Un altro giro: il film libero, perfetto e premio Oscar di Thomas Vintenberg

by Marianna Dell'Aquila

In uscita il 20 maggio nelle sale italiane, presentato alla quindicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, vincitore del premio Oscar e del BEFTA britannico come Miglior Film Straniero e di quattro European Film Awards, Un altro giro di Thomas Vintenberg è un film libero e perfetto (forse un po’ casualmente) per leggere il nostro tempo segnato dalla paura dell’isolamento e della solitudine.

Quattro professori liceali decidono di mettere in pratica le teorie di Finn Skårderud uno psicologo norvegese secondo il quale l’uomo nasce con una carenza di alcol nel sangue dello 0,05%: il costante stato di ebbrezza donerebbe grandi benefici alla vita privata e sociale. A risentire maggiormente delle conseguenze dell’esperimento c’è Martin (Mads Mikkelsen), un professore di Storia che scopre quanto ormai sia poco stimato e noioso agli occhi dei suoi studenti e della sua famiglia. L’assunzione quotidiana di alcol però lo aiuta a ritrovare lo spirito intraprendente e carismatico che aveva da giovane. Per Martin e per i suoi amici tuttavia le conseguenze di tale esperimento saranno tragiche e dannose.

Volevamo  rendere  omaggio  all’alcol  ma,  ovviamente,  volevamo  anche  dipingere  un  quadro ricco di sfumature. Parte integrante della nostra analisi della natura dell’alcol è la consapevolezza che per il suo uso eccessivo le persone si distruggono e muoiono. L’alcol rende vivi ma può anche uccidere. In questa storia incontriamo quattro brave persone di mezz’età, le conosciamo in un mondo che ci è familiare: noioso, mediocre, che le ha chiuse nella monotonia, fissate in schemi e abitudini, intrappolate nel compromesso. Allo stesso tempo, la morte si avvicina: sono oltre la metà del cammino della loro vita. La libertà della giovinezza, le passioni e la leggerezza sono ormai lontani ricordi. Riscoprono tutto questo prendendo parte  a  un  esperimento  che  prevede  una  regolare  assunzione  di  alcol” ha dichiarato il regista Thomas Vintenberg.

Se è vero, come ricorda Martin ai suoi studenti, che alcuni dei più grandi personaggi della storia contemporanea sono stati anche sei noti alcolizzati (Churchill, Hemingway, Tchaikovsky), nel film del regista danese il tema dell’assunzione di alcol rivela un bisogno disperato di avere contatti con l’altro, di amare e di essere amati e oggi, dopo più di un anno di pandemia, ci sembra il riflesso del nostro bisogno di disperato di socialità e di apertura verso il mondo.

Il film tratta in modo umoristico, e per qualcuno scandaloso, un tema serio. Un altro Giro vuole essere un racconto sfaccettato, capace di provocare e divertire allo stesso tempo. E speriamo anche che diventi cibo per la mente, alimentando un dibattito, per un pubblico che vive in un mondo sempre più dominato, in superficie, dalla retorica puritana, ma in cui fin da giovani si assumono grandi quantità di alcol. “Un altro Giro vuole essere un omaggio alla vita, la rivendicazione di una saggezza irrazionale in grado di liberarci di tutto l’ansioso buon senso e di ritrovare l’autentico gioioso piacere di vivere… anche se talvolta con conseguenze fatali” ha detto il regista.

Le sue inquadrature si concentrano sulle sfumature dei volti e degli sguardi per svelare il non detto dalle parole. E’ un film che fa ridere e commuovere insieme senza retorica né banalità, ma anzi con una trama un po’ scomoda che lascia lo spettatore con la danza liberatoria di Mads Mikkelsen nel finale, ma soprattutto con la voglia di uscire dalla sala e andare a bere un drink.

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