lopalco e il territorio sanitario pugliese “da rafforzare”

by Michela Conoscitore

Ha sorpreso e tenuto in attesa molti l’eventualità che il professor Pier Luigi Lopalco, capo della task force pugliese per l’emergenza sanitaria Covid e professore ordinario di Igiene all’Università degli Studi di Pisa, si sarebbe potuto candidare alle prossime elezioni regionali, in forza al Partito Democratico, nelle liste che supportano il presidente uscente Michele Emiliano, che mira alla propria rielezione. Quando la notizia ha ricevuto conferma, con l’annuncio da parte dello stesso Emiliano e del professor Lopalco, lo scienziato mesagnese è stato subissato dalle critiche, che lo hanno incolpato di presenzialismo e totale assenza di preparazione politica.

I virologi sono stati indicati da qualcuno come dei sicuri ‘acchiappavoti’ nella prossima tornata elettorale, ma nell’attesa che le urne si esprimano per poter analizzare materialmente, voti alla mano, l’effettiva carica emotiva suscitata negli elettori dalla presenza del professor Lopalco nella corsa alle regionali, bonculture ha parlato con lui non soltanto della sua candidatura ma anche di sanità regionale e dei possibili scenari futuri del Covid:

Professor Lopalco la richiesta che le è giunta, da parte del presidente Emiliano, di candidarsi nella sua coalizione per le imminenti elezioni regionali è il risultato della collaborazione che è cominciata con il suo ritorno in Puglia come capo della task force per l’emergenza sanitaria Covid?

Sicuramente sì. Col presidente, durante questa esperienza, credo abbiamo avuto modo di conoscerci e apprezzarci a vicenda. In questi mesi l’ho visto battersi come un leone per la sua terra, durante l’emergenza. Oggettivamente, nel momento in cui mi ha chiesto di continuare a mettermi al servizio della Puglia anche dopo l’emergenza, come assessore alla sanità in pectore, sono stato felice di accettare.

Cosa l’ha spinta ad accettare, i suoi ideali o le sue competenze?

Credo che sia un po’ una sfida, nel senso che dal punto di vista pratico, per me, passare a questo ruolo non comporta alcun vantaggio, soprattutto di tipo economico. Ho accettato per un tema ideale: io stesso ho sempre affermato che la società civile deve impegnarsi in primo piano, che il cittadino deve mettersi in gioco e dare un contributo. Finora, ho sempre parlato per gli altri, nel momento in cui mi sono sentito tirato in causa, non accettare avrebbe significato contraddire quelli che sono i miei ideali.

Ha avuto modo, da un osservatorio speciale, di analizzare il sistema sanitario pugliese. Quali sono le criticità che ha notato in questo periodo?

Tenga presente che la sanità regionale la conosco già: sono pugliese, fino al 2005 ci ho vissuto, e dopo dieci anni in Svezia, pur vivendo a Pisa, ho comunque la mia famiglia qui e, quindi, il mio legame con la Puglia è forte. Negli ultimi anni ho visto migliorare notevolmente la sanità regionale, ma questo non vuol dire che va tutto bene. Durante questa esperienza sono emerse delle criticità che meritano di essere supportate. La famosa affermazione: “Bisogna rafforzare il territorio”, ha trovato un’applicazione pratica durante l’emergenza Covid, non è più soltanto uno slogan. Ora servono investimenti ed idee vigorosi per potenziare il territorio.

Sta parlando del potenziamento dei presidi ospedalieri?

Non solo, potenziare anche la sanità extra ospedaliera. L’ospedale deve fare il suo lavoro, che è quello di curare gli acuti. Il territorio deve svolgere un lavoro ancora più importante: evitare che gli acuti arrivino in ospedale. La medicina di base deve essere rafforzata, i medici devono essere messi in condizione di poter fare diagnosi e di riappropriarsi del proprio ruolo, e non ricoprire più soltanto quello di prescrittore di prestazioni. Abbiamo un esercito di dottori di medicina generale che, per gran parte del loro tempo, sono impegnati in pratiche burocratiche e relegati all’essere dei puri prescrittori. Dobbiamo rivalutarli come professionisti autonomi nel definire le terapie e che prendono in carico le cronicità, in modo che le cronicità di una società che invecchia sempre più non diventino acuzie, e che non ci sia il bisogno di andare in ospedale.

Da possibile assessore alla sanità della Regione Puglia, parliamo di pubblico e privato: chi ci perde di più? C’è qualcosa da correggere in questo ambito?

Credo che pubblico e privato debbano concorrere per il bene del cittadino. Ci sono degli ambiti in cui il privato lavora benissimo, e deve anche essere messo nelle condizioni di fornire le migliori prestazioni. Non vedo una grande contrapposizione tra pubblico e privato, ognuno ha la propria vocazione, e il compito di un decisore regionale è quello di favorire ogni organo della sanità ad egli preposto per far si che dia i migliori risultati.

Come si organizzerà la Regione per l’autunno, in vista di una probabile seconda ondata del Covid?

In queste settimane sto mettendo a punto il piano di risposta all’emergenza Covid per l’autunno/inverno. Avremo un set già predisposto di azioni da mettere in campo, a seconda degli scenari che si verificheranno. Spero che questo futuro scenario sarà moderato, tranquillo, in cui non ci sarà bisogno di attivare piani d’emergenza. Spero arriveremo all’autunno con delle procedure già stabilite, altrimenti scenderà nuovamente in campo la task force degli scorsi mesi.

Prevede di far costruire ospedali da campo, come De Luca e Fontana?

Non ne abbiamo avuto bisogno. Quindi se si riconfermeranno i numeri degli scorsi mesi, anzi io spero saranno inferiori, ce la facciamo tranquillamente col nostro piano ospedaliero.

Lei ha dichiarato di non avere tempo per fare campagna elettorale, dovendo attendere gli impegni che ha ancora con la task force regionale. Alcuni l’hanno contraddetta rispondendole che la sua campagna elettorale è cominciata già da tempo. Vuole ribattere?

Chi fa questo mestiere per professione e fa le critiche, in questo momento è in giro a chiedere voti porta a porta. Io adesso le sto parlando dal mio ufficio, sono davanti al computer e lavoro.

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