Emiliano, il Collegio degli Esperti e il maschilismo dei demagoghi

by Enrico Ciccarelli

Michele Emiliano ha rinnovato il Collegio degli Esperti: quarantacinque pugliesi più o meno illustri che avranno il compito di formulare suggerimenti e proposte per l’azione del Governo regionale. Un discrezionale aeropago di saperi e talenti, fra i quali spiccano nomi insigni della scienza, della competenza e della cultura del calibro di Albano Carrisi, Lino Banfi e Renzo Arbore, che come da tradizione distillano la loro opera a titolo completamente gratuito.

Ed è un bene, visto che si tratta dell’ennesimo baraccone inutile, di un’insulsa insalata di vipperia buona a guadagnare qualche spicciolo di rumore mediatico e che per il resto produrrà in questa legislatura regionale lo stesso nulla della volta precedente.
Perché occuparsene? Perché sottolineare una volta di più la sgangherata faffoneria istituzionale di un demagogo populista intento da anni a praticare caricature di democrazia (per carità, con indiscutibile successo, visto che gli elettori pugliesi hanno mostrato di gradire. Contenti loro…)? Emiliano è da tempo l’epitome stessa del casalinismo, di un grillismo privo di qualsiasi qualità e consistenza (anche come esperimento distopico e pericoloso): la sostituzione dell’essere con l’apparire, dell’operare con l’annunciare sono il pane quotidiano del governatore. Vale la pena sottolinearlo?

Sì, perché in questa circostanza la natura schiumosa e ineffabile del “collegio” permette comunque di apprezzare l’intima natura maschilista e patriarcale che appartiene a tutti i demagoghi e a tutti i populisti: i 45 sapienti che a titolo onorifico dovrebbero miracol mostrare ai pugliesi presenti e futuri sono per quasi tre quarti maschi, lasciando all’altra metà del cielo la miseria di dodici posti. Nemmeno in un organismo finto ed inutile come questo Emiliano è riuscito a fingersi amico delle pari opportunità e dell’eguaglianza di genere. D’altronde è stato l’unico presidente di Regione d’Italia a farsi commissariare dal Governo per la legge sulla doppia preferenza.
Spesso organismi simili al Collegio sono stati varati come task force utili a disegnare la fantomatica “identità pugliese”.

In realtà questa chimerica identità consiste proprio nel non averla, nell’essere la Puglia (rectius “le Puglie”) una realtà plurale e composita, nella sua natura di terra dell’orizzonte priva di confini, multanime e multilingue, bianca di calce e di arenili, verde d’olivi e bionda di grano, terra di greggi transumanti e pellegrini, azzurra d’infinito mare e di infiniti cieli. Anche il Collegio new version non ci dice nulla su chi siamo, fra i gorgheggi di Albano, l’intelligente goliardia filopartenopea di Arbore e i “porca puttena” di Lino Banfi. Ma ci dice molto su chi è la persona che per sovrana volontà dei cittadini ci governerà (vabbé, si scherza) per altri quattro tristissimi anni.

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