“Permette? Alberto Sordi”: Edoardo Pesce è l’Albertone nazionale a 100 anni dalla nascita

by Nicola Signorile

Perché io so’ io e voi non siete un cazzo!”. Una delle tante battute rimaste nella storia di un grande attore capace di incarnare meglio di chiunque altro il carattere degli italiani. Lui era Alberto Sordi, uno dei simboli della commedia italiana, interprete di più di 150 film, regista, comico, sceneggiatore, compositore, cantante e doppiatore. L’Albertone nazionale è scomparso 17 anni fa, ma il 2020 è l’anno del centenario dalla sua nascita.

Tra le molte iniziative per celebrare il grande attore romano, martedì 24 marzo andrà in onda su Rai 1 Permette? Alberto Sordi, una coproduzione Rai Fiction – Ocean Productions, diretto da Luca Manfredi con l’ottimo Edoardo Pesce nei panni del protagonista. Il film tv (presentato in anteprima nei cinema italiani il 24, 25 e 26 febbraio) è un affettuoso omaggio  che racconterà gli esordi, le amicizie, gli amori e tanti aneddoti della vita di Sordi negli anni del debutto nel mondo dello spettacolo. “Non perda tempo, perché lei non diventerà mai un vero attore!”, disse l’insegnante di dizioneall’accademia dei filodrammatici di Milano, prima di cacciarlo: gesticolava troppo, pronunciava scorrettamente le parole e non si esprimeva in italiano, secondo lei. Ma lui non si arrese. Tornato a Roma, si impegnò duramente, fece della sua romanità una forza. Riuscì a diventare l’inconfondibile voce di Oliver Hardy, si fece notare sui palcoscenici del varietà e alla radio con il personaggio di Mario Pio. Da lì un’ascesa inarrestabile.

Il sodalizio destinato a durare nel tempo con il giovane Federico Fellini, che lo dirigerà ne Lo Sceicco Bianco e ne I Vitelloni (quel “Lavoratooriii” con annessa pernacchia diventerà una delle più celebri scene della storia del cinema italiano), l’amore per l’attrice e doppiatrice Andreina Pagnani e il trionfo con il Nando Moriconi di Un americano a Roma di Steno, protagonista di un’altra memorabile scena a tavola, davanti a un piatto di spaghetti: “Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone! Io me te magno!”. Il pubblico avrà modo di conoscere i primi passi di una carriera straordinaria, i vent’anni in cui il giovane Alberto Sordi è diventato l’Albertone nazionale, l’uomo che – come disse Ettore Scola – “non ci ha mai permesso di essere tristi”.

Edoardo Pesce, 40enne, romano, è uno dei migliori attori della sua generazione. Arrivato alla notorietà con Romanzo criminale – La serie, si è fatto notare in Fortunata di Sergio Castellitto, in Cuori Puri di Valerio De Paolis, nella serie Il Cacciatore nel ruolo di Giovanni Brusca, ma è stato Dogman di Matteo Garrone a consacrarlo, portandogli David e Nastro d’Argento per l’interpretazione del violento e sgradevole bullo di quartiere Simone. Accanto a lui, in Permette? Alberto Sordi, vedremo Pia Lanciotti nel ruolo di Andreina Pagnani, Alberto Paradossi nel ruolo di Federico Fellini, Martina Galletta nel ruolo di Giulietta Masina, Francesco Foti nel ruolo di Vittorio De Sica, Lillo Petrolo nel ruolo di Aldo Fabrizi. Siamo tutti Alberto Sordi? è invece un documentario scritto (con Giovanni Piscaglia) e diretto dal giornalista e critico cinematografico Fabrizio Corallo, prodotto da Dean Film e Surf Film con Istituto Luce Cinecittà, che si concentra, oltre che sulla carriera artistica, sulle doti spesso profetiche di interprete/autore capace di raccontare come nessun altro la commedia umana degli italiani del secolo scorso. Una satira spesso feroce, in sintonia con autori e registi in stato di grazia, che ha raccontato il malcostume nazionale dagli anni 50 in poi, il cinismo, il familismo amorale, la mancanza di senso civico, considerati dagli italiani quasi come doti. Sordi, conservatore, moderato e cattolico, grande osservatore dei vizi italici e profondo conoscitore dei meccanismi psicologici ha interpretato molte volte uomini immaturi, furbi, opportunisti, incapaci di gesti di solidarietà. Maschere nate per condannare, in cui gli italiani spesso hanno finito per identificarsi acriticamente.

Alberto Sordi posato sul terrazzo della sua villa romana durante una intervista. 1974

Per Ettore Scola, è stato “un inventore di caratteri. Era soprattutto un disturbatore ed un dissacratore, è andato sempre contro i luoghi comuni, contro le convenienze”.  A comporre il ritratto di Sordi realizzato da Fabrizio Corallo contribuiscono le voci degli attori Carlo Verdone, Giovanna Ralli, Pierfrancesco Favino, Claudio Amendola, Anna Foglietta, Valeria Marini, Riccardo Rossi, de critici Goffredo Fofi, Valerio Caprara e Masolino D’Amico, di osservatori come Renzo Arbore, Paolo Mieli, Michele Serra, Pietrangelo Buttafuoco, Vincenzo Mollica, Maurizio Costanzo.

Poi, amici e collaboratori come il presidente onorario della Fondazione Museo Alberto Sordi, Walter Veltroni, il consulente artistico della Fondazione, Luca Verdone, Enrico Vanzina; Marco Risi, il presidente Anica ed ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, le scrittrici Gigliola Scola e Chiara Rapaccini, la giornalista Gloria Satta. Il docufilm sarà in onda domenica 12 aprile alle 21.15 su SkyArte e poi mercoledì 10 giugno alle 21,30, su La7.

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