un gioco di specchi, la Veronica raccontata da Veronica, una crocetta alternata al gioco del vero-falso
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Stragisti, Lirio Abbate al Libro Possibile di Vieste accende un faro sulla mafia ancora sanguinaria del Gargano
Sul palco il trentennale è stato definito una “falconeide rassicurante”. Come una rappresentazione dell’opera dei Pupi siciliana. Con buoni e cattivi. “La retorica di Stato vive di rimozione. È una narrazione che infantilizza l’opinione pubblica. Riina e i suoi erano una componente del sistema in cui c’erano il presidente del Consiglio, i capi della polizia, banchieri, Dell’Utri, Cuffaro. Ci hanno fatto 30 anni di lavaggio di cervello.
La mafia è una questione politica pienamente integrata nel sistema. Se non c’è sangue significa che non vi sono più punti di resistenza”. -
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Il cielo che si muove, lo stupore dei bambini e la forza della natura nei racconti di Mario Lodi
Mario Lodi è tra i più grandi maestri del ‘900 che hanno rivoluzionato la scuola italiana; in queste 15 brevi storie autobiografiche – narrate attraverso la voce di un bambino – ci racconta lo stupore dei più giovani e, indirettamente, invita ad avere curiosità e rispetto per l’ambiente nel quale viviamo.
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Il profilo dell’altra di Irene Graziosi: «Le cose che arrivano dai social non dovrebbero riguardarci»
Raccontando le vite di Maia e Gloria – una ventiseienne acida e smarrita la prima e un’influencer trasognata la seconda – Graziosi traccia una radiografia precisa e spietata di tutto quello che sono i social network e dei meccanismi trasformativi che producono nella realtà. Un romanzo raro, mai compiaciuto, che è una bussola per questi tempi incerti e uno specchio deformante per le nostre illusorie proiezioni.
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Le cinque domande sull’Italia di Paolo Pagliaro: «La nostra sorte è nelle mani dell’informazione: noi decidiamo in base a ciò che sappiamo»
«Quarant’anni fa in Italia vivevano quindici milioni di bambini e adolescenti. Adesso sono dieci milioni. I pensionati, che erano un quarto della popolazione, adesso sono un terzo. In questa forbice che tende ad allargarsi c’è l’emergenza demografica, minaccia più insidiosa di qualsiasi crisi economica perché ne promette una strumentale e irrimediabile, quando i pochi non basteranno più a garantire le pensioni e le cure dei molti. È una tendenza che si può invertire incentivando la natalità e governando l’immigrazione»
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Sullo sfondo, la volontà di dare risposte ad alcune domande: quante persone vivono ancora in condizioni di lavoro precario? A quante persone dovrebbero essere concesse condizioni dignitose? Tentativi di mettere insieme soggetti e forze diverse attorno all’idea della settimana lavorativa di quattro giorni si stanno facendo strada un po’ in tutta Italia, e a Foggia il percorso comincerà proprio dalla presentazione di questo libro.
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L’onda popolare contro Catanzaro capoluogo. “Salutiamo, amico”, il romanzo sulla più grande protesta della Calabria
Nel luglio del 1970 a Reggio Calabria si consuma una guerra civile vera e propria, devastante, aspra, che provoca distruzione, spavento e morte. Gli scontri con le forze dell’ordine, la guerriglia e le barricate per le strade dureranno mesi, muteranno i connotati della città e le consuetudini dei suoi abitanti.
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Gli spatriati di Mario Desiati: «Spatriato è il giudizio degli altri quando non sanno dove metterti nel loro mondo»
Francesco e Claudia, i protagonisti, cercano un loro posto nel mondo allontanandosi e riavvicinandosi alla loro terra, la Puglia: fuggono e ritornano alla ricerca di se stessi, di una forma di libertà nuova, di sentimenti che possono permettersi il privilegio di non possedere nomi.
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“Il corpo in cui sono nata” di Guadalupe Nettel, la diversità come porta d’accesso ad una percezione profonda di sé
Guadalupe Nettel con la scrittura del Corpo in cui sono nata intraprende un viaggio a partire dal corpo, che scava all’interno della sua immaterialità, un lungo itinerario che nasce in piena infanzia, attraversa gli anni più puri di costruzione del sé, (adolescenza), fino ad a quell’età “detta” della consapevolezza.
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Le streghe che comandano di Chiara Tagliaferri: «Sono diventata adulta quando sono riuscita a perdonarmi»
«Ogni scrittore quando consegna qualcosa alla pagina lo trasforma in finzione. I ricordi, poi, sono una distorsione e una manipolazione della realtà. Io volevo recuperare la mia memoria perché avevo dei buchi. Nella mia famiglia, come in tante altre, si racconta poco quello che ferisce o fa male. Il dolore viene nascosto, accantonato. Ci si illude in questo modo che deflagri in maniera più attutita, ma è nel non detto che si generano i mostri. Avevo un bisogno particolare di ricordare».