La Cantanapoli Band “espugna” il Maschio Angioino. Una consacrazione per Angela Piaf e Micky Sepalone

by Enrico Ciccarelli

Micky Sepalone, foggiano da più generazioni, appartenente a una famiglia a trazione artistica (il fratello Lorenzo è un apprezzato cineasta), è un cantante-entertainer di rara simpatia, come possono testimoniare i tanti che lo conoscono in veste professionale e non. Il sodalizio artistico e sentimentale con Angela Piaf, cantante di voce nitida e potente, ne ha in qualche modo completato l’espressività, portando il loro complesso, la Cantanapoli Band, a festeggiare i suoi quindici anni di attività con soddisfazioni mai raggiunte prima.

Merito anche di un quartetto di affiatati musicisti come Marco Pignatiello, Giuseppe Fabrizio, Luigi Pellicano e Michele D’Urso (rispettivamente alla chitarra, alle tastiere, al basso e alla batteria), che accompagnano Micky e Angela non solo con ineccepibile professionalità, ma anche con la flessibilità necessaria al repertorio del gruppo.

Cantanapoli Band ha il suo alimento nella canzone napoletana classica del Novecento, forse il periodo di maggior fulgore della grande tradizione partenopea. Un’epoca in cui poeti grandissimi come Salvatore Di Giacomo e Libero Bovio (ma anche Gabriele D’Annunzio) lavoravano di conserva con musicisti insigni come E. A. Mario (sapete che è sua la Canzone del Piave?), Francesco Paolo Tosti, Ernesto Murolo (padre dell’immenso Roberto) e altri, fra i quali il foggiano Evemèro Nardella.

Il vero punto di riferimento di Micky e Angela, però, si colloca nel secondo dopoguerra, e si chiama Renato Carosone. Con il grandissimo musicista e compositore, Sepalone ha in comune la statura non eccelsa e il sorriso tutto denti, ma soprattutto quel singolare dono, che solo alcuni posseggono, di divertirsi molto nel far divertire, di trasmettere una travolgente, saltellante, indomabile gioia. Non importa se la platea sia una piazza gremita o uno sparuto capannello, se ci si trovi in un borgo sperduto o un grande centro: la Cantanapoli Band e i suoi protagonisti danno sempre il meglio di se stessi.

Certo, aiuta la genialità irripetibile di Carosone. Il grande musicista, grazie alle sue avventurose esperienze in Africa, che durante la guerra lo mise in contatto con i miliari alleati e le loro inaudite melodie, riuscì a dare nuova linfa ad una trad izione musicale plurisecolare (cui, secondo la leggenda, contribuirono persino Gaetano Donizetti e Vincenzo Bellini), ibridandola e contaminandola con i ritmi e le sonorità delle Big Orchestra, del soul, del jazz. Profeta della gioia di vivere e nemico di ogni mestizia che non fosse la malinconia d’amore (memorabile la sua parodia del funereo “E la barca tornò sola”), Carosone fu anche protagonista della resurrezione della canzone-macchietta, che declinò in brani memorabili.

Sono molti gli artisti piccoli e grandi che si sono cimentati e si cimentano con un repertorio simile a quello frequentato dalla Cantanapoli Band. Si può quindi capire quanto sia aspra la competizione, e quanto difficile per chi viene dalla provincia. Proprio per questo può ben essere definita una consacrazione l’invito ricevuto dal complesso per esibirsi al Maschio Angioino lo scorso 30 luglio. Consacrazione tanto più solenne perché Micky e Angela avevano già fatto l’anno prima un concerto a Castel dell’Ovo, il che vuol dire che i riscontri sono stati positivi.

Inutile dire che portare a Napoli uno spettacolo di canzone classica napoletana (né neomelodici né rapper filo o criptomalavitosi) equivale a rappresentare Verdi alla Scala o Coppelia al Bolscioi. Un’impresa da far tremare le vene ai polsi, specie se si viene da Foggia (“è arrivate ‘o treno ‘a Foggia”, dicono i napoletani per commentare un atto di burinaggine o di cretineria). Ma Micky e Angela e i loro musicisti hanno coraggio da vendere, e il successo di critica e di pubblico è stato notevole.

Un buon viatico per i prossimi quindici anni di vita del complesso. E pazienza se questo e altri successi vanno di traverso a qualcuno, che magari ha più milioni che neuroni. Niente può disturbare il sorriso di chi ama la musica.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.