Margherita Andrea Bruno e quelle presenze che fluttuano nelle antiche dimore storiche del Nord

by Anna Maria Giannone

Alchimista, creatrice di essenze e profumi, medium e sensitiva. Margherita Andrea Bruno da Domodossola ha il suo genio nel naso e ha liberato, o almeno così credono i loro nuovi proprietari, decine di dimore storiche da presenze che riempiono della loro anima i luoghi.

La sua vita sembra un romanzo di Shirley Jackson, con lei però non c’è il bel Liam Neeson di The Haunting ad aiutarla quando le ombre le si vivificano davanti.

Se è vero che già gli algoritmi predicono al ribasso i nostri desideri, senza mai sorprenderci, ascoltano quasi telepaticamente i nostri pensieri e indirizzano i nostri gusti e le nostre scelte con i suggerimenti di “potrebbe piacerti anche questo video…” “ se hai visto quel film allora…”, perché non credere allora ad un mondo ultraterreno che ci resta accanto all’interno di un grande inconscio collettivo junghiano?

Margherita in questo universo parallelo ci vive, un po’ come lo splendido personaggio di carta di Maurizio de Giovanni. Restiamo incredule, ma sospendiamo il giudizio.

Noi di bonculture l’abbiamo intervistata.

Margherita, come si convive con questo dono? Ho sentito che lo hai ereditato per via materna, credi che sia esclusivo di alcune persone speciali o che se si entra in contatto sfondando la “quarta parete” razionale ognuno di noi può avvertire delle presenze? Del resto usiamo solo il 10% della nostra zona grigia…

Le influenze nere come comunemente possiamo definirle, sono delle nostre vibrazioni che cambiano di frequenza, quindi noi ci sentiamo stranamente improvvisamente depistati con leggeri malesseri e ad esempio ci cadono le cose dalle mani o inciampiamo e non riusciamo a capire come mai non riusciamo a mantenere un equilibrio psicofisico subito dopo essere entrati in contatto con talune persone. Oltre al fatto che sarebbe sempre suggeribile non fare sedute spiritiche dove poi apri Portali e non sai come gestire le entità che oltrepassano il portale. Altra cosa negativa sicuramente è la paura diffusa che in questo periodo impregna le persone sui temi ormai noti legati al coronavirus, queste energie sono sicuramente nere e vanno anche a toccare la sfera mentale anche se uno può pensare che un’energia non possa frapporsi tra l’impalpabile la materia. O magari noi abitiamo in un posto dove qualcuno è morto di morte violenta, noi non lo sappiamo e respiriamo ogni giorno un’energia pesante che si può trasformare anche in ombre notturne in tutti questi casi sarebbe meglio ritualizzare se stessi e l’ambiente in cui si vive. Spesso le persone mi chiamano per una consulenza e vogliono semplicemente sapere come finirà sta storia del coronavirus e io avendo avuto illuminazioni dall’alto che per adesso non hanno mai sbagliato ho visto cosa succederà e così condivido anche se a malincuore queste visioni, perché non sono esattamente positive.

Da sempre la letteratura e il cinema pescano a piene mani dentro questo tipo di poteri. Da Pirandello ad Ozpetek fino all’ultimo Commissario Ricciardi di de Giovanni capace di ascoltare l’ultimo pensiero dei morti ammazzati. Che idea ti sei fatta delle anime intrappolate sulla terra? Cosa cercano? Sono i vivi a reclamarle e a non farle andare via?

Secondo me chiunque è legato in qualche modo all’esoterico, fondamentalmente viviamo con le persone morte a stretto contatto di continuo e quindi le percepiamo anche se non vogliamo ammetterlo: la presenza anche solo il sesto senso è una forma di sensibilità, con i sogni chiunque può sviluppare maggiormente questa sensibilità. Certo deve ripulirsi molto bene sotto tutti i punti di vista e fare dei veri e propri sacrifici ogni giorno, dei rituali. Sì i vivi molto spesso vogliono sapere i pensieri dei morti anche perché tutti noi viviamo dei sensi di colpa cioè avremmo potuto fare di più per le persone morte e tante volte quando sono loro che ci tranquillizzano, in questo modo riusciamo a proseguire nella nostra vita in modo molto più sereno. Non si tratta però di anime intrappolate sulla terra, l’anima può anche essersi internata, con l’energia del morto che rimane accanto a noi per varie ragioni. Ci sono persone che li rimpiangono troppo e queste energie rimangono per accudirle: queste energie hanno bisogno di un piccolo sacrificio da parte di noi umani per passare oltre, hanno bisogno di un aiuto.

Quante case antiche piene di presenze hai visitato? Cosa si può sentire e vedere? Ci sono aneddoti sull’arte e sui luoghi che restano celati con loro?

Di case infestate ne vedo dalla nascita, molte persone prima di comprare casa mi contattano per un sopralluogo per sapere se possono essere presenze tranquille o presenze inquiete che vanno aiutate. Chiunque può percepire una presenza, data da un disagio improvviso. C’è chi ha mal di testa, chi assenza di sonno, altri provano irrequietezza. La cosa peggiore per un medium è quando va in antichi castelli o in musei perché ogni opera d’arte ha sicuramente assimilato una parte dell’anima di chi l’ha dipinto e allora c’è la classica sindrome di Stendhal che si può presentare al medium in questione per non parlare naturalmente dei cimiteri. Il suggerimento che do è di risolvere i propri problemi con i morti per riuscire a vivere bene questa dimensione.

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