Mia Farrow, la diva dalle mille inquietudini

by Orio Caldiron

Quando si affaccia sullo schermo alla fine degli anni sessanta, Mia Farrow con il suo fisico esile, gli occhi chiari, i tratti infantili non sembra in grado di competere con le bellissime che si stanno affermando accanto alle star maschili dell’epoca. Nello show business c’è da sempre perché – nata a Los Angeles il 9 febbraio 1945 con il nome Maria de Lourdes – è la terza figlia dell’eclettico regista John Farrow e dell’attrice Maureen O’Sullivan, la Jane in bikini del Tarzan-Weissmuller.

Il primo successo l’ottiene in tv con il serial Peyton Place. S’innamora del cinquantenne Frank Sinatra che sposa nel ’66 e lascia pochi mesi dopo, prima di seguire i Beatles nel loro ritiro spirituale in India alla corte del Maharishi. Ma la celebrità internazionale arriva solo con Rosemary’s Baby-Nastro rosso a New York (1968) di Roman Polanski, che fa di lei la testimonial del perturbante. Se all’inizio Rosemary Woodhouse, la sposina che con il marito arreda il nuovo appartamento, si muove nel clima mielato di un film alla Doris Day, da quando è incinta, tra disgustose mousse al cioccolato e micidiali bibitoni alle erbe, prevale lo smarrimento, perde peso, si taglia i capelli, è come prosciugata, mentre il suo volto androgino è sempre più segnato dall’angoscia. Sul crinale dell’ambiguità si moltiplicano le soggettive, le allucinazioni, gli incubi che fanno convivere assieme la protagonista e il suo doppio – la madre del diavolo al centro del complotto satanico e il trauma della maternità in sospetto di paranoia – entrambi resi dall’attrice con frastornata aderenza. Sulla strada dell’horror claustrofobico, Terrore cieco (1971) cerca di fare il bis con la cieca che nella casa degli orrori inciampa nei cadaveri. Il morboso psicodramma di Cerimonia segreta (1968), dove non si lascia intimidire dai mostri sacri Liz Taylor e Robert Mitchum, ha i suoi estimatori.

Subito dopo il divorzio nel 1979 dal musicista André Previn – nei nove anni di matrimonio hanno avuto due gemelli e adottato la piccola coreana Soon-Yi –avvia la lunga relazione con Woody Allen che si concluderà burrascosamente nel 1992. Sul piano professionale è la sua stagione migliore. La versatilità dell’interprete vi anima la galleria d’inquietudini femminili di sorprendente risalto emotivo firmata dal geniale newyorkese. DaAriel, la farfallina di Una commedia sexy in una notte di mezza estate (1982) a Tina, l’amante sguaiata di Broadway Danny Rose (1984). Da Cecilia, la cameriera cinefila di La rosa purpurea del Cairo (1985) all’attrice di Hannah e le sorelle (1986), la saga famigliare dove non esita a apparire con i propri figli e la madre. Da Sally, la sigaraia del night di Radio Days (1987), a Un’altra donna (1988) col pancione come nella vita. Da Halley, la producer di Crimini e misfatti (1989), attratta dal vip cafone, alla moglie tradita di Alice (1990) che si cura con le erbe magiche, via via, fino a Judy, la redattrice d’arte di Mariti e mogli (1992), che sembra annunciare la crisi della coppia.

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