Alessia, morta senza famiglia perché transgender

by Maria Teresa Valente

Alessia, di anni 30, deceduta dopo 2 anni di malattia, completamente abbandonata dai suoi cari perché transgender.

Parole che spaccano il cuore, specialmente se lette su un manifesto funebre. E sono così crudeli, che l’ultima parola naufraga in un oceano di rabbia e tristezza. Poi lo rileggo e mi ci soffermo, interrogandomi sull’assurdità di chi oltre ad aver trascorso la vita ad inseguire la propria identità, non abbia trovato tregua alla sua corsa contro il mondo nemmeno nella morte.

Il manifesto è sul profilo fb di Erma Pia Castriota, in arte HER, artista transgender. Qualcuno nei commenti chiede se il manifesto sia un fake, perché l’efferatezza delle parole sembra travalicare ogni umana ragione. Erma risponde con parole che trasudano dolore, spiegando che il manifesto è stato divulgato da un’associazione, e conferma che purtroppo è tristemente vero.

La contatto, perché dentro di me sento che se anche non l’ho mai conosciuta, questa ragazza non può morire così sola. Voglio farle compagnia con un pensiero. Erma mi aiuti? Le chiedo. “Certo”, mi risponde. Poi aggiunge: Purtroppo a volte succede che il vincolo di sangue non basti ad abbattere i muri dell’odio e delle separazioni. Una persona ha il diritto di essere amata e la famiglia a volte diventa l’unico porto sicuro in una situazione di disturbo di identità di genere. A lei, Erma, non sono mai mancati affetto e sostegno da parte della sua famiglia. “Mia madre mi ha amata fino al suo ultimo respiro”, confessa. 

Cerco anche on line notizie su Alessia. Scopro che da due anni era malata di leucemia, un ostacolo che aveva trovato nel suo percorso di cambiamento, ma che non era bastato a fermarla. Viveva a Perugia, lontana dal suo paese natio, ed era piena di vita e di gioia. Non aveva più accanto la sua famiglia già da diverso tempo ed anche la sua malattia aveva dovuto affrontarla da sola, eppure mai si era lasciata abbattere.

Mi viene in mente una frase di Charlie Chaplin: una giornatasenza una risata è una giornata sprecata. E penso a quant’è strana la vita che riesce a far sembrare così immensamente felici le persone che in realtà sono le più tristi, proprio come succede per i grandi comici che strappano risate al mondo come a volerlo ingannare per quell’immensa tristezza che invece li attanaglia.

Erma mi racconta che l’associazione che l’ha curata le ha ridato la dignità del suo vero nome ed è stata per Alessia come una famiglia.

Sul manifesto l’associazione ‘Spazio Bianco’ di Perugia ringrazia il personale medico e paramedico della Clinica delle Malattie Infettive, dell’Oncologia e dell’Hospice per aver accettato, curato ed amato Alessia facendola sentire a casa. ‘Spazio Bianco’ ha voluto dedicarle un manifesto funebre, poiché, leggo sul giornale on line TPI: la famiglia di Alessia aveva affisso degli altri manifesti, in cui veniva indicata come “signor” e chiamata con il suo nome maschile.

Alessia non c’è più. A soli 30 anni è andata via. I suoi sogni, le sue speranze, i suoi desideri, sono andati via con lei, sepolti sotto una coltre d’indifferenza di chi giudica il prossimo perché diverso. Ma diverso da chi? Siamo tutti diversi, eppure così uguali, a bordo di un mondo che a volte gira come una giostra impazzita. 

“Alla cara Alessia che ci ha lasciati per sempre ed è stata negata anche nella morte. Noi saremo il tuo ricordo. Riposa in pace”, leggo sul profilo fb di Daniela Lordes Falanga, presidente di Arcigay Antinoo di Napoli. “Ha lottato come desiderava essere, ha tracciato la sua breve esistenza con determinazione e persino sola”, continua Daniela, “lontana da tutti e tutte e in una malattia che non ha smesso di farle e farci sorridere. Sei stata generosa, e adesso ti piango, e piango persino la morte negata in pace, col nome che avevi scelto, per riproporti “corretta”, al maschile, come nulla fosse di te”

Sei morta sola, Alessia, ma ora non sei più sola. Andando via sei entrata come una lama di coltello nei cuori di tanti e li hai sciolti come burro. 

Sperando in un mondo migliore, ti ho voluta salutare dedicandotiquesti miei pensieri. Riposa in pace.

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