“Solo l’arte può abbattere distanze e barriere e darci fiducia nel futuro”, conto alla rovescia per Cinzella Festival

by Nicola Signorile

Faceva il mestiere più antico del mondo, Cinzella. A Taranto, il suo nome lo conoscono tutti: nel dopoguerra ha iniziato ai piaceri dell’estasi amorosa generazioni di uomini tra le vie della città vecchia. Una sorta di icona popolare che non può non far pensare  alla Bocca di Rosa di Faber, entrata così nel profondo nella memoria collettiva e nella storia del costume locale da aver dato il nome a un festival. Il Cinzella affonda le proprie radici nella storia di un territorio estremamente complesso, fatto di bellezza e di scempio, di forti passioni e laceranti drammi. Non a caso Afo6, l’associazione culturale tarantina che lo organizza da quattro anni (con Apulia Film Commission) è costantemente in prima linea per la salvaguardia di Taranto e della salute dei suoi cittadini.

Il sogno di un grande festival capace di mostrare un futuro diverso, una modalità di sviluppo differente, si è concretizzato nel 2017. Tre anni che lo hanno consolidato, rendendolo uno degli appuntamenti più attesi dell’estate con presenze nazionali e internazionali molto importanti, da Peter Murphy ai Franz Ferdinand, da Marlene Kuntz agli Afterhours.

L’edizione 2020 ha rischiato di non esserci. “Abbiamo deciso di farlo nonostante tutto, nonostante i rischi, i protocolli e le difficoltà – ha spiegato Michele Riondino, direttore artistico del Cinzella – lo facciamo perché in questo periodo di ‘distanziamento sociale’ solo la musica, il cinema e l’arte in generale sono in grado di abbattere distanze e barriere e darci fiducia nel futuro”. Le Cave di Fantiano, luogo poco conosciuto e di raro fascino nelle vicinanze di Grottaglie, si prestano benissimo a una cavalcata di suoni e immagini come quella tarantina. E ben si adattano anche alle linee guida anti-contagio: “Non abbiamo mai mollato – ci racconta Sabrina Morea di Afo6 – volevamo realizzare il festival anche per dare un segnale importante a chi lavora dietro le quinte, ai tanti lavoratori del settore messi in ginocchio dal lockdown, è bellissimo oggi sentire il profumo del palco e leggere la gioia nei loro volti”. Poi, sulla logistica, “utilizzeremo per tutte le serate un solo palco, quello della Cava grande, un anfiteatro munito naturalmente di posti a sedere. Abbiamo predisposto un piano sicurezza accurato, siamo sempre stati molto attenti da quel punto di vista (Inail è partner del Cinzella). In un posto da 4000 persone ne entreranno 1000, quindi la situazione è molto gestibile”.

Il festival dedicherà come ogni anno una parte alle immagini, il 12 e il 13 agosto, e una parte ai concerti dal vivo, il 14 e il 15. Mark Lanegan e Robert Plant  avrebbero dovuto essere nomi di punta del Cinzella 2020. Ma a tour internazionali  sospesi, si è corsi ai ripari dando spazio ad alcuni dei migliori talenti nazionali.

La prima parte, fatta di incontri e proiezioni – al centro il racconto degli ultimi, delle periferie, di comunità sotto assedio  – metterà Michele Riondino a confronto con Alessandro “Asso” Stefana, chitarrista che ha collaborato, tra gli altri, con Pj Harvey e coprodotto con Vinicio Capossela Canzoni della Cupa, prima della presentazione di PJ Harvey : A dog called Money di Seamus Murphy, documentario che nasce dai viaggi in cui l’artista britannica ha accompagnato il fotografo irlandese, tra Afghanistan, Kosovo e Washington, traendone spunti per il disco The Hope Six Demolition Project del 2016. A seguire, l’attore tarantino accoglierà Gabriella Nobile, autrice del libro I miei figli spiegati ad un razzista, storia di una coppia bianca con due figli neri, che aprirà la strada a Dark City Beneath The Beat di TT The Artist, documentario musicale che definisce il panorama sonoro dei sobborghi di Baltimora. Chiusura live con Guano Padano plays MorriconeThe movie soundtracks concert”, il power trio composto dal chitarrista Alessandro “Asso” Stefana, dal batterista Zeno de Rossi e dal bassista Danilo Gallo protagonista di un nuovo spettacolo che rivisita le musiche di pellicole storiche, da Morricone a Tarantino, da Nino Rota a Bob Dylan.

Stesso copione, il 13, con Riondino e il critico Massimo Causo a colloquio con Marc Collin, musicista della band Nouvelle Vague e regista del film, proiettato subito dopo il talk, Le Choc du Futur, opera prima del compositore e produttore discografico francese. Poi sarà la volta della periferia tarantina e del suo skyline ormai noto che fa da sfondo al docu-film Liberi e Pensanti: Uno Maggio Taranto di Giorgio Testi, Francesco Zippel e Fabrizio Fichera, presentato in anteprima durante il lockdown nella trasmissione di La7 Propaganda Live. A raccontare la città e l’esperienza dell’Uno maggio firmato Riondino, Diodato e Roy Paci, sono le voci  di artisti ospiti della rassegna, da Elio Germano, a Carolina Crescentini, Zerocalcare, Ghemon, Capossela, Pelù, Brunori Sas, Samuel, Manuel Agnelli, Niccolò Fabi, Negramaro, Elisa e tanti altri, oltre a testimonianze degli studiosi di ecologia politica e storia ambientale Stefania Barca e Emanuele Leonardi, attualmente impegnati nella stesura del Green New Deal for Europe. Il live della serata sarà affidato alla grande voce di Mama Marjas e al suo produttore Don Ciccio, in un  viaggio ritmico attraverso le sonorità di madre Africa, dal reggae roots e dancehall alla soca, al kuduru, all’hip hop, al blues e alla soul music.

Doppia emozione per la serata del 14 agosto. Protagonisti, Andrea Laszlo De Simone e Bud Spencer Blues Explosion. Il Cinzella segna il ritorno dal vivo di uno dei talenti più puri della musica italiana, il cantautore torinese proporrà un concerto immersivo eseguito da un’orchestra mista – sul palco ben nove musicisti – tra synth, elettronica, cori, archi e fiati, in un intreccio di strumenti classici e moderni: una versione contemporanea della musica da camera proprio come l’album Immensità ripropone il concetto di suite. Immensità è un’opera sonora complessa sulla relazione fra l’individuale e l’universale, divisa in quattro parti ma fruibile come un’unica sinfonia, lega musica e immagini, nel 2020 è uscita in Francia, UK, USA, Canada e Belgio ed è stata osannata dalla critica internazionale. Un ritorno al principio, invece, per i Bud Spencer Blues Explosion, alla potenza dei live più incendiari che li hanno da subito caratterizzati come il duo rock più famoso d’Italia. Dopo dieci anni vissuti on the road, con centinaia di concerti in Italia ed Europa, il duo formato da Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio, recupera l’essenza e la potenza del loro sound delle origini.

 Ferragosto sarà celebrato dall’unica data in Puglia di uno dei figli prediletti di Taranto: Antonio Diodato ha deciso di portare dal vivo il suo album Che vita meravigliosa (Carosello Records) insieme a molti altri brani del suo repertorio, dando il via ai Concerti di un’altra estate, tour che toccherà le Cave di Fantiano, dopo un anno che ha dell’incredibile. Diodato ha vinto con Fai Rumore il Festival di Sanremo 2020  e il Premio della critica Mia Martini, l’8 maggio gli è stato assegnato il premio David di Donatello “Miglior canzone originale” per Che vita Meravigliosa, brano scritto per il film La Dea Fortuna di Ferzan Ozpetek (candidato anche ai Nastri d’Argento). Da segnalare, anche il suo show all’Arena di Verona con Fai Rumore in una versione inedita arrangiata per l’occasione e il nuovo singolo, Un’altra estate, l’inedito scritto in lockdown, che racconta la fine di un tempo sospeso.

Per noi è importante la presenza di Antonio sul nostro palco, una persona vera che oggi raccoglie i frutti del lungo lavoro fatto negli anni e che porta la storia di Taranto ovunque vada, su qualsiasi palco – continua Sabrina Morea – il suo lavoro al fianco di Michele Riondino e Roy Paci in questi anni per il concertone dell’Uno maggio è straordinario, non sono mai rimasti fermi”. “Durante il lockdown  – spiega –  tutti si sono trovati ad affrontare quello che noi viviamo tutto l’anno a Taranto, giorni di clausura, una condizione di costrizione in cui combatti un nemico che non vedi. Continua a crescere il numero dei malati di tumori, non bisogna abbassare la guardia. Loro si espongono sempre per la città e per una visione differente del suo futuro portata avanti coi fatti”.

Michele Riondino

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